giovedì 11 agosto 2011

Fuoco di Pagliari

Svanisce il sogno di una svolta salutista del PD

Apprendiamo con dispiacere che Giorgio Pagliari non ha svoltato sull'inceneritore.
Noi ci avevamo sperato nel cambio di strategia del PD, che da partito dell'inceneritore poteva trasformarsi nel partito del futuro, quello a rifiuti zero proposto dalla California, e adottato da tanti comuni italiani come Capannori, Ponte delle Alpi, Colorno, Pietrasanta, per un totale di 700 mila italiani che mirano a ridurre a zero i propri scarti.
Apprendiamo che la lettera a Polis Quotidiano sia stata erroneamente firmata, mentre sul tema Pagliari non proferisce parola.



Invece il capogruppo del PD tuona contro la raccolta differenziata spinta del quartiere Cittadella, quando sa benissimo che la modalità adottata è la stessa che in tutta Italia è stata definitivamente decretata come la migliore azione di riciclo per i materiali di scarto, quella che porta ad azzerare la necessità di un inceneritore.
Certo è che se ci sono delle migliorie da apportare queste vanno valutate e adottate, ma l'eliminazione dei cassonetti stradali, una delle conseguenze del porta a porta spinto, è l'unico stratagemma per evitare il selvaggio gettar via materiali utili come carta, plastica, legno, cartone e il mischiarsi di frazioni incompatibili tra di loro, che fanno calare, di molto, la qualità del rifiuto riciclato.
Ogni frazione merceologica deve trovare una sua utile destinazione nel mondo del riciclo e dei consorzi di filiera. Incrementare le quantità di materiali differenziati significa aumentare gli introiti dei comuni, che vengono pagati dal Conai, e ridurre i costi dello smaltimento, visto che diminuisce la frazione indifferenziata da smaltire.
Anche la tariffa puntuale è una svolta necessaria a premiare i cittadini virtuosi che seguono le indicazioni organizzative con metodo ed attenzione. Bisogna arrivare ad un modello che consenta di far pagare solo quello che si smaltisce e non quello che si differenzia.
Il modello è anche vicino a noi. Pochi giorni fa i cugini di Reggio hanno messo la parola fine sul nuovo inceneritore. Nel 2012 spegneranno il vecchio impianto e al suo posto ci sarà un centro di riciclo denominato Trattamento Meccanico Biologico. I reggiani possono fare a meno dell'inceneritore, perché Parma invece deve costruirlo?
Il nostro plauso va al sindaco di Reggio Delrio al quale chiediamo già da oggi aiuto per condurre i suoi compagni del PD nostrano sulla retta via, spiegando loro, visto che pare non ascoltino i nostri argomenti, come si fa senza inceneritore, visto che per l'assessore all'inceneritore Castellani “il n'est pas possible”.
Forse perché con il modello inceneritore paghiamo 160 euro a tonnellata, mentre a Napoli ne pagano 113, mentre la van Gansewinkel propone tariffe sotto i 100 euro, trasporto dei rifiuti in Olanda incluso.
Quindi qualcuno è contento davanti a 160 euro a tonnellata e di questa bella torta si fa grandi scorpacciate.
It wasn't me.

http://www.youtube.com/watch?v=2g5Hz17C4is

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 11 agosto 2011

+41 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+437 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

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