La fiamma
di Lucia contro quella di Ugozzolo
Il futuro di Parma rischia
di morire nel camino di un forno.
Domani la fiaccolata di
Santa Lucia cercherà di ribadire che esiste un'alternativa migliore
alla gestione dei rifiuti e che le scelte sbagliate del passato non
devono ricadere sui cittadini di domani.
Ci sono tante responsabilità
nella storia dell'inceneritore di Parma.
La magistratura sta
vagliando tutti i profili di chi in qualche misura ha partecipato al
corso degli eventi. Più avanzano le indagini più cresce la mole di
episodi oscuri, di illeciti anche di carattere penale, mettendo in
luce che il progetto del Paip faceva parte di un “sistema” che in
questo Paese viene portato avanti da decenni: profittare dei settori
economici più prolifici per alimentare il profitto di pochi, per
corroborare uno statu quo che garantisce proventi costanti e
di enorme misura.
Il comparto rifiuti in
Emilia Romagna vale all'anno oltre 600 milioni di euro.
Basta questa cifra per
comprendere come stiamo toccando fili di alta tensione, interessi
giocati ai piani alti della finanza, dai quali i cittadini vengono
individuati come formichine invisibili e di nessuna importanza
effettiva.
Eppure stiamo parlando di
temi in stretta connessione con la vita quotidiana delle nostre
città, di quei beni comuni di cui tutti i partiti o quasi si
farciscono la bocca quando invitano gli elettori alla propria urna
elettorale.
La triste vicenda
dell'inceneritore di Parma, mostrata in tutta la sua incresciosa
nudità solo grazie alla testardaggine di un gruppuscolo di indomiti
cittadini, ci mostra un quadro ben poco rassicurante dell'Italia di
oggi.
Un Paese accomodato su
soffici poltrone, che non disdegna finti incarichi per migliorare la
propria posizione economica, abituato a digerire qualunque scempio e
bugia pur di portare a casa il proprio gettone di presenza nel grande
circo dei vincenti.
La pantomima di Parma
perdura da anni.
Ancora oggi ci sono gli
irriducibili che si trincerano dietro evidenti bugie,
Il forno necessario, la
mancanza di alternative, i tempi lunghi della differenziata, la
salubrità dei forni.
Anche davanti all'evidenza,
quando altri territori spengono per sempre i loro impianti, quando
bastano quindici giorni per sfiorare il 70% di riciclo, quando
malattie, sequestri, dati taroccati, nubi tossiche tinteggiano la
storia degli impianti, recitano fino in fondo la loro parte.
Basterebbe un semplice
conto.
Da una parte una montagna di
interessi di ogni tipo e natura spinge per il camino.
Dall'altra parte cittadini a
mani nude che difendono i loro diritti.
E' facile capire da che
parte stia il vero.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Parma,
14 dicembre 2012
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