di Roberto Alibardi - Aliplast s.p.a.
Ecco il testo di una lettera aperta
apparsa il 18 novembre a pagamento sul Sole 24 ore che denuncia la
situazione del settore del riciclo della plastica
Caro Cittadino, è bene che tu sappia
Ho fondato e dirigo un’azienda che
oggi occupa più di 400 persone con il suo indotto, senza mai aver
beneficiato di finanziamenti pubblici, che crea dai rifiuti un volume
d’affari in Italia di quasi 100 Milioni di Euro l’anno e produce
anche in questo momento valore aggiunto da ciò che altri considerano
solo un costo, magari facendolo pagare alla collettività.
La mia azienda ricicla – in Italia –
più del 10% di tutta la plastica riciclata nel nostro Paese. Questo
permette di far risparmiare ogni anno più di 120.000 tonnellate di
emissioni di CO2 rispetto a quanto avverrebbe con produzioni
realizzate in materie plastiche vergini.
Non basta, questa attività utilizza
buona parte del materiale plastico riciclato per produrre gli stessi
imballaggi plastici che ha raccolto e riciclato; alla fine della loro
vita li raccoglie e ricicla nuovamente. E’ presa quale esempio di
“circular economy” da numerose aziende estere che tentano di
imitare questo modello.
Sono orgoglioso di essere italiano ma
non posso ulteriormente sopportare, anche come imprenditore, quello
che vedo accadere.
In estrema sintesi:
Subisco un costo energetico
praticamente doppio rispetto ai miei competitor esteri. Il Governo
concede sgravi per le imprese energivore ma… si “dimentica” del
comparto del riciclo delle materie plastiche che permette enormi
risparmi di emissioni CO2 e savings energetici rispetto alla
produzione di plastiche vergini;
Davanti a modelli virtuosi dal punto di
vista ambientale che fanno anche risparmiare il cittadino, il nostro
Paese continua a preferire e supportare sistemi monopolistici per la
gestione dei rifiuti da imballaggio che, tra l’altro, chiedono un
sacco di denaro ai cittadini senza dimostrare di raggiungere i minimi
risultati richiesti dalla legge, annichilendo iniziative quali la
mia. Nei Paesi evoluti, invece, viene incentivata e sostenuta
l’apertura del mercato a molteplici operatori messi tra loro in
concorrenza con regole paritarie;
Vedo che la Commissione Europea sta
discutendo come creare nuovi posti di lavoro e benefici ambientali
attraverso l’aumento drastico degli obiettivi di riciclo, mentre in
Italia stiamo ancora chiedendoci come fare a costruire nuovi
termovalorizzatori e/o aumentare una raccolta differenziata di
rifiuti plastici che non tiene però conto del loro effettivo
recupero, anzi togliendo l’opportunità ai pochi volenterosi di
fare impresa nel nostro Paese, cioè di creare occupazione e realtà
innovative, e sempre a spese del cittadino!
E’ per il mio orgoglio di essere
italiano che ho ingaggiato, nell’interesse non solo mio, una
battaglia chiedendo che queste cose cambino, ma concretamente e
velocemente, per non essere costretto a trasferire la mia attività
all’estero.
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