Davanti alle istituzioni per approfondire il tema dell'inceneritore.
Il 23 marzo vedrà finalmente la luce la seduta congiunta delle commissioni Ambiente e Salute, precedentemente annullata lo scorso 28 gennaio, convocata per “consentire una riflessione pacata ed oggettiva su una questione molto complessa e con diverse sfaccettature”.
A presentare le loro relazioni ci saranno 8 esperti, di cui 4 indicati dalla nostra associazione.
Ernesto Burgio, coordinatore scientifico dell'Associazione Medici per l'Ambiente, Paola Zambon, responsabile del Registro Tumori del Veneto, Giuseppe Miserotti, presidente dell'Ordine dei Medici di Piacenza, Marco Caldiroli, dell'Asl Provincia Milano 1, sono i tecnici di levatura nazionale che illustreranno la loro conclusione nei riguardi dei rischi legati all'utilizzo di un forno inceneritore per la gestione dei rifiuti.
Il contraddittorio sarà garantito da due tecnici di Moniter della Regione Emilia Romagna, e da due delegati dell'Istituto Superiore di Sanità, Gaetano Settimo e Giovanni Marsili.
L'appuntamento è fissato per le 14,30 di mercoledì 23 marzo, in seduta pubblica, convocata nella sala consiliare del comune di Parma.
Come per lo sfumato appuntamento di gennaio, l'associazione Gcr chiederà la diretta televisiva, per permettere al maggior numero di parmigiani di seguire l'importanza appuntamento che riguarda tutti, visto che l'impatto ambientale generato dall'impianto di Ugozzolo tocca tutto il territorio.
Un evento che valica anche i confini provinciali visto che il tema dell'incenerimento dei rifiuti sta ormai da tempo legandosi a disastri ambientali, emergenze sanitarie, visioni dell'avvenire per il nostro pianeta in crisi di risorse.
La giornata è stata presentata ieri dal presidente della commissione Ambiente Giuseppe Pantano, alla presenza dell'assessore Sassi e del delegato alla Salute Fabrizio Pallini.
Richiesta dal Gcr nel settembre dello scorso anno, la seduta della commissione è stata approvata dal sindaco di Parma Vignali, che intende approfondire tutti gli aspetti legati ai rischi sanitari e ambientali dell'inceneritore, oggi in fase costruttiva a fianco dello stabilimento della Barilla e di fronte al nuovo centro ricerche della Chiesi Farmaceutici.
La querelle inceneritore è oggi il tema centrale del dibattito cittadino.
I gravi rischi legati al funzionamento di un inceneritore di rifiuti urbani e speciali sono testimoniati dalle tante inchieste in corso in Italia, l'ultima delle quali legata all'impianto di Pietrasanta, che lo scorso anno è stato posto sotto sequestro per avere inquinato e avvelanato il torrente Baccatoio, che scorre a fianco dell'inceneritore, con diossine e metalli pesanti fuoriusciti dal sistema di raffreddamento delle ceneri.
Il Baccatoio è un corso d'acqua che sfocia dopo solo 3 km sulla spiaggia della Versilia, attorniato da campi coltivati e da abitazioni.
Poco lontano, a Montale, è in corso il processo a carico dei responsabili di un altro inceneritore, che ha causato il superamento dei livelli di inquinanti emessi in atmosfera senza che ciò abbia fatto scattare i provvedimenti cautelativi per la protezione della popolazione.
Sono infatti le popolazioni residenti nei pressi degli impianti che risentono in maggior misura degli ricadute degli inquinanti emessi dal camino.
Una tecnologia, quella dell'incenerimento dei rifiuti, ormai in via di abbandono, anche sotto l'indicazione della nuova direttiva europea 98/2008 che traccia la strategia del futuro, indicando nella “società del riciclo” l'obiettivo comunitario a cui puntare.
Troppi i rischi legati a questi impianti insalubri di classe prima, troppi gli sprechi di materie preziose che devono invece essere recuperate attraverso il riciclo e il riuso.
E' ormai evidente che la costruzione degli inceneritori fa gola soltanto ai gestori per una mera questione economica. L'Italia infatti incentiva l'incenerimento con sovvenzioni pubbliche che trasformano gli impianti in macchine da soldi. La norma italiana sui assimilati, che ha permesso tale scempio, è stata punita dall'Europa, che ha messo sotto infrazione il nostro Paese.
L'inceneritore è oggi una tecnologia desueta, che viene sostituita senza difficoltà dal trattamento a freddo dei rifiuti, che consente senza grandi investimenti, di gestire i materiali post consumo in modo pulito, trasformando i grandi costi in utili, come dimostrato dal centro riciclo di Vedelago, che il 15 marzo verrà raggiunto dalla missione parmigiana targata Gcr, in cerca di conferme.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 11 marzo 2011
-422 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+284 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
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