venerdì 4 gennaio 2013

Collaudo del forno, il conto sale a 80 mila euro


Per conoscere la verità servirà un cartomante

Non passa giorno che il forno inceneritore non ci regali sempre nuove sorprese.
Anche oggi non manca la notizia, che rivede al rialzo la fattura della commissione di collaudo.
Ci eravamo fermati ieri a 55.500 euro, suddivisi tra i tre componenti della commissione stessa, due nominati dalla Provincia, Burchi e Sassi, e uno nominato da Iren, Consonni.
Ci eravamo dimenticati delle spese di contorno, probabilmente costi fissi di cui, vista la scarsa propensione alla parola della Provincia, non conosciamo alcun dettaglio.



Ma il conto finale cresce a si attesta a 82.400 euro, una bella sommetta che andrà suddivisa con equità tra i cittadini clienti di Iren, che si vedranno spalmare sulla bolletta anche questi costi.
La delibera relativa esce come decisione della Giunta provinciale del 4 maggio 2010, con protocollo 260 ed è intestata al Servizio Ambiente: Paip, come approvazione dello schema di convenzione per la costituzione della commissione di collaudo.
Che fatica però.
La Provincia non potrebbe tagliare la testa al toro e certe informazioni metterle a disposizione senza tante piroette?
Per esempio potrebbe rendere accessibile la convenzione stipulata con Enia relativa a questa delibera, così tanto come piccolo anello di fumo da calumet della pace.
Potrebbe creare una pagina web con tutta la documentazione relativa al Paip da mettere a disposizione dei cittadini. Ma figuriamoci se lo fa.
Il conto sale quindi, ma il cliente non si lamenterà.
Non emergeranno dai conti delle salate bollette le spese per i collaudi.
Tutti i milioni spesi per il forno inceneritore saranno in ogni caso recuperati dal gestore.
Viene da chiedersi.
Ma noi cittadini, che paghiamo la bolletta per i rifiuti urbani, perché ci dobbiamo sobbarcare i costi di un inceneritore costruito per il doppio della necessità del nostro territorio?
Cosa centrano i cittadini con i rifiuti speciali?
Cosa centrano i cittadini con i rifiuti pericolosi?
Chi ha autorizzato Iren a occuparsi anche della parte privata quando il pubblico non ne ha giurisdizione?
E perché non lasciare spazio anche ai privati, come vuole la legge, lasciando che sia la beneamata concorrenza a decidere il prescelto?
Perché Parma deve respirare i fumi emessi dai rifiuti industriali, chi ha deciso per i cittadini?
La solita bordata di domande che non vedranno mai una risposta.
Se non quando qualche fine cartomante interpreterà le spire del camino.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 4 gennaio 2013

Nessun commento:

Posta un commento