mercoledì 7 settembre 2011

Inceneritore di Modena, un déjà-vu

A Brescia l'inceneritore più bello del mondo brucia 800 mila tonnellate di rifiuti all'anno, andando a caccia di “monnezza” per tutt'Italia, visto che quelli prodotti in loco non bastano mai.
A Brescia l'inceneritore è autorizzato per 260 mila tonnellate, eppure, in barba a tutte le non autorizzazioni, sono riusciti a impiantare la terza linea, senza colpo ferire.



Leggiamo che a Modena si sta andando nella stessa direzione.
Le storie si ripetono immancabili con questi impianti.
Si concede un dito, ti maciullano un braccio intero.
Il segretario del Pd modenese Giuseppe Boschini ha difeso in questi giorni la scelta di potenziare l'inceneritore e il 12 settembre la conferenza dei servizi delibererà sul tema: aumentare le capacità della terza linea per incrementare il tonnellaggio di rifiuti in entrata.
Silvano Guerzoni è il presidente del Comitato Modena Salute Ambiente.
La pensa ovviamente all'opposto.
Ci piange il cuore, perché rivediamo gli stessi film, vediamo noi stessi avanti o indietro nella pellicola, secondo le situazioni in essere in altre città.
A Modena si vuol potenziare la terza linea, ma già 45.000 tonnellate di rifiuti arrivano da fuori, mancando la benzina locale.
Ogni anno la triste sequela di sforamenti nei limiti di Pm10 che porta Modena tra le città più inquinate d'Italia.
E i guadagni di Hera, così si chiama la Iren romagnola, finiscono per metà nelle tasche dei privati (chissà dove stanno di casa), mentre tutto l'inquinamento è deposto nei polmoni dei modenesi.
Come si potrà sostenere la raccolta differenziata se al posto del rifiuto locale arriva “roba” da fuori, magari sconosciuta e di provenienza avvolta nelle nebbie.
Se devo liberare posto nel forno per far arrivare schifezze da ogni dove meglio metterci le mie cose, che conosco, che so bene che più di tanto, male non possono fare.
E non servono nemmeno i controlli serrati sulle emissioni, se è vero che la stessa Arpa ha evidenziato che le supposte anomalie di lettura di valori fuori limite in realtà rispondevano al vero.
Più rifiuti brucio, più inquinamento produco, non c'è niente da fare.
Anche WWF, con la presidente Sandra Poppi, si schiera contro l'ampliamento e per una politica dei rifiuti che passi dalla raccolta differenziata porta a porta, per arrivare a evidenziare semmai l'eccesso di capacità di incenerimento, nella città dei motori e delle tigelle.
Così ora ci si appella giustamente ad una moratoria di un anno, prima di procedere ad altri, costosi, ampliamenti.
Un anno per mettere a punto la raccolta differenziata e verificare davvero quali siano le necessità del territorio, le quantità in gioco se viene applicata una corretta gestione dei rifiuti.
Come si doveva fare anche a Parma. Applicare le migliori tecniche di gestione dei materiali di fine utilizzo, con un porta a porta esteso anche alle attività produttive, e poi una volta in mano il corretto “numero” di tonnellate da gestire, fare scelte coerenti.
Ma le case come al solito vengono iniziate dal tetto, una nostra immancabile sciagura, che spesso allestisce enormi impianti che infine vanno in qualche modo riempiti e utilizzati, per recuperare l'investimento enorme impegnato.
Da che mondo è mondo se devo andare al bar di fronte a casa, non scelgo un aeroplano.
Non ordino 10 pranzi da 20 portare se devo solo fa merenda da solo.
Non serve un pista di atterraggio di un aeroporto per far volare un aquilone.
Verremmo presi per pazzi.
Quando vai dal salumiere ordini in base ai commensali che siedono alla tua tavola.
O si compra per l'intera umanità?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 7 settembre 2011

+68 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+464 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, della mozzarella) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

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