Un impianto di incenerimento rifiuti viene definito dalla legge italiana Industria insalubre di classe 1, la più pericolosa, proprio a causa delle forti ricadute emissive che comporta la combustione ad altissima temperatura di materiali eterogenei come sono i rifiuti.
A Parma nel 2008 è stato autorizzato da Comune e Provincia un impianto di incenerimento da 130.000 tonnellate, la cui ubicazione è stata individuata ad Ugozzolo, a poche centinaia di metri da importanti stabilimenti alimentari ed a soli 4 km dal centro città.
Nel progetto sono certificate maggiori emissioni di PM10 per 3,2 tonnellate anno, dal camino (alto 70 metri) usciranno 144.000 metri cubi/ora di sostanze gassose contenenti, tra gli altri elementi, anche furani, metalli pesanti, diossine, ossidi di azoto ed ossidi di zolfo ed altre migliaia di sostanze ad oggi ancora sconosciute.
Sul web abbiamo creato una pagina che contiene una foto panoramica a 360° del sito, in modo da rendere evidente l’assurdità di questa collocazione, considerata un'economia come quella di Parma, con secolari tradizioni nelle produzioni agro-alimentari di qualità.
http://www.gestionecorrettarifiuti.it/pano/panorama/Panorama.html
Parma è conosciuta in tutto il mondo per il Parmigiano-Reggiano, per il Prosciutto di Parma, per altri salumi d'eccellenza, per l’industria conserviera.
E per avere nel suo seno il pastificio più grande del mondo.
La pagina web, che da quando è stata lanciata, il 17 ottobre scorso, ha toccato punte giornaliere di 853 visualizzazioni, da oggi è disponibile anche in lingua inglese, francese, spagnola, tedesca e cinese, ed a breve verranno caricate le versioni in portoghese e russo.
La notizia giunta ieri sulla richiesta fatta all’EFSA dall’europarlamentare dell’IdV Zanoni, che sollecita una ricerca scientifica sugli effetti degli inceneritori sulle produzioni agroalimentari, dovrebbe far riflettere i nostri decisori politici e le nostre aziende dell'agroalimentare e del turismo.
Parma è ancora in tempo per evitare, ora che l’impianto non è ancora completato, i disastri che si manifestano sempre più di frequente dove operano impianti simili, che sulla carta sono dotati di certificazioni e tecnologie avanzate di filtraggio dei fumi, ma che poi nella realtà sono spesso causa di inquinamento dell’ambiente che li circonda.
Inceneritori come quello di Pietrasanta, di Melfi, di Pisa e di Forlì sono solo alcuni degli impianti saliti alla cronaca negli ultimi mesi per problemi giudiziari relativi ad emissioni fuori norma, in alcuni casi tenute nascoste dagli organi che dovevano vigilare.
Veleni che hanno causato disastri ambientali e malattie.
Oggi ci possiamo fermare perché ci sono le alternative. Un piano per il territorio è già stato proposto da una multi-utility olandese. Attende solo di essere verificato.
Occorre però che tutti i soggetti in campo che hanno potere decisionale (Provincia, Comune, Iren ed Unione Industriali) procedano di comune accordo per concordare una exit strategy, una scelta che porterebbe solo vantaggi al territorio.
Per Iren è l’occasione per puntare su nuovi modelli di business votati al recupero di materia che pure si stanno rivelando estremamente profittevoli per gli operatori del settore.
Saper cogliere quest’occasione di coniugare profitto e sostenibilità ambientale, porterebbe benefici e risolverebbe le contrapposizioni anche aspre che finora si sono registrate in questa vicenda.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 9 novembre 2011
-28 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+527 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Mancherebbero 179 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
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