Gcr? No, Fare Verde onlus
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In Italia manca del tutto una politica per la riduzione a monte dei rifiuti e la raccolta differenziata non ha ancora raggiunto i risultati che si possono realmente ottenere.
Per questo, Fare Verde ritiene che, soprattutto al Centro-Sud, in assenza di raccolta differenziata, la scelta impiantistica dell’incenerimento rischia di capovolgere la scala di priorità fissata della Comunità Europea e basata su riduzione (prevenzione), riuso, riciclaggio, incenerimento, smaltimento in discarica.
Nel mio cortile e in quello degli altri, solo riduzione e riciclaggio.
In Italia esistono diversi amministratori locali e comitati contro la costruzione di nuovi inceneritori o la realizzazione di nuove discariche. Spesso questi cittadini che difendono il loro territorio da scelte dissennate vengono accusati di “sindrome NIMBY” (Not In My Backyard – Non nel mio cortile) per dire che si oppongono ad un impianto non perché non lo giudicano valido, ma solo perché non lo vogliono nel loro territorio.
Fare Verde ritiene che l’opposizione alla realizzazione di nuove discariche e nuovi inceneritori debba avere un orizzonte più ampio ed allargarsi a tutto il territorio nazionale. Deve essere la battaglia di cittadini convinti che ci sono altre soluzioni per gestire i rifiuti. Cittadini pronti a cambiare il loro stile di vita per evitare la realizzazione di discariche ed inceneritori, non solo nel loro cortile.
Tuttavia, l’informazione su alcune soluzioni come il compostaggio, la riduzione dei rifiuti, il trattamento meccanico- biologico della frazione residua in un ciclo virtuoso di gestione dei rifiuti è molto scarsa. Sono pochissimi a conoscere i modernissimi pannolini lavabili, la maggior parte delle persone è ancora convinta che l’acqua minerale in bottiglia sia meglio di quella del rubinetto, sono ancora pochi quelli che fanno compostaggio domestico, c’è ancora un consumo sconsiderato di prodotti usa e getta…
Fare Verde è contraria alla costruzione di nuovi impianti di incenerimento per diversi motivi.
Distruggono risorse preziose non rinnovabili come la plastica ottenuta dal petrolio, metalli e vetro ottenuti da minerali.
Disincentivano la raccolta differenziata e il riciclaggio: gli impianti di incenerimento sono sempre progettati in modo da essere sovradimensionati rispetto alle esigenze del territorio e per funzionare in modo economico hanno bisogno di grandi quantità di rifiuti da bruciare. Ciò rappresenta un rischio concreto che i rifiuti prendano la strada della distruzione invece che quella del recupero e del riciclaggio: bruciare può essere più “comodo” che differenziare e riciclare.
Non eliminano il problema delle discariche: i rifiuti urbani inceneriti si trasformano in ceneri e polveri trattenute dai filtri da smaltire in discariche speciali con costi più elevati e maggiori rischi ambientali; non risolvono il problema energetico: il riciclaggio dei materiali consente un risparmio energetico di gran lunga superiore all’energia prodotta dagli impianti di incenerimento. La plastica è l’unico materiale che conviene bruciare a causa del suo elevato potere calorifico (è come bruciare petrolio) e dello scarso valore dei materiali recuperati (la plastica si può riciclare una volta sola a differenza della carta, del vetro e dei metalli). Ma la plastica rappresenta solo il 10% dei rifiuti che produciamo e può essere drasticamente ridotta!
Non risolvono l’emergenza rifiuti: la costruzione di un inceneritore richiede (inclusi gli iter autorizzativi) circa 4 anni, la realizzazione di un sistema di raccolta differenziata spinta con percentuali di recupero superiori al 60% richiede poco più di un anno, la riduzione a monte dei rifiuti è ancora più immediata: se tutti cominciassimo da subito a bere acqua di rubinetto eviteremmo la produzione di 6 miliardi 250 milioni di bottiglie di plastica da 1,5 litri all’anno (188 litri a testa per 50 milioni di abitanti)!;
Non creano occupazione: per gestire impianti altamente automatizzati come gli inceneritori occorre un numero di persone infinitamente inferiore a quelle necessarie per gestire la raccolta differenziata spinta, il recupero e il riciclaggio dei materiali.
Inquinano produzioni agricole di qualità: l’Italia si contraddistingue a livello mondiale per le proprie produzioni agricole di qualità.
Gli inceneritori emettono fumi che, per quanto controllati, inquinano il territorio e compromettono la qualità delle produzioni agricole.
Per questo anche associazioni di categoria come Coldiretti sono contrarie all’incenerimento.
Una particolare forma di inquinamento è quella delle polveri ultrasottili emesse dagli inceneritori di più recente concezione: polveri tanto sottili da non poter essere fermate da alcun filtro e ancora più pericolose ed insidiose proprio a causa delle loro ridotte dimensioni.
Questi impianti contribuiscono al riscaldamento del pianeta: gli inceneritori sono forni che producono anidride carbonica, uno dei gas responsabili del riscaldamento del Pianeta e degli stravolgimenti del clima. ricordiamo che l’Italia è già in ritardo sul raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto per la riduzione dei “gas serra” e… gli inceneritori non aiutano.
Fare Verde onlus
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 13 novembre 2012
Sono passati
41
Giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren
81
Giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani
897
Giorni dalla richiesta del piano economico finanziario dell'inceneritore
191
Giorni dalla data prevista di accensione dell'inceneritore di Parma
176
Giorni dal voto amministrativo che ha fatto vincere il no all'inceneritore
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