Da Pontetaro, Parma, l’eco di
cittadini tenuti all'oscuro di un mega progetto
Siamo un gruppo di abitanti di
Pontetaro (Parma), in via Tarona, pressi del Pub.
La nostra zona, in passato, è sempre
stata tranquilla, un piccolo angolo di paradiso.
Ma con gli anni abbiamo subito i vari
cambiamenti portati dal “progresso”: insediamento del Cepim
(Interporto merci, 86 aziende di logistica, 50 mila unità di carico
all'anno, 2,5 km quadrati di estensione, 600 mila metri quadrati di
aree coperte), il binario ferroviario che serve il Cepim stesso, le
pesanti modificazioni della rete viaria per far spazio alla
tangenziale, una cava estrattiva con relativi disagi dovuti alle
operazioni di scavo e poi a quelle di riempimento, con caroselli di
camion
(anche notturni) carichi di “inerti”.
Dei controlli sugli sversamenti
effettuati noi non siamo a conoscenza.
Nel frattempo abbiamo aspettato,
invano, una rete fognaria che, seppur promessa a parole, non è stata
nemmeno progettata.
Vorremmo portare a conoscenza dei
cittadini un progetto, pare imminente, che coinvolge la nostra zona,
la classica ciliegina sulla torta.
I proprietari della cava hanno donato
al Comune di Fontevivo, che ha accettato, il terreno su cui sorgeva
la cava stessa, alle spalle delle nostre abitazioni e vicino al Fiume
Taro.
L’intenzione del municipio è quella
di dare in affitto per vent’anni tale terreno ad un’azienda
privata che istallerà pannelli fotovoltaici per una potenza di ben 4
megawatt.
Noi non siamo contrari alla produzione
di energia pulita, ma nessuno ci ha mai avvisato di tale intenzione,
di cui siamo venuti a conoscenza solo ora, casualmente.
Abbiamo così assistito al consiglio
comunale di lunedì 8 aprile, in cui si deliberava l’accettazione
da parte del Comune della donazione del terreno.
Abbiamo sentito con meraviglia la
parole del sindaco Massimiliano Grassi, che ha dichiarato che al
momento non esiste alcun progetto, che i consiglieri di minoranza
avevamo richiesto di conoscere.
Abbiamo inoltre scoperto che l’affitto
che il Comune incasserebbe in 20 anni sarebbe “l’astronomica”
cifra di 120.000 euro (6000 euro l’anno!); inoltre i benefici
energetici derivanti dal campo fotovoltaico sarebbero di esclusivo
appannaggio della ditta locataria.
Lasciando da parte le considerazioni
legate al deprezzamento eventuale delle abitazioni adiacenti,
lasciando pure da parte considerazioni sul forte impatto visivo che
deriverebbero da questo impianto, ci amareggia la consapevolezza che
l’opinione di noi abitanti non interessi all’amministrazione.
A conferma di ciò riportiamo ciò che
è accaduto a fine seduta.
Terminato il consiglio, uno degli
abitanti ha chiesto pacatamente la parola, per fare alcune
considerazioni, parola che gli è stata data con un certo fastidio,
visto che il primo cittadino aveva molta fretta.
Anche un’altra signora ha espresso
alcune perplessità, e in quel frangente è stata oggetto di pesante
ironia da parte del Sindaco, che ha invitato i presenti a prendere un
appuntamento, perché lui non aveva tempo.
Ci auguriamo che almeno gli altri
consiglieri di maggioranza siano rimasti avviliti per i modi tenuti
del sindaco Grassi nei nostri confronti, ricordando che sono loro a
dovere rendere conto ai cittadini dell’operato
dell’Amministrazione, non il contrario.
Ci auguriamo che, data la portata di
tale insediamento, ogni persona interessata all’ambiente del nostro
paese si faccia sentire e protesti con chi, con arbitrio, ha già
deciso quello che, invece, dovrebbe essere condiviso.
Gli abitanti di Via Tarona
12 aprile 2013
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