giovedì 12 aprile 2012

Chi sta dalla parte dell'ambiente


-2 giorni alla manifestazione nazionale contro gli inceneritori e per la salute

Guardiamo a sabato come ad un traguardo di un lungo percorso, ma anche come un'altra tappa di quella faticosa strada verso il bene comune, un percorso che non abbandoneremo di sicuro.
I politici si riempiono spesso la bocca di belle parole: sostenibilità, ambiente, green economy, tanto è gratis.



Poi dalle loro stesse bocche emerge la verità: l'ambiente all'ultimo posto, il business e gli interessi di parte avanti a tutto, beni comuni calpestati e offesi.
L'inceneritore è un totem, un oggetto che racconta di sé più di quello che rappresenta.
Un modello inefficace di gestione dei rifiuti, una macchina con scarsissimo rendimento energetico, uno spreco di risorse, una minaccia per l'ambiente e la salute, un enorme punto interrogativo per le generazioni a venire.
Ma l'oggetto va presentato bene, come un fiore all'occhiello, uno sguardo al futuro radioso, una macchina che fa sparire i rifiuti restituendoci energia pulita.
Quante bugie hanno lastricato la strada dell'inceneritore di Parma, quante ancora ce ne racconteranno.

Non siamo certo giunti a parlare a tutti i cittadini, ma con coloro con i quali è stato possibile tessere un dialogo è nata presto una intesa e una evidenza.
L'inceneritore è contro Parma e i suoi cittadini. Sillogismo perfetto.
Sarebbe sostenibile il male minore soltanto se non ci fossero alternative, se al forno non esistesse alternativa alcuna.
Ma oggi sappiamo che con una corretta raccolta differenziata ed impianti meccanici a valle, siamo in grado di differenziare e riciclare complessivamente oltre il 90% dei rifiuti prodotti, rendendo di fatto inutile e diseconomico costruire un inceneritore, che sotto una certa taglia non regge i costi di mantenimento.
Scontato il giudizio negativo sul progetto e sul tentativo non solo di mantenere i cittadini con un basso profilo informativo ma anche di passare dati fasulli e non veritieri, oggi siamo di fronte ad un cantiere in forte ritardo, ma in avanzato completamento.
Ci si chiede che farne, se prevalesse la ragione.
Il piano economico di dismissione proposto dall'azienda olandese prevede un tempo di 5 anni per smontare il giocattolo ed arrivare poi all'utile di bilancio.
Quindi anche economicamente è possibile gestire il cambiamento. Non ci sono più scuse.
Se davvero i sostenitori del forno fossero convinti della loro affermazioni, avrebbero fatto un giretto nei Paesi Bassi per verificare la bontà della proposta alternativa.
Magari solo per la soddisfazione di dire no con la ragione dalla propria parte.
Lo starne lontani, di fronte a lettere protocollate firmate da una multiutility ben più attrezzata del gestore locale, lascia pensare, introduce dubbi.
Ecco come si dovrebbe fare, se la ragione prevalesse sul profitto.
Il benessere del territorio, anche a quello economico strategico della food valley, è prioritario. Aprire un tavolo di confronto con Iren e gestire una fase di transizione verso un modello di gestione dei rifiuti senza incenerimento.
Ecco il piano semplice e lineare per uscire dall'impasse.
Il popolo della salute lo dirà di nuovo sabato.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 12 aprile 2012

Sono passati
682 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
24 giorni all'accensione del forno, se ancora lo si farà

Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

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