martedì 5 aprile 2011

In ritardo sulla raccolta differenziata

Il consigliere comunale Marco Ablondi, Rifondazione Comunista, ha presentato il 2 aprile scorso un'interrogazione per sollecitare l'attivazione del servizio di raccolta differenziata in centro, dove ancora persiste il vecchio sistema del cassonetto stradale, grande nemico delle buone pratiche di separazione dei materiali e manca la raccolta dell'organico.
Lo ringraziamo pubblicamente perché è su questo tema che finora le amministrazioni locali si sono dimostrate in ritardo e vorremmo che si cominciasse ad affrontare il problema con decisione e volontà di perseguire risultati in tempi brevi.



La situazione di Parma, nonostante le affermazioni dell'assessore Sassi, non spicca certamente per essere presa a modello nel panorama italiano.
Oltre la modesta percentuale raggiunta finora (47%), un altro dato negativo è il trend in crescita della produzione pro capite dei rifiuti, altro importantissimo indicatore della buona gestione del territorio da parte delle amministrazioni.
In Emilia-Romagna i buoni risultati della raccolta differenziata vengono giocoforza ridimensionati dall’elevata produzione di rifiuti, ben al di sopra di Veneto e Lombardia, regioni con caratteristiche simili alla nostra, per insediamenti produttivi e tenore di vita.
A Parma si producono circa 580 kg per abitante e ciò in gran parte è dovuto alla presenza dei cassonetti stradali indifferenziati, che permettono di introdurre impropriamente anche i rifiuti delle attività commerciali. Rifiuti questi che andrebbero separati dal flusso dei rifiuti urbani e che oltretutto si presterebbero ad una differenziazione spinta.
E’ evidente anche ai non addetti ai lavori che se diamo la possibilità a chiunque di accedere ad un cassonetto con una bocca di grandi dimensioni, ci troveremo poi una serie di oggetti che altrimenti andrebbero conferiti ai centri di raccolta oppure gestiti in circuiti a parte.
Mancano oggi politiche decise e chiare per la riduzione dei rifiuti, così come non esiste un serio regolamento comunale per incentivare gli acquisti verdi da parte della pubblica amministrazione e del privato, in modo da far partire un circolo virtuoso che crei un mercato (e nuovi posti di lavoro) per le aziende che fanno uso di materiali riciclati.
Altro problema su cui poco ci si sofferma è quello relativo alla qualità della raccolta differenziata che, a causa di errati conferimenti o scelte sbagliate di attuazione, compromette gli incentivi che vengono percepiti dal Conai e obbliga le piattaforme riceventi ad inviare a discarica o incenerimento parte del materiale raccolto con la differenziata.
Per fare un esempio concreto, la scarsa qualità delle frazioni differenziate ha registrato un mancato introito di 600.000 euro da parte del CONAI per il comune di Parma.
Il nostro cassonetto giallo, la cosiddetta raccolta multi-materiale pesante, causa problemi per il basso indice di recupero di materiale in quanto il vetro, raccolto insieme a plastica e barattolame, viene schiacciato nei camion compattatori, andando a compromettere o rendere particolarmente difficile il recupero di parte del materiale.
Scelta ottimale sarebbe invece quella di ripristinare le campane stradali per raccogliere separatamente il vetro e raccogliere nel multimateriale plastica, barattolame e tetra-pak (ora non previsto nella differenziata di Parma).
La gestione dell’organico a Parma ha poi una storia particolarmente travagliata: sono stati spesi ben 6 milioni di Euro di soldi pubblici per un impianto che doveva trattare l’organico della provincia di Parma per produrre fertilizzante di buona qualità.
Dal 2006, anno dell’inaugurazione, non ha mai prodotto 1 solo kg di compost e ad oggi sappiamo che l’impianto verrà stravolto, con una spesa aggiuntiva di altri 4 milioni di euro, per trattare la frazione residua del trattamento meccanico biologico che verrà inserito nel PAI.
L’organico dunque continuerà ad andare fuori provincia con una gestione quanto mai contraddittoria da parte di Iren, che in un primo momento aveva consegnato ai cittadini sacchetti in mater-bi per poi passare ad una fornitura di sacchetti in plastica senza fornire nessun tipo di comunicazione.
Prova ne sia che molti malcapitati compostatori domestici si sono trovati sacchetti intatti, che credevano invece compostabili, dopo mesi dal deposito nella compostiera.
Insomma, l’unica nota positiva che ci sentiamo di fare in questa analisi è che abbiamo ampi margini di miglioramento per ridurre al minimo i conferimenti in discarica o agli inceneritori.
Le possibilità di operare una migliore gestione ci sono: ci deve essere la volontà politica di andare in questa direzione e la disponibilità di Iren a dimostrare che massimizzare il recupero ed il riciclo dei materiali rientra nelle priorità della missione aziendale.
Occorre investire molto sulla comunicazione per fare in modo che i cittadini si sentano coinvolti in un processo virtuoso e che percepiscano come positivo il contributo che possono dare quotidianamente.
Il GCR è disponibile a fare la sua parte, coinvolgendo i consulenti, facendo opera di sensibilizzazione, promuovendo la rete con le realtà italiane ed estere all’avanguardia.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 5 aprile 2011
-397 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+309 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

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