A Ferrara
la linea che seguirà anche Parma
Largo ai
rifiuti speciali e al bacino regionali
E tanti
saluti ai rifiuti a km zero
da La Nuova Ferrara
http://goo.gl/pnxMHg
Si chiude la guerra
pluriennale tra Hera e Provincia sull’inceneritore di via Diana.
Il “disarmo bilaterale”
è stato firmato sulle carte della nuova Autorizzazione integrata
ambientale che regola il funzionamento dell’impianto, e prevede,
come tutti gli accordi, un compromesso. Da una parte, si legge la
nota della Provincia, Hera abbandona il contenzioso (si era finiti
davanti al Consiglio di Stato) sulla possibilità di usare
l’inceneritore al limite delle 142mila tonnellate annue, e ritira
la richiesta di impiegarlo anche per bruciare le biomasse.
In più, l’azienda ha
accettato di ridurre in maniera significativa i limiti di emissione
di sostanze inquinanti, si va da -36 fino a -98% a seconda del gas in
questione.
La contropartita è però
altrettanto importante, e vitale per gli interessi della
multiutility.
Viene infatti introdotta in
autorizzazione la possibilità di allargare all’intera regione il
bacino di approvvigionamento di rifiuti urbani, «così come disposto
dalla legge regionale 23 del 2011».
Resta prioritaria la
necessità di smaltire tutti gli Rsu prodotti nell’ambito
provinciale, per poi importare, appunto, quelli emiliano-romagnolo.
Solo in un secondo tempo, se
resta capacità di smaltimento rispetto alle 130mila tonnellate
annue, sarà possibile «in via complementare e minoritaria»
incenerire in via Diana anche i rifiuti speciali non pericolosi.
E’ quest’ultima
formulazione, in realtà, a contenere la novità più rilevante
rispetto alla situazione cristallizzata dalla precedente Aia e al
centro delle liti in tribunale.
L’autorizzazione del 2008,
infatti, conteneva una specifica limitazione quantitativa sui rifiuti
speciali, che sono quelli più ambiti visti i prezzi di smaltimento,
e sono già a mercato. Non se ne potevano bruciare più di 30mila
l’anno, sempre nell’ambito dei 130mila totali.
Oggi, invece, questo tetto è
di fatto eliminato, e vista la drastica riduzione dei rifiuti urbani
connessa all’ampliamento della raccolta differenziata, questa nuova
situazione consentirà a Hera di ammortizzare meglio i costi
dell’impianto. Del resto, si fa presente in Castello,
l’orientamento legislativo generale sta andando in direzione della
liberalizzazione dei rifiuti speciali e il round di fronte al
Consiglio di Stato presentava più incognite rispetto alla sentenza
del Tar dell’Emilia Romagna, che aveva promosso a pieni voti la
Provincia.
I nuovi tetti degli
inquinanti sono, evidentemente, anche il frutto delle osservazioni di
questi anni sulle emissioni reali. L’inceneritore sta normalmente
molto al di sotto dei livelli del 2008, quindi il taglio dei limiti
emissivi è stato davvero spettacolare. Le polveri totali consentite,
per esempio, non dovranno superare i 500 chilogrammi all’anno, pari
ad una riduzione del 50%. Gli ossidi di azoto si sono visti ridurre
il “tetto” del 36%, i metalli addirittura del 97% e gli ossidi di
zolfo del 98%. «Ciò comporterà una serrata selezione della
quantità e qualità del materiale da smaltire, per non provocare
sforamenti nei flussi di massa ed un accurato monitoraggio delle
emissioni» dicono gli assessorati all’Ambiente di Comune e
Provincia. Sono state prescritte analisi di ulteriori sostanze e
valutazioni analitiche e modellistiche tali da avere reali garanzie
sulla sostanziale invarianza delle immissioni e conseguentemente
delal qualità dell’aria. E’ stato infine confermato il
monitoraggio anche delle polveri ultrafini, le 2,5.
L’inceneritore, è il caso
di ricordarlo, è anche al centro del progetto geotermia bis, che
prevede appunto l’impiego della termovalorizzazione per integrare
la produzione di calore da acqua calda prelevata da un nuovo
giacimento individuato nella zona est. Il progetto è però in
bilico.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Parma,
7 agosto 2013
L'inceneritore
di
Parma
avrebbe
dovuto
accendersi
458
giorni
fa
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