Come molti sanno la fine di Al Capone, figura quasi leggendaria della mafia italo americana, fu decretata dalla classica buccia di banana, che nel caso del gangster fu una banale evasione fiscale.
Ora il progetto dell'inceneritore di Parma fa acqua da tutte le parti e di colpi mortali ne sono stati inferti senza risparmio.
Il piccone non è andato giù leggero.
Al capezzale del Pai c'è la fila di azioni legali, esposti, denunce, interrogazioni, boicottaggi.
Oggi però ci troviamo di fronte ad un fatto nuovo che per la sua semplicità potrebbe essere letale per l'impianto di Ugozzolo che, ricordiamo ai lettori, tra un anno potrebbe cominciare ad eruttare i suoi fumi (144 mila metri cubi di aria sporca all'ora, per 8 mila ore all'anno).
La buccia di banana riguarda le autorizzazioni edilizie legate all'opera che da un esposto alla magistratura degli avvocati parmigiani De Angelis e Allegri, sembrano non solo carenti, ma proprio non esistenti.
Una lettura puntuale del classico cartello di cantiere evidenzia che l'opera non possiede concessione edilizia in quanto così consente una citata norma di una legge regionale dell'Emilia Romagna.
Si tratta della legge regionale che disciplina l'edilizia e che all'articolo 7, citato da Iren, indica gli ambiti di applicazione della deroga alla concessione edilizia di cui sopra.
Ecco il link alla legge regionale.
http://www.regione.emilia-romagna.it/codiceterritorio/ricerca/dettagli_paragrafo.asp?IDAtto=53&IDParagrafo=82
Tornando al cartello di Iren apposto sul cantiere, si formalizza che il progetto fa riferimento proprio all'articolo 7 di questa legge per glissare sulla concessione edilizia.
Non è solo Iren a mettere in relazione la deroga con la legge regionale. Lo stesso comune di Parma nell'accordo che portava alla variazione urbanistica dell'area dello Spip la citava con questa parole “Il Comune assume che suddette opere rientrano tra quelle previste all’art. 7, comma 1, lettera d), della L. R. n.31/2002”.
http://www.parmadaily.it/Service/Allegati2/2011/art22.jpg
Come vedete si fa esplicito riferimento alla lettera d) che nella legge citata equivale a “d)per le opere pubbliche dei Comuni.”
Ora delle due l'una.
O l'opera è pubblica e quindi va andava fatto un appalto per aggiudicare le opere (cosa che come si sa non è stato fatta).
O l'opera non è pubblica e quindi la concessione edilizia è dovuta (e visto che non c'è il cantiere va sigillato per non perpetrare l'abuso).
Ora non resta per il comune verificare la bontà della situazione. L'associazione ha già segnalato alla Polizia Municipale la situazione e chiesto le dovute verifiche.
Noi speriamo che il comune di Parma non si comporti come la Provincia sulle deroghe alla provenienza dei rifiuti, che ha rassicurato i cittadini con una pacca sulle spalle.
Questa volta pretendiamo rigore, chiarezza, trasparenza.
Che siano messi in luce gli eventuali abusi.
Che siano posti i sigilli se tali abusi sono riscontrati.
Ma che l'opinione pubblica, i cittadini, siano tutti informati sulla vicenda affinché non rimanga alcun dubbio.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 22 giugno 2011
-319 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+387 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
+65 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di Parma
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