martedì 5 aprile 2011

Noi non ci sentiamo sicuri

Il Sindaco Vignali ha detto come la pensa sulle risposte date da Iren dopo mesi di attesa e si dice rassicurato, anche se continuerà a vigilare.
Noi abbiamo analizzato le risposte e non possiamo mostrare la stessa serenità perché le risposte sono parziali, non impegnative e in alcuni casi non pervenute.
Sulle plastiche ad esempio avevamo chiesto di trattare tutte le plastiche non-Corepla con il sistema ad estrusione di Vedelago, anziché inviarle ad incenerimento con le conseguenti emissioni di diossine. Su questo Iren non ha risposto.



Sui rifiuti da fuori provincia Iren rassicura che il documento di riferimento su cui ci si basa è l’AIA e andando a leggerla si evince che, pur fissando il conferimento “esclusivamente dal territorio provinciale” si tiene aperta una porticina (non si sa mai) aggiungendo subito dopo la magica postilla “salvo autorizzazione dell’autorità competente” che poi per parlare chiaro è la Provincia.
Gli industriali che chiedono a gran voce l’impianto di Ugozzolo per ridurre i propri costi di smaltimento, dovrebbero anche loro leggersi l’AIA che, per i rifiuti speciali riporta che “Enìa dovrà garantire la priorità dello smaltimento dei rifiuti provenienti da operazioni di bonifica di siti contaminati e da discariche di rifiuti urbani”.
Con una capacità ricettiva del forno di 65.000 tonnellate/anno, 600.000 tonnellate/anno di rifiuti prodotti dalle nostre aziende e 20 milioni di tonnellate di rifiuti stoccati nelle discariche da bonificare i nostri industriali dovranno attendere in fila per anni, prima di avere gli agognati sconti sulla tariffa.
Per i fanghi Iren rassicura che la soluzione dell’essicazione e dell’incenerimento è la migliore disponibile, evitando però di specificare che la combustione dei fanghi porterà profitti stratosferici alla multi-utility torinese rendendo palese il motivo per cui non sono state valutate altre soluzioni, come la bio ossidazione a umido o il bio digestore.
Sugli aspetti sanitari se il sindaco avrà modo di leggere i verbali della Commissione Ambiente e Salute del 23 marzo scorso si renderà conto che tanto sicuri non dovremmo essere se non altro perché gli stessi esperti di Moniter, studio di cui abbiamo già espresso i nostri dubbi, hanno confermato l’incremento di parti prematuri per le donne che vivono nei pressi di impianti di incenerimento.
Non ci sentiamo sicuri per il particolato ultra-fine per cui non esistono studi consolidati e nemmeno filtri che riescano a bloccarli, e si sa già da ora che si tratta dell'inquinante più pericoloso in assoluto.
Non ci sentiamo sicuri per i rischi che il Dott. Burgio di ISDE ha paventato in Commissione relativamente alle modificazioni genetiche dei feti, senza essere smentito né da Moniter né dall'Istituto Superiore Sanità.
Su fanghi e plastiche il sindaco ha detto che chiederà ad Iren soluzioni alternative e questo è sicuramente un fatto positivo, vuol dire che le plastiche non vanno bruciate, come invece vuol fare Iren. Il messaggio è chiarissimo e per noi vale come una prescrizione.
Chiediamo però tempi certi e progetti concreti, così come sulla raccolta differenziata.
In quanto tempo si pensa di togliere i cassonetti stradali ed applicare la tariffa puntuale?
Sono anni che l'assessore Sassi annuncia l'avvio della buona pratica ma finora solo parole.
Iren non ha ancora fornito il Piano Economico Finanziario, che non è citato nella risposta del sindaco Vignali, un documento fondamentale per capire come questo impianto verrà pagato e da chi.
Una domanda semplice semplice per tutti i decisori.
Se questo impianto un brutto giorno si guastasse e cominciasse ad emettere inquinanti oltre la norma, da chi ed in quanto tempo sarebbe fermato?
Le risposte a questo quesito non le abbiamo lette da nessuna parte.
Sia data questa informazione ai cittadini per rassicurarli sul loro futuro.
A Pietrasanta per chiudere l'inceneritore che avvelenava l'acqua di un torrente (2 km dalla spiaggia, attorniato di coltivazioni) è passato un anno.
Una seconda scomodissima domanda.
I filtri a maniche, che dovrebbero garantire una emissione entro i limiti di legge, quando e come verranno sostituiti? Chi controllerà? I filtri sono costosissimi e perdono in poco tempo le loro capacità di intercettazione.
La tecnologia dei filtri è avanzata rispetto a quando sono state scelti quelli da impiegare a Parma. Iren ci conferma che utilizzerà i filtri di ultimissima generazione, o adotta quelli ormai di tecnologia superata di qualche anno fa?
Anche in questo caso non abbiamo letto nulla di rassicurante.
Ci sembra che il sindaco si sia accontentato di poco.
Ci sarebbe un modo semplice di risolvere tutto questo problema:
Iren si dovrebbe dedicare alla gestione dei rifiuti del futuro, che è quella meccanica a freddo.
Noi non abbiamo preclusioni a intavolare con Iren una nuova stagione di dialogo.
Gli industriali stessi, che hanno importanti stabilimenti a fianco dell'impianto, dovrebbe fare il passo coraggioso e parlare a Iren, e parlare al sindaco, e magari anche al presidente della Provincia.
Ora che abbiamo capito che questo impianto ci rovinerà il futuro, è ora di ripensare seriamente a tutto l'approccio e mettere in campo le forze che si hanno, ma che nessuno ha il coraggio di mostrare.
Chiesi sta impegnando risorse ingenti in un settore delicato come le malattie respiratorie, proprio quelle patologie che l'impianto incrementerà, emettendo particolato ultra-fine. L'impegno per la città di Chiesi è noto, siamo sorpresi che su questo tema non ci sia una presa di posizione netta e definita. La scienza è dalla loro parte, e questa volta anche dalla parte dei cittadini.
Barilla ha il pastificio a fianco dell'inceneritore, uno smacco per la sua immagine ma anche per la qualità di vita dei suoi lavoratori, che vivranno a fianco di un impianto insalubre di classe prima. Il silenzio di Barilla è anch'esso sorprendente, come se non se la sentisse di agire in prima persona. Ma è la sua città, Barilla la deve difendere a tutti i costi!
Come ha fatto Greci, che ha avuto il coraggio di esprimere la propria posizione senza peli sulla lingua, dopo aver approfondito la questione e capito che ci sono valide alternative.
Non lasciamo in mano la città ad estranei!

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 5 aprile 2011
-397 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+309 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

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