Come
coltivare bio risparmiando acqua, petrolio e posti di lavoro
di Gianluigi Salvador
Il sottotitolo del libro
“L'orto senz'acqua”, coltivare bio con il cippato per risparmiare
acqua, petrolio e lavoro, è un’ottima indicazione per dare una
svolta efficace ai metodi di coltivazione senza protesi chimiche,
rispettando la sostenibilità dei cicli chiusi e ottenere anche dei
risultati economici.
L'autore è Jacky Dupety,
l'editore Terranuova.
Era noto l’utilizzo del
cippato come ammendante compostato in casa, o nei centri di
compostaggio come complemento ai rifiuti organici urbani.
Forse non è noto che
soprattutto in Francia, (ma anche in Canada, Belgio, Italia) esiste
una rete organizzata di agricoltori che utilizzano il metodo di
coltivazione a BRF (Bois de Raméaux Fragmentés) ovvero a cippato di
ramaglie fresche, metodo oramai sperimentato di autofertilizzazione
del terreno, efficace soprattutto dove c’è poca piovosità.
Un approccio innovativo che
prende in considerazione la pedogenesi dei terreni e la vitalità del
suolo. Un recupero della desertificazione dei suoli che, nelle nostre
pianure, è accentuata dal disboscamento, dalla distruzione di siepi,
dall’irresponsabile incentivazione alla costruzione di centrali a
biomassa di cippato che, su migliaia di ettari di terreno, utilizzano
protesi chimiche e lasciano dopo qualche decina d’anni i terreni
completamente desertificati.
Qualche centimetro di
cippato BRF sul suolo agricolo o sul terreno orticolo ogni
tre-quattro anni, e sotto gli alberi, anche 10-12 centimetri di
spessore. Ed i risultati si vedono.
Quanti sono disposti a fare
il passo della novità, quanti sarebbero oggi pronti a rinnegare il
sacrosanto compost?
Il cippato non mette solo in
discussione le tecniche consuete, ma sconvolge la nostra filosofia
dell’agricoltura, costringendo a pensare gli attuali rapporti
“perversi” che intratteniamo con la madre terra.
Proprio mentre l’agricoltura
attraversa una delle sue crisi più gravi, questo nuovo approccio
agronomico mette in luce una speranza, fino a poco tempo fa
impensabile: l’agricoltura è in grado di produrre più energia di
quella che consuma piantando siepi e boschi a supporto e complemento
della produzione di cibo.
L’agricoltura del resto è
l’unico settore produttivo che è in grado di creare il moto
perpetuo attraverso le eccedenze agricole, grazie all’energia
solare, è in grado di gestire il suo fabbisogno idrico, di essere
rispettosa dell’ambiente, e produrre cibi di qualità e sani se
utilizza processi di produzione sani.
L’antropocene, l’epoca
delle energie fossili a basso prezzo sta per finire, ma ci ha dato la
grande occasione per capire che esistono processi naturali efficaci e
sostenibili che noi possiamo utilizzare e sfruttare entro i cicli
chiusi.
Uno di questi è l’approccio
dell’utilizzo del BRF.
Tutte le civiltà del
passato del resto sono state sostenute da tre sole potenti fonti
energetiche veramente rinnovabili: papà sole, mamme piante (legno e
carbone di legna) e sorella energia muscolare (animale e umana),
quest’ultima sempre dimenticata nell’elencazione delle energie
rinnovabili. Esse infatti sono tre vere fonti rinnovabili ed in
alternativa alle consuete rinnovabili tecnocratiche (eolico,
fotovoltaico, geotermico, etc) tutte dipendenti dal petrolio per la
costruzione degli impianti.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Parma,
20 novembre 2013
L'inceneritore
di
Parma
è stato acceso
84
giorni
fa
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