lunedì 29 agosto 2011

Referendum abrogativo contro l’inceneritore di Parma ancora al palo.

L'intervento del Comitato No Inceneritore

Ancora una volta siamo di fronte ad una politica che, a parole, dice di voler ascoltare i cittadini, ma nei fatti impedisce loro che si esprimano liberamente.
È il caso della richiesta di Referendum abrogativo sull'inceneritore di Parma, presentata il 4 luglio, ancora oggi in attesa di un parere legale del segretario generale del Comune
La discussione sul referendum non è neppure all’ordine del giorno della conferenza dei capigruppo in programma lunedì 29 agosto, un modo come un altro per portare alle calende greche la consultazione su un tema così importante per il futuro della città.



Alcune persone sostengono il ritardo con cui si è arrivati a richiedere un Referendum.
In realtà già nel 2006 erano state consegnate in Provincia 10.000 firme di cittadini contrari all’inceneritore, ma non sono servite a nulla.
Comune (destra) e Provincia (sinistra) hanno purtroppo portato avanti un agire comune a favore degli interessi di pochi e contro il bene di tutti.
Per il bene comune si dovrebbero differenziare al massimo i rifiuti, riciclare e recuperare tutti i materiali riutilizzabili, ricavandone il giusto profitto anche per le casse Comunali, evitando così anche emissioni nocive in atmosfera.
Questa la teoria. In pratica invece vediamo che ci si ostina a voler mandare avanti la costruzione di un inceneritore sovradimensionato rispetto alle reali necessità del territorio, un impianto che recherà danno alla salute dei cittadini e distruggerà l’economia di un intero territorio, come segnalano gli studi e i convegni organizzati su questo tema.
La libera espressione dell’opinione dei cittadini è molto temuta perché quando è concessa le soprese non mancano.
Come nella recente consultazione referendaria nazionale sui temi dell’acqua e del nucleare.
Anche allora i referendum sono arrivati quando contratti a livello internazionale e privatizzazioni dell’acqua erano di fatto già avvenuti.
Eppure i quesiti sono stati ammessi, e la Corte Costituzionale non ha ravvisato alcun impedimento, né ha chiesto pareri legali per ritardarne l’esecuzione.
Tutti i rappresentanti dei partiti oggi pontificano sull'apertura alla società civile, sull'ascolto delle esigenze e dei problemi della cittadinanza, salvo poi chiudersi a riccio quando le istanze arrivano.
L’impressione che ne deriva per il cittadino comune è che, per la politica, il cittadino sia solo un numero, un voto da orientare con facili frasi ad effetto.
E una volta superato l'ostacolo delle elezioni tutto torni al solito sistema di potere gestito dall'alto.
Per quanto ci sarà possibile continueremo a chiedere che i cittadini possano esprimersi, anche sul tema dell'inceneritore, rigettando questa melina che ha il sapore sempre più intenso del boicottaggio.

Comitato No Inceneritore
Parma, 29 agosto 2011

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