venerdì 18 novembre 2011

Fretta indiavolata

Perché non si vuole attendere la pronuncia del Tar del 7 dicembre

Il 7 dicembre il TAR entrerà nel merito del ricorso di Iren contro l’ordinanza di sospensione dei lavori del cantiere del PAI, l'inceneritore di Parma, che viene costruito a 4 km da piazza del Duomo.
Come evidenziato da più parti, Iren ha contattato l’ormai ex-Commissario Anna Maria Cancellieri, per trovare un accordo di transazione tra Comune di Parma e Multi-utility, ed evitare il giorno del giudizio.



Gli avvocati Allegri e De Angelis, il candidato delle primarie del centro-sinistra Simone Rossi e il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Giovanni Favia, hanno espresso forte dissenso sul fatto che su una materia così delicata vengano disattese le aspettative di molti parmigiani, che pretendono chiarezza e trasparenza sugli eventuali abusi commessi dalle parti in causa.
Questo è un momento estremamente delicato.
Non solo pende la decisione del Tar del 7 dicembre, ma anche la Procura ha aperto un fascicolo corposo riguardante il PAIP e la rete di teleriscaldamento, mettendo in campo la Guardia di Finanza che ha prelevato molta documentazione sia in Iren che in Provincia e Comune.
Non ci sembra poi corretto che gli attuali vertici del comune disattendano le ordinanze così scrupolosamente valutate dai dirigenti dello stesso ente, e corroborate dalle memorie del valente amministrativista fiorentino Mario Chiti, avvocato che vanta un curriculum prestigioso, con continua attività di ricerca e di insegnamento in Università e centri di ricerca europei (in particolare Londra, Oslo, Madrid, Paris II, Berlin, Munich, Utrecht) ed extra-europei (Cina, India, Argentina, Messico).
E la posizione di Chiti è inequivocabile.
Così non possiamo che associarci alle richieste di trasparenza e legalità, soprattutto quando si parla di un argomento che ha a che fare con la salute di tutti noi.
Oggi possiamo fornire un ulteriore elemento che ci convince che sarebbe meglio attendere il pronunciamento del TAR.
Nella nostra casella di posta abbiamo ricevuto in questi giorni un documento che attesta che Enia era ben conscia della necessità del permesso a costruire. Almeno fino al giugno del 2009, quando ancora il cantiere doveva vedere la luce.
Riportiamo qui di seguito il passaggio di una lettera inviata proprio da Enia in data 17 giugno 2009 e recapitata a Comune, Provincia, ARPA ed ASL, sottoscritta dal Direttore della Divisione Progettazione e Gestione Impianti, l'ingegner Giancarlo Giachetti.
“Le opere in progetto si svolgono tutte su area di proprietà Enia, che è libera da vincoli e risulta disponibile per esecuzione dei lavori medesimi previa acquisizione del permesso a costruire che sarà richiesto, prima dell’avvio dei lavori, al Comune di Parma ai sensi dell’art. 7 punto C della L.R. del 25.11.2002. Anche per questo progetto si chiede l’espressione di parere, vincolante per l’avio dei lavori nonché gli atti eventuali conseguenti all’articolo 10 del DL 59/05.”
Quindi Iren era ben coscia della necessità del titolo.
Anche a noi profani queste parole non lasciano dubbi sulla necessità del permesso a costruire, ma non essendo esperti in materia legale ci affidiamo al pronunciamento del TAR che almeno su questa parte della vicenda rimane l’unico organo competente a scrivere la parola definitiva.
Come cittadini riteniamo che trasparenza e legalità siano i presupposti indispensabili per poter procedere all’esecuzione ed alla gestione di un impianto così complesso.
La stessa Barilla, un importante soggetto economico del nostro territorio, direttamente interessato vista l’estrema vicinanza all’impianto, aveva chiesto trasparenza in un comunicato diramato sul proprio sito che recita testualmente:
“… Barilla auspica che tutte le Istituzioni preposte all’attuazione del progetto diano tutte le informazioni, conoscenze e garanzie alla cittadinanza necessarie per rassicurarla sulla correttezza delle procedure e sull’impatto che il costruendo termovalorizzatore avrà sulla salute delle persone e sull’ambiente”
Non ci sembra che un accordo di transazione risponda a questi requisiti.
E se fino a ieri Iren si dichiarava certa della sua ragione, non si capisce come mai ora corra a gambe levate in Comune per cercare di spuntare l'accordo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 18 novembre 2011

-19 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+536 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Mancherebbero 170 giorni all'accensione del forno. Se ancora lo si farà.

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

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