martedì 15 novembre 2011

Parma chiama Torino

Lettera aperta alla provincia di Torino e ai Comuni che hanno detto sì all'insediamento dell'inceneritore del Gerbido

Non vi vogliamo convincere a tutti i costi, ma informare sì. A Parma è in costruzione un inceneritore, proprio al centro della Food Valley, a fianco di un grande e noto pastificio: insomma, una follia totale.
Dal 2006 stiamo documentando e approfondendo i temi legati alla gestione corretta dei rifiuti, una gestione che deve avere al primo posto la salute, dell'ambiente e delle persone.
L'inceneritore è davvero la scelta peggiore.



Ma non ci siamo fermati al no, abbiamo proposto alternative.
Per presentarle abbiamo fatto arrivare in Italia esperti di livello internazionale, anche dagli Stati Uniti, che ci hanno illustrato nei dettagli le alternative perseguibili e vantaggiose a livello economico, che salvaguardano la salute pubblica.
Esperti come Frans Beckers, direttore di Van Gansewinkel, uno dei 4 maggiori players europei dei rifiuti, che dal 2007 ha deciso di modificare la prospettiva imprenditoriale e trasformarsi da azienda di smaltimento ad azienda di recupero materia.
Beckers ha dimostrato con i numeri che oggi non ha più senso costruire nuovi inceneritori, perché l'attuale capacità di incenerimento in Europa è già superiore alla disponibilità di materiali.
Quando la differenziata funziona viene a mancare il carburante per alimentare il forno.
Quindi bisogna scegliere da che parte stare.
Jack Macy è responsabile del settore ambientale di San Francisco, dove il no agli inceneritori dura da 30 anni. In Italia, dopo Parma, ha incontrato il sindaco di Roma Alemanno, proponendo alla Capitale di aderire alla strategia rifiuti zero, e proprio a questo scopo una delegazione si recherà in California, guidata dallo stesso primo cittadino della città eterna.
E' notizia recente che in Veneto la raccolta differenziata stia mettendo in crisi gli impianti di incenerimento, che ora vorrebbero attivarsi per importare rifiuti da fuori regione. (1)
A Reggio Emilia il prossimo anno verrà spento l'inceneritore e il progetto di farne uno nuovo è tramontato definitivamente. Al suo posto un Tmb (trattamento meccanico biologico). Per assurdo è la stessa Iren a dire che non ci sia bisogno di un nuovo inceneritore: a Reggio no, a Parma sì?
Il sindaco della città Delrio (Pd) aveva dichiarato con molta semplicità: “Abbiamo fatto due conti: con il livello di raccolta differenziata che abbiamo l'inceneritore non è conveniente”.
Nella provincia di Lucca il nuovo piano di gestione dei rifiuti è impostato senza impianti a caldo, visti anche i disastri compiuti dall'inceneritore di Pietrasanta, ora sotto processo penale per aver inquinato due torrenti a fianco dell'impianto, tre km dalla spiaggia.
Il mondo si sta muovendo, ed emergono dati evidenti che dimostrano l'incompatibilità tra raccolta differenziata e impianti di incenerimento. Entrambi cercano di accaparrarsi gli stessi materiali, e i materiali non si possono moltiplicare a piacere.

La teoria sull'incenerimento è stata travolta dalla prassi della raccolta differenziata porta a porta e dalla consapevolezza che le materie prime stiano scarseggiando a livello mondiale. E' anacronistico che un Paese come il nostro, che di materie prime ne ha poche e che dovrebbe puntare al riciclo totale, vada invece a bruciare ciò che possiede valore, come i rifiuti.
Non abbiamo la pretesa di far desistere dal progetto la Provincia di Torino, o le amministrazioni di quei comuni che hanno le loro case a poca distanza dall'impianto del Gerbido, che riceveranno le compensazioni (Torino, Orbassano, Rivalta, Beinasco,Grugliasco, Nichelino).
A Parma come a Torino sembra impossibile fermare un cavallo in corsa.
Riceverete 25 milioni di compensazioni ambientali, e penserete di aver fatto bingo, mettendo in secondo piano il fatto che le compensazioni vengono elargite proprio perché è matematico che i territori e i cittadini subiranno dei danni. Del resto la stessa Trm aveva commissionato uno studio sulle ricadute sanitarie dell'impianto, rispetto ai tre siti scelti come candidati ad ospitarlo.
E' necessario comprenderli fino in fondo, i rischi. Capire che a 1,3 km di distanza dal camino ci saranno le massime concentrazioni di emissione, e non saranno piccoli numeri perché gli inceneritori di ultima generazione bruciano moltissimo: a Parma ogni ora usciranno 144mila metri cubi di aria sporca, 24ore al giorno, 8mila ore l'anno
A Torino i numeri saranno impressionanti: ogni ora 404mila metri cubi di emissione, con a 2 km l'ospedale San Luigi Gonzaga, specializzato proprio in pneumologia, che riceverà un aerosol a dir poco preoccupante.
Ogni giorno al Gerbido entreranno 1600 tonnellate di rifiuti e 30 tonnellate di reagenti chimici, ed usciranno 370 tonnellate di scorie, che avranno bisogno di una discarica che non è indicata nel progetto, 30 tonnellate di ceneri volanti altamente tossiche, anche in questo caso non se ne conosce la destinazione, 21 tonnellate di residui del processo di trattamento dei fumi, anche questi rifiuti pericolosi.
Capite che l'inceneritore non fa sparire i rifiuti? Ne entra una certa quantità, ne esce un'altra, trasformata però in sostanza pericolosa, difficile da gestire e da collocare, provocando nel processo un imponente inquinamento e spreco di materia, energia, salute.
I dati oggettivi su quanto stia accadendo nei territori in cui insistono gli inceneritori sono già oggi disponibili, alla luce del sole.
Vi state assumendo grosse responsabilità come rappresentanti di partito e come esseri umani. Anche se gli esiti “ufficiali” dopo l'accensione di un inceneritore potrebbero essere rilevabili in termini di mortalità tra 10 o 20 anni, i cittadini troveranno il modo di finanziare monitoraggi scientifici puntuali, su quelle matrici che forniranno dati certi sulla presenza di sostanze tossiche, con la sicurezza della loro provenienza. Come sta accadendo a Viareggio, dove una residente si è costituita parte civile nel processo contro l'inceneritore di Pietrasanta, perché affetta da un tumore che una perizia del dottor Stefano Montanari mette in relazione con l'aver vissuto per anni accanto ad un inceneritore. Ne ha parlato la trasmissione della Rai Uno Mattina che vi ha dedicato un lungo servizio, arrivando alla conclusione che “tutti” gli inceneritori fanno male. (2)
Un giorno forse anche voi dovrete spiegare e giustificare questa vostra scelta, ed essere molto convincenti verso chi l'avrà subita, forse arriverete a dire che non ne conoscevate i rischi.
Ma questa giustificazione non sarà accettabile, come stanno le cose ve lo stiamo scrivendo ora.
A Parma non siamo ancora certi di poter scongiurare il pericolo che l'inceneritore di Ugozzolo venga avviato nel cuore della food valley. Aziende alimentari di prima grandezza, anche a livello internazionale, ne subiranno i maggiori danni, eppure non hanno ancora avuto la forza di alzare la testa per dire no a una scelta che distruggerà proprio quei settori dell'economia come l'agricoltura, la produzione alimentare tipica e di qualità della nostra zona che hanno salvato la nostra città.
Sentono però il fiato sul collo dell'immagine negativa che le aziende stesse subiranno da questa vicinanza.
E sono costretti a dire ai consumatori di aver avviato controlli indipendenti, al fine di garantire la qualità su cui tutti, oggi e ora, ancora credono, ma forse non così convinti come ieri. E’ datata 8 novembre la richiesta del eurodeputato dell’Italia dei Valori Andrea Zanoni, che sollecita l’Efsa ad indagare sugli inceneritori. Il tema ha così raggiunto l’Europa, all’Authority sulla sicurezza alimentare viene richiesto uno studio sugli effetti degli impianti di incenerimento sulle colture agricole e sugli allevamenti. (3)
Terra e salute sono un binomio indispensabile per ogni popolo del Pianeta, i decisori politici e aziendali che pensano di poterne farne a meno si sbagliano. I fatti sono qui a dimostrarlo.

E' inspiegabile come una città come Torino, già ora maglia nera dello smog padano secondo i dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, terzo risultato peggiore d’Europa per il Pm 2.5 e tredicesimo per il Pm 10, possa accettare di caricare i propri cittadini di altre tonnellate di polveri ultrafini all'anno.

Proprio in questo momento in cui si aggrovigliano i tanti casi di malfunzionamento e di cattiva gestione, di inquinamento pesante dell'ambiente, di danni irreversibili anche di fronte a impianti di ultima generazione che sbandierano le Bat (Best Available Techics) come sinonimo di garanzia, sarebbe il momento di fermarsi e prestare ascolto.
Ora, in questo momento, per il bene di Torino e del Piemonte intero.
La provincia di Lucca si è costituita parte civile con i comuni della Versilia, insieme alla regione, dichiarando di voler perseguire strade alternative all'incenerimento.
La provincia di Forlì Cesena e il Comune di Forlì è parte civile contro i legali rappresentanti di Hera Spa e Mengozzi, per l'attività di due inceneritori.(4)
Pisa ha dovuto spegnere l'inceneritore per eccesso di diossina, prima una linea, poi entrambe.
A Brescia dove è in funzione uno degli inceneritori considerati più moderni è boom di tumori.(5)
Senza parlare della situazione europea dove gli inceneritori vengono spenti, dove si va a caccia di rifiuti, dove il costo per trattare una tonnellata di rifiuti è crollato a 40 euro.
Forse dovreste chiedervi prima che sia troppo tardi se davvero ci sono ancora i presupposti per investire in un inceneritore, con il rischio di trovarvi in un futuro nella stessa situazione delle provincie di Lucca e Forlì Cesena.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 15 novembre 2011

(1) Pochi rifiuti, impianti in rosso
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2011/4-novembre-2011/pochi-rifiuti-impianti-rosso-regione-stoppa-discariche-1902044642355.shtml
(2)Negli adulti è boom di tumori le cause ancora senza risposta. Si attendono gli esami biologici sui residenti
http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/11_novembre_3/20111103BRE03_10-1902033024041.shtml
La salute diseguale
http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/11_novembre_3/20111103BRE01_44-1902033024089.shtml
(3) Effetti dell'inceneritore sulle colture: Zanoni (Idv) chiede uno studio all'Efsa - ParmaToday
http://www.parmatoday.it/cronaca/effetti-inceneritore-colture-zanoni-studio-efsa.html
(4) RAI uno mattina
http://www.youtube.com/watch?v=BJtytCBeVQ0
(5)
http://www.ilrestodelcarlino.it/forli/cronaca/2011/11/08/615868-inceneritori_provincia.shtml

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