sabato 12 febbraio 2011

Le ceneri di Iren

Ora lo stop ai lavori fuorilegge dell'inceneritore di Parma

Era il luglio del 2009 quando Iren ricevette un finanziamento della Banca Europea degli Investimenti per portare avanti il progetto del Pai di Parma.
100 milioni di euro ora a rischio, per la procedura di infrazione aperta dall'Europa nei confronti di Iren, colpevole di condurre un progetto senza aver vinto nessuna gara d'appalto.
Il Pai di Parma naviga ora in acque molto agitate.



Il direttore di Iren Viero è stato condannato dalla Corte dei Conti al pagamento di mezzo milione di euro per un danno erariale quando era impegnato in Friuli nel governo Illy. Una delibera del consiglio comunale di Reggio Emilia vieta che cariche in società partecipate possano essere occupate da persone condannate. Quindi il suo posto vacilla: è virtualmente dimesso forzatamente dalla delibera votata a larga maggioranza dai cugini reggiani.
Ma non se la passa meglio il vicepresidente, Luigi Villani, che non parla a nessuno dell'inceneritore ma che è al centro di un fuoco incrociato per le troppe cariche ricoperte. Esposto alla Consob, mozione del consiglio comunale di Reggio Emilia.
Le nubi sul progetto dell'inceneritore di Parma si addensano anche sulla gara d'appalto europea per l'affidamento delle opere edili: un succoso bocconcino da 43 milioni di euro, per costruire sinteticamente degli edifici, delle murature, quindi senza particolari rischi e necessità di tecnologie.
La gara che, in periodi di crisi, ci si sarebbe aspettati affollata, vide la partecipazione di una sola società, la CCC di Bologna, un'azienda nell'orbita dei governi regionali in carica. Una curiosa unica proposta, che certo non ha comportato grandi vantaggi per i cittadini mancando totalmente di concorrenza e di confronto dei costi, per trovare la soluzione che facesse spendere meno soldi ai contribuenti.
Ma anche sul fronte della pericolosità dell'impianto in costruzione cresce l'allarme. Una moratoria sulla costruzione degli inceneritori era stata infatti richiesta dall'Ordine dei Medici dell'Emilia Romagna nel 2007, ma messa subito nel cassetto ed ignorata in toto dalla regione. La prese di posizione dei medici aveva scatenato l'allora ministro dell'industria Bersani, che aveva subito preso le difese degli impianti e accusati di allarmismo i medici. E' di oggi invece la puntata di Ambiente Italia (Rai), che ha focalizzato i danni sanitari provocati dall'inceneritore di Brescia, dove un intero quartiere è sottoposto ad uno screening generale per verificare un incremento anomalo delle malattie nei bambini. A Montale invece pare che anche gli sforamenti delle emissioni di diossina nell'impianto di incenerimento locale, dotato naturalmente delle migliori tecnologie, non faccia scattare alcuno stop all'impianto e venga ignorato dalle autorità.
L'Egitto ci sta insegnando come alla fine, molto alla fine di un lungo percorso di soprusi, inganni, angherie, utilizzo del potere a fini personali, il popolo ribolle e va in piazza per rivendicare la propria dignità, a costo della vita.
Speriamo che nel nostro Paese non si arrivi a tanto e che la ragione prevalga.
Fermiamo subito questo progetto, stoppiamo i lavori ad Ugozzolo, prima che i danni siano definitivi. L'impianto immetterà in atmosfera ogni anno oltre 3 tonnellate di Pm 10 in più rispetto ad oggi. E' proprio di ieri la grande preoccupazione per la massa d'aria putrida che sta impestando il nostro territorio da giorni.
Pensate che in questa grave situazione si possa aggiungere ancora altro inquinamento?
Dov'è finita la ragione?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 12 febbraio 2011
-449 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+257 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Nessun commento:

Posta un commento