Per
conoscere la verità servirà un cartomante
Non passa giorno che il
forno inceneritore non ci regali sempre nuove sorprese.
Anche oggi non manca la
notizia, che rivede al rialzo la fattura della commissione di
collaudo.
Ci eravamo fermati ieri a
55.500 euro, suddivisi tra i tre componenti della commissione stessa,
due nominati dalla Provincia, Burchi e Sassi, e uno nominato da Iren,
Consonni.
Ci eravamo dimenticati delle
spese di contorno, probabilmente costi fissi di cui, vista la scarsa
propensione alla parola della Provincia, non conosciamo alcun
dettaglio.
Ma il conto finale cresce a
si attesta a 82.400 euro, una bella sommetta che andrà suddivisa con
equità tra i cittadini clienti di Iren, che si vedranno spalmare
sulla bolletta anche questi costi.
La delibera relativa esce
come decisione della Giunta provinciale del 4 maggio 2010, con
protocollo 260 ed è intestata al Servizio Ambiente: Paip, come
approvazione dello schema di convenzione per la costituzione della
commissione di collaudo.
Qui il documento:
www.gestionecorrettarifiuti.it/pdf/collaudo.pdf
Che fatica però.
La Provincia non potrebbe
tagliare la testa al toro e certe informazioni metterle a
disposizione senza tante piroette?
Per esempio potrebbe rendere
accessibile la convenzione stipulata con Enia relativa a questa
delibera, così tanto come piccolo anello di fumo da calumet della
pace.
Potrebbe creare una pagina
web con tutta la documentazione relativa al Paip da mettere a
disposizione dei cittadini. Ma figuriamoci se lo fa.
Il conto sale quindi, ma il
cliente non si lamenterà.
Non emergeranno dai conti
delle salate bollette le spese per i collaudi.
Tutti i milioni spesi per il
forno inceneritore saranno in ogni caso recuperati dal gestore.
Viene da chiedersi.
Ma noi cittadini, che
paghiamo la bolletta per i rifiuti urbani, perché ci dobbiamo
sobbarcare i costi di un inceneritore costruito per il doppio della
necessità del nostro territorio?
Cosa centrano i cittadini
con i rifiuti speciali?
Cosa centrano i cittadini
con i rifiuti pericolosi?
Chi ha autorizzato Iren a
occuparsi anche della parte privata quando il pubblico non ne ha
giurisdizione?
E perché non lasciare
spazio anche ai privati, come vuole la legge, lasciando che sia la
beneamata concorrenza a decidere il prescelto?
Perché Parma deve respirare
i fumi emessi dai rifiuti industriali, chi ha deciso per i cittadini?
La solita bordata di domande
che non vedranno mai una risposta.
Se non quando qualche fine
cartomante interpreterà le spire del camino.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Parma,
4 gennaio 2013
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