mercoledì 12 dicembre 2012

Parma centro al 67% di differenziata

15 giorni per centrare l'obiettivo di legge

Ci siamo sentiti raccontare fino allo sfinimento che per applicare la raccolta differenziata e portare la percentuale di riciclo a certi livelli fossero necessari anni e anni di intenso e faticoso lavoro.
Senza alcuna certezza del risultato.
Era quello il motivo per cui era necessario il forno inceneritore, troppi rifiuti.
Invece sono bastati 15 giorni di applicazione del nuovo sistema nella zona 0, la zona ritenuta più difficile e scabrosa per il ristretto spazio di manovra presso le case e le strade.














Quindici giorni avviati non senza difficoltà, visto che quando si tratta di modificare abitudini consolidate c'è una fase di avvio e di rodaggio che frena il processo.
Ma un dato è certamente scontato
La Rd porta a porta funziona, dà subito risultati eclatanti e rimanda al mittente le critiche dei detrattori incalliti.
In tutta Italia la raccolta porta a porta è il miglior sistema per raggiungere in poche settimane livelli di intercettazione che veleggiano verso il 70% e oltre.
La prima schermata dei risultati raggiunti fa emergere questi dati.
La frazione organica intercettata è imponente nella quantità e sicuramente anche nella qualità visto che si tratta di una raccolta dedicata.
Cala la produzione di rifiuto pro capite, segnale che indica che una corretta gestione dei rifiuti induce a comportamenti virtuosi e maggiormente coscienti.
Ci sono ancora ampi margini di miglioramento: il 33% di frazione residua è ancora una percentuale troppo alta che va sicuramente ridimensionata.
Ma la direzione è tracciata.
Il sistema è da mettere a regime.
E' il dato del centro è anche “puro”, nel senso che non sono stati considerati i centri di raccolta.
L'intera città deve andare in fretta verso un unico sistema uniforme di porta a porta puntuale, con la maggior raccolta separata per frazioni possibile.
Un particolare indirizzo va sviluppato sul filone delle plastiche eterogenee.
Sono materiali che oggi vanno a incenerimento o discarica, che in altri territori vengono utilmente recuperata e riciclate, vedi l'esempio della Revet in Toscana.
Certamente anche la filiera produttiva deve dare il suo contributo smettendo di immettere al consumo materiali non facilmente e completamente riciclabili e compostabili.
Con questa direzione di marcia l'inceneritore è inutile e inservibile, non ha carburante sufficiente.
Chi lo salverà dall'inedia?


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 12 dicembre 2012

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