giovedì 13 dicembre 2012

Felino, cresce l'opposizione all'inceneritore Citterio


Il Comune ascolti i cittadini e ritiri l'autorizzazione

Pieno di cittadini all'assemblea del comitato contro il cogeneratore della Citterio, giovedì scorso, al circolo di S.Michele Gatti.
Un centinaio di persone per ascoltare la relazione di Reteambiente sulle caratteristiche tecniche dell'impianto di incenerimento del grasso e la relazione di Manrico Guerra, medico ISDE, sulla nocività delle emissioni.
Dopo il benestare urbanistico da parte del Comune di Felino e l'autorizzazione da parte della Conferenza dei servizi della Provincia, ad opporsi a questo nuovo inceneritore è solo la volontà dei cittadini, preoccupati per la loro salute e per l'ulteriore degrado di una zona vocata a produzioni alimentari di pregio.



Anche l'associazione ambientale di Felino “Natura e vita” ha manifestato la sua opposizione all'inceneritore Citterio.
L'azienda di S. Ilario Baganza, uno dei più grossi prosciuttifici della zona, produce giornalmente 9 tonnellate di scarti dalla lavorazione dei prosciutti, finora avviati per le parti secche alle industrie del pet-food, mentre le acque di lavorazione sono gestite da Iren per la depurazione, come in tutti i prosciuttifici della foodvalley.
La novità è che dal 2011 la Comunità Europea, spinta dalle lobbies dell'energia, considera il grasso animale idoneo come combustibile rinnovabile ed il governo Monti ha riconosciuto la sua combustione remunerabile da incentivi: ben 280 euro a Mwe.
Questo è l'unico motivo che ha spinto Citterio verso questo progetto.
Far soldi, beccarsi gli incentivi pubblici, i soldi delle nostre tasse.
Occorre sottolineare che non tutto ciò che è rinnovabile è sostenibile dal punto di vista ambientale e della salute umana.
Ad esempio gli inceneritori di rifiuti e le centrali che bruciano legna non lo sono.
A Citterio non interessa minimamente che una delle conseguenze dell'uso di grassi colati come combustibili sia l'emissione di ossidi di azoto in quantità molto superiore rispetto ad esempio alla combustione di gasolio, a causa della loro maggior viscosità.
A Citterio non importa che la conseguenza principale del loro utilizzo come combustibile sia il formarsi di depositi carboniosi agli iniettori del motore a cogenerazione, con grande incremento delle emissioni di diversi inquinanti, soprattutto particolato e diossine.
Citterio innalzerà i suoi due camini, quello del post combustore dell'impianto di rendering e quello del cogeneratore e da essi usciranno veleni in quantità industriali, autocertificate dalla ditta come rientranti in range dichiarati e già approvati da Arpa e Ausl.
Certificazioni formali e cartacee, che nessuno si sognerà di controllare effettivamente, come succede, ad esempio, alla Laterlite di Rubbiano.
Un documento della ditta costruttrice del cogeneratore recita : “Laddove ARPA Regionali o Autorità Comunali stabiliscano limiti diversi (di emissione) è possibile ottenerli con l'aggiunta di un abbattitore ad urea che prevede un dispositivo aggiuntivo SCR ed un consumo di urea non superiore in valore a circa il 3% del valore del carburante. Dipende dal livello di NOx da raggiungere”.
Cosa significa?
Semplicemente che per ridurre gli ossidi di azoto l'azienda aggiungerà ammoniaca nei gas di scarico, a monte di un convertitore catalitico o più semplicemente immettendola direttamente nel motore. Il convertitore catalitico SCR è composto da ceramica avvolta a nido d'ape da palladio e platino, metalli costosi. Il convertitore è facilmente rovinato dalle alte temperature dei gas di scarico che escono dal motore.
Pensate che la ditta lo cambierà spesso?
Oppure è pensabile che Citterio metta più convertitori catalitici in serie, così costosi, come raccomanda la pubblicistica scientifica per abbattere maggiormente gli ossidi di azoto?
Citterio, in realtà, prevede di abbattere gli ossidi di azoto principalmente per compensazione.
Infatti per compensare le emissioni intende fornire al comune qualche auto elettrica e sostituire il riscaldamento a gasolio di un edificio pubblico con un impianto a metano.
E siccome nel comune di Felino non ci sono apparati a gasolio, andrà a farlo nel comune di Parma.
Tanto per far vedere che qualcosa fa.
Se non ci fosse da preoccuparsi così tanto, ci sarebbe da ridere.
Per il particolato, le polveri, l'azienda prevede la depurazione tramite scrubber.
Sono torri di lavaggio attraverso cui far passare il gas di scarico.
L'acqua, nebulizzata tramite pompe a pressione, dovrebbe catturare le polveri.
Le goccioline della nebulizzazione dovrebbero inglobare le polveri e farle precipitare.
Processo che forse vale per le particelle più grosse, non certo per tutto il particolato fine, né quindi
per le diossine.
La realtà delle emissioni di polveri è ben più grave.
Bruciando grasso animale in un motore endotermico cogenerativo, la sua elevata viscosità determina il formarsi di concrezioni carboniose agli iniettori. Queste fanno si che la combustione peggiori, aumenti di molto la temperatura e alle polveri delle normali emissioni si sommino
quelle dovute alla combustione delle concrezioni stesse.
Il motore, oltre ad emettere grandi quantità di polveri, brucia male, si scalda troppo e rischia di grippare. Non a caso l'azienda prevede di alternare ogni tanto la combustione del grasso con quella di olio di colza, sempre più viscoso del gasolio ma meno del grasso, proprio per poter pulire gli iniettori.
A noi sembra proprio che Citterio con l'impianto a cogenerazione si trasformi, da prosciuttificio che era, in un'industria insalubre di classe prima, con tutte le precauzioni ambientali da assumere da parte del Comune, come recita la casistica specifica.
Molto meglio che il Comune ritiri la sua autorizzazione urbanistica e si associ ai suoi cittadini nel richiedere una nuova Conferenza dei servizi che annulli l'autorizzazione ambientale.

Giuliano Serioli

Rete Ambiente Parma
13 dicembre 2012

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