domenica 4 settembre 2011

Chiesto il processo per Scotti Energia

Fra i 17 imputati l'imprenditore Dario Scotti
Gli ex vertici dell’inceneritore vogliono patteggiare

Tratto da La Provincia Pavese (articolo di Maria Fiore)

Il caso-rifiuti all’inceneritore della Scotti Energia sta per essere discusso in tribunale.
La procura, attraverso i magistrati pavesi Roberto Valli e Paolo Mazza, applicati per questa inchiesta alla Direzione distrettuale antimafia di Milano, ha chiesto il processo per 17 imputati.



Tra loro c’è anche l’imprenditore del riso Dario Scotti, che era stato arrestato con l’accusa di corruzione in relazione a una presunta tangente finita nelle mani dei funzionari del Gse, il gestore nazionale incaricato di pagare l’energia prodotta dall’inceneritore al Bivio Vela.
Il giudice del tribunale di Milano ha già fissato l’udienza preliminare per il 29 settembre, per decidere se rinviare a giudizio gli imputati, come chiedono i magistrati, oppure proscioglierli.
Gli imputati sono 21 in tutto, se si comprende anche coloro che hanno scelto riti alternativi come il patteggiamento.
Il procedimento si snoda su due diversi filoni: uno ambientale, che riguarda l’ipotesi che nell’inceneritore al Bivio Vela siano finiti rifiuti diversi dalla lolla di riso e dai materiali trattati e autorizzati, e l’altro legato a presunte mazzette pagate ai funzionari del gestore dell’energia.
Nei capi di imputazione con cui vengono contestate le accuse di traffico e smaltimento illecito di rifiuti, truffa e falso, si parla di 5 tonnellate e mezzo di rifiuti non conformi e in alcuni casi pericolosi. Per questo primo filone, il processo potrebbe aprirsi per l’ex impiegata della Scotti Energia Cinzia Bevilacqua, per il responsabile del laboratorio di analisi Marco Baldi, per il tecnico di laboratorio Silvia Canevari di Lodi, per il dipendente della Scotti Energia Carlo Semino e per gli intermediari e conferitori di rifiuti, quasi tutti della Toscana, Alessandro Mancini, Valerio Ruocco, Leno Bonsignori, Piermarco Ginocchio, Vittorio Leardi, Moreno Santarosa e Alessandro Vanni.
Per altre tre persone, che non risultano nell’elenco dei 17 imputati, gli avvocati difensori hanno depositato istanza di patteggiamento.
Si tratta degli ex vertici della Scotti Energia Giorgio Radice e Giorgio Francescone e dell’ex direttore dell’impianto Massimo Magnani. I pubblici ministeri avrebbero dato il loro parere favorevole all’applicazione di pene vicine ai due anni, con la sospensione condizionale.
Radice e Francescone sono anche accusati di corruzione insieme a Dario Scotti e ad altri funzionari del Gse. Il secondo fronte del procedimento riguarda proprio questa contestazione. E per la precisione, una tangente da 100mila euro che sarebbe stata pagata a funzionari del Gse per modificare il parere con cui veniva chiesta la restituzione, a Scotti Energia, di 7,5 milioni di euro percepiti per energia non regolare. Secondo l’accusa, Dario Scotti, che era stato arrestato e poi scarcerato, sarebbe stato al corrente del pagamento della mazzetta. Di corruzione devono rispondere anche i funzionari romani del Gse Franco Centili, Andrea Raffaelli ed Elio Nicola Ostellino (per i quali si procede separatamente) e il commercialista della Scotti Energia Nicola Farina. Accusati di abuso d’ufficio e omessa denuncia di reati altri due funzionari romani del gestore, pure loro verso il processo: Gerardo Montanino e Luca Barberis. Centili è l’unico, tra gli indagati che erano stati arrestati, a essere ancora detenuto in carcere a Pavia. Il suo avvocato Giancarlo Venturi, di Roma, spiega: «E’ pendente un ricorso in Cassazione, dopo che il Riesame aveva negato la nostra richiesta di scarcerazione». Oltre al Gse, i magistrati pavesi hanno indicato come parti offese la Regione Lombardia, il Comune e la Provincia di Pavia. Che ora devono valutare se costituirsi parte civile.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 4 settembre 2011

+65 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+461 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, della mozzarella) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

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