Seguendo la politica di autogol se ne sono visti tanti, ma quello del Pd di Parma sull’inceneritore li ha superati tutti.
Dopo che da mesi vigeva plumbeo il “silenzio stampa” sull’argomento, senza alcuna motivazione dettata da particolari novità sopraggiunte, la direzione del partito ha diffuso un documento che tra banalità, frasi di circostanza, e manifestazioni di incompetenza, una cosa chiara l’ha detta: Parma deve fare l’inceneritore, non si può fare diversamente.
La chiarezza è sempre apprezzabile ed in politica è merce rara, anche se in un sol colpo i democratici si sono fumati un sacco di voti, con tutti i media locali che giustamente riconoscevano, tra l’altro con grande visibilità, nel Pd “il partito dell’inceneritore”.
Causando pure qualche dimissione dal partito.
Stupisce però che nella sbrodolata del documento del Pd non ci sia alcun riferimento ai costi di costruzione dell’inceneritore, che stanno schizzando alle stelle e graveranno sulle tariffe dei cittadini, alla negazione del Piano Economico e Finanziario e all’assurdità dell’amministratore di Iren Andrea Viero che ha avuto la spudoratezza di dire che non ne esiste uno approvato, con tanto di lettera protocollata.
Su tutti questi temi, che sono il cuore del problema, interessi, business di tanti, il silenzio è assoluto ma in compenso il Pd di altre cose ne ha dette, e purtroppo ha raccontato anche delle bugie.
Sostiene che non ci siano alternative all’inceneritore.
Ecco la prima bugia. L’alternativa c’è ed è già praticata: raccolta differenziata del 75% (dato che neppure gli incenitoristi più disonesti intellettualmente negano possa essere raggiunto); i sacchi del 25% di indifferenziato rimanente vengono aperti e messi su dei nastri trasportatori sui quali manualmente una batteria di operatori differenzia un ulteriore 15% (mi pare una tecnologia piuttosto intuitiva!); estrusione a freddo certificata dall’Università di Padova del rimanente per produrre materiale per l’edilizia. Ma anche se questo ulteriore recupero non ci fosse, il residuo sarebbe già equivalente inferiore alle scorie prodotte dall’inceneritore, che comunque dovranno essere smaltite in una discarica fuori provincia. Quindi, anche se avremo l’inceneritore, è una bugia che la nostra provincia sarebbe autosufficiente, a meno che davvero non pensino di fare una discarica delle ceneri a San Secondo e che le loro smentite siano le solite furbizie.
Il Pd nel suo documento scrive che “il monitoraggio degli impianti funzionanti in regione ha evidenziato dati ampiamente rassicuranti relativi alle loro emissioni”. Il riferimento è al progetto Moniter sugli effetti sulla salute degli inceneritori in Emilia Romagna realizzato dalla Regione e da Arpa, due enti direi non integralisti ed eversivi contro gli inceneritori, anzi.
Sui risultati di Moniter il Pd non si può permettere di raccontar frottole, perché l’argomento della salute è troppo serio per raccontare menzogne.
Però, visto che fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, per scrupolo abbiamo dato una occhiata ai documenti.
Azione che tutti possono fare semplicemente attaccandosi ad un computer e digitando questo indirizzo: http://www.arpa.emr.it/pubblicazioni/moniter/generale_1526.asp
Gli studi di Moniter sul tema “Inceneritore e salute” sono tre:
1. “Valutazione epidemiologica degli effetti sanitari - Studio sugli effetti riproduttivi”
2. “Effetti sulla riproduzione nei soggetti esposti agli inquinanti emessi dagli inceneritori”
3. “Studio di mortalità sulla coorte dei lavoratori”
Nelle conclusioni del primo studio sugli effetti riproduttivi, a pagina 32 si legge che “è rilevato una associazione coerente e statisticamente significativa tra i livelli di esposizioni ad emissioni da inceneritore e nascite pretermine”. Alla stessa conclusione giunge il secondo, a pagina 2, “un trend associato ai livelli di esposizione si evidenzia per i nati pretermine”.
Non sono conclusioni così rassicuranti come dice il Pd, e comunque si tratta di studi condotti su un ambito sanitario molto specifico. Le rassicurazioni sui rischi di tumori ai polmoni e al cervello, sui danni alle vie respiratorie, sugli effetti cancerogeni delle nanoparticelle di cui si dibatte in tutto il mondo dove sono?
Ma il Pd di Parma ci ha rassicurato che non ci sono problemi, evidentemente a dargli ragione sarà il terzo studio, ovvero quello sulla mortalità dei lavoratori degli inceneritori.
Nelle conclusioni di pagina 8 leggiamo: “In considerazione dei problemi riscontrati nella ricostruzione accurata dei componenti della coorte dei lavoratori, è stato deciso di sospendere lo studio e di non procedere all'analisi dei dati”.
Quindi, i primi due studi negativi e comunque assolutamente parziali e il terzo, quello sulla mortalità dei lavoratori, sospeso.
Il Pd di Parma ha il coraggio di scrivere che “gli studi hanno evidenziato dati rassicuranti”.
Davvero non si sa come commentare questo partito e la sua credibilità, o meglio, lo sappiamo benissimo ma è meglio finirla qui.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 8 febbraio 2011
-453 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+253 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Nessun commento:
Posta un commento