venerdì 14 dicembre 2012

Illuminiamo il futuro di Parma


La fiamma di Lucia contro quella di Ugozzolo

Il futuro di Parma rischia di morire nel camino di un forno.
Domani la fiaccolata di Santa Lucia cercherà di ribadire che esiste un'alternativa migliore alla gestione dei rifiuti e che le scelte sbagliate del passato non devono ricadere sui cittadini di domani.
Ci sono tante responsabilità nella storia dell'inceneritore di Parma.

La magistratura sta vagliando tutti i profili di chi in qualche misura ha partecipato al corso degli eventi. Più avanzano le indagini più cresce la mole di episodi oscuri, di illeciti anche di carattere penale, mettendo in luce che il progetto del Paip faceva parte di un “sistema” che in questo Paese viene portato avanti da decenni: profittare dei settori economici più prolifici per alimentare il profitto di pochi, per corroborare uno statu quo che garantisce proventi costanti e di enorme misura.
Il comparto rifiuti in Emilia Romagna vale all'anno oltre 600 milioni di euro.
Basta questa cifra per comprendere come stiamo toccando fili di alta tensione, interessi giocati ai piani alti della finanza, dai quali i cittadini vengono individuati come formichine invisibili e di nessuna importanza effettiva.
Eppure stiamo parlando di temi in stretta connessione con la vita quotidiana delle nostre città, di quei beni comuni di cui tutti i partiti o quasi si farciscono la bocca quando invitano gli elettori alla propria urna elettorale.
La triste vicenda dell'inceneritore di Parma, mostrata in tutta la sua incresciosa nudità solo grazie alla testardaggine di un gruppuscolo di indomiti cittadini, ci mostra un quadro ben poco rassicurante dell'Italia di oggi.
Un Paese accomodato su soffici poltrone, che non disdegna finti incarichi per migliorare la propria posizione economica, abituato a digerire qualunque scempio e bugia pur di portare a casa il proprio gettone di presenza nel grande circo dei vincenti.
La pantomima di Parma perdura da anni.
Ancora oggi ci sono gli irriducibili che si trincerano dietro evidenti bugie,
Il forno necessario, la mancanza di alternative, i tempi lunghi della differenziata, la salubrità dei forni.
Anche davanti all'evidenza, quando altri territori spengono per sempre i loro impianti, quando bastano quindici giorni per sfiorare il 70% di riciclo, quando malattie, sequestri, dati taroccati, nubi tossiche tinteggiano la storia degli impianti, recitano fino in fondo la loro parte.
Basterebbe un semplice conto.
Da una parte una montagna di interessi di ogni tipo e natura spinge per il camino.
Dall'altra parte cittadini a mani nude che difendono i loro diritti.
E' facile capire da che parte stia il vero.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 14 dicembre 2012

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