Sostenere il blocco dell'inceneritore,
guardare avanti con speranza
Questa riflessione, a 24 ore dalla fiaccolata contro l'inceneritore, scaturisce da una osservazione pacata del Paip di Parma, il Polo Ambientale Integrato che è in fase di costruzione a Ugozzolo, dal primo di luglio stoppato per abuso edilizio.
E' una lettura degli avvenimenti, così come si sono svolti in questi ultimi anni nella nostra città, su un tema, quella della gestione dei rifiuti, che ha via via assunto sempre maggior interesse, sia fra i tecnici, ma anche e soprattutto fra i cittadini.
Una lettura che cercheremo di rendere accessibile e semplice, a costo magari di ripetizioni di concetti che a molti sono ormai noti, ma anche semplificata, saltando alcuni passaggi, perché davvero servirebbe un romanzo, di molte pagine, tutto dedicato al forno di Ugozzolo.
Possiamo partire dal 2005, anno in cui arriva al traguardo il PPGR, il piano provinciale di gestione dei rifiuti. In questo documento, approvato dal consiglio provinciale il 22 marzo, viene indicata la necessità di un impianto di trattamento termico a tecnologia complessa, per gestire i rifiuti urbani non differenziabili, quindi ciò che residua dalla raccolta differenziata. Il PPGR calcola anche le dimensioni di questo impianto, relative alle necessità effettive del territorio: 65 mila tonnellate. Vedremo poi come l'inceneritore verrà autorizzato per il doppio di questa capacità (130 mila tonnellate bruciate all'anno). Il piano individua anche l'area: allo Spip, la zona industriale a nord in territorio comunale di Parma.
A seguito dell'approvazione del piano provinciale, si muove Enia Spa (erede di Amps), allora azienda a totale capitale pubblico, che gestisce i rifiuti di buona parte del territorio provinciale, forte di una convenzione con Ato (Ambito Territoriale Ottimale), l'ente indicato dalla regione come titolare dell'organizzazione a livello provinciale del servizio.
Si badi che nel contratto è scritto esplicitamente che l'accordo non include il servizio di smaltimento (inceneritore o discarica) di cui Ato non ha competenza a decidere nulla. La convenzione Ato-Amps è valida per 10 anni, dal 2004 al 2014.
Amps bussa la porta del comune di Parma nel 2006, ma prima chiede un via libera alla proposta di costruire un inceneritore ad Ato, che nonostante la propria incompetenza in materia, emana una delibera dove con un gioco di parole non si pone contro la decisione (25 novembre 2005).
Da sottolineare che presidente di Ato e sindaco di Parma sono la stessa persona, Elvio Ubaldi.
E' con questo foglio di valore nullo che Amps si presenta baldanzoso in comune di Parma, con sottobraccio l'idea del forno, finalizzando nei mesi seguenti la proposta con un accordo scritto e due delibere a favore, giunta comunale e consiglio, dove l'ente pubblico si impegna alle modifiche urbanistiche necessarie all'avvio del progetto, e Amps da parte sua si fa carico di opere accessorie, e, nota non indifferente, si impegna all'assoluta trasparenza su tutti gli atti e procedure relative all'inceneritore, da mettere a disposizione di enti e cittadini.
La delibera del consiglio comunale è la n. 45 del 31 marzo 2006.
Il primo elaborato di progetto viene presentato alla Provincia di Parma a fine 2007, 27 novembre.
E' un progetto industriale complesso e viene così indetta la Conferenza dei Servizi, per inglobare in un'unica procedura tutto l'iter autorizzativo.
Siamo nel 2008. Nella Conferenza, primo incontro il 10 marzo, sono rappresentati tutti gli enti coinvolti per territorialità e competenze. La prima stesura del progetto di Enia viene aspramente criticata come incompleta e insufficiente.
La seconda elaborazione progettuale viene presentata da Enia il 10 luglio 2008.
Il 15 luglio, 5 giorni dopo, con in mezzo una fine settimana, la Conferenza approva il progetto.
Si trattava di leggere e valutare 155 pagine, 11 allegati, raccolti in 8 volumi.
Evidente l'intento di dare il via libera comunque, un'idea condivisa da tutti i presenti, l'analisi dei dati deve essere per forza stata solo formale e non sostanziale.
Nel 2008 vigeva ancora un accordo fraterno tra tutti gli attori, ma in particolare tra Comune di Parma e la Provincia, i due principali protagonisti dell'operazione
I giochi sembravano quindi fatti, l'inceneritore ormai in autostrada (e in effetti hanno anche avuto la grande idea di costruirlo proprio lì, quasi un nuovo simbolo della città, davanti a milioni di automobilisti in transito sulla Sole).
Le uniche voci fuori dal coro sono le associazioni ambientaliste, in particolare WWF e Gestione Corretta Rifiuti, nata quest'ultima proprio con lo scopo di fermare il progetto.
Un lavoro duro e difficile, per far emergere prima di tutto la verità.
L'inceneritore era ancora la macchina meravigliosa che fa sparire i rifiuti, una specie di aspirapolvere senza sacco, una bacchetta magica che tutti in Europa utilizzano con grande agio.
Ma sono cominciate ad emergere le prime rughe.
Ad una approfondita analisi l'iter autorizzativo offriva più che un dubbio sulla correttezza formale degli atti. Da un paio di anni il tiro al bersaglio si è trasformato in un facile hobby, come sparare sulla Croce Rossa.
L'elenco degli atti contro l'inceneritore è lungo.
Ripetuti esposti alla Procura della Repubblica, ricorsi al Tar, denuncia alla Comunità Europea, all'Antitrust, campagne di boicottaggio, manifestazioni, fiaccolate, raccolte di firme, proposta di referendum, campagne sui giornali, comunicati stampa giornalieri.
Tra gli episodi eclatanti una gara europea per le opere edili del valore di 43 milioni di euro a cui partecipa una sola proponente, guarda a casa una delle solite note.
E poi l'assurdo di un servizio pubblico che viene affidato ad una Spa privata (Enia-Iren) senza alcuna gara d'appalto che garantisca il cittadino sul risparmio a parità di prestazioni.
Poi il piano economico finanziario che viene negato ai cittadini ma anche al sindaco della città.
E infine l'incertezza sui costi, in particolare dell'investimento, ma poi delle bollette, che saranno l'unico strumento per rientrare dal debito.
Nel giugno 2011 due avvocati parmigiani si accorgono che il cartello del cantiere riporta l'assenza del titolo edilizio per una legge regionale che riguarda però le opere pubbliche.
Qui siamo in presenza di un terreno privato e di un'opera privata.
Ennesimo esposto per abuso edilizio in procura.
Nel frattempo Gcr segnala il fatto al Nucleo Abusi Edilizi del Comune di Parma, che attiva la procedura di verifica. Il permesso a costruire non c'è. Il 1° luglio il cantiere viene sospeso. Il 22 agosto la sospensiva viene ribadita dal comune aggiungendo benzina all'incendio ormai divampato.
Il 14 settembre prossimo il Tar si pronuncerà sull'appello contro la sospensiva, inoltrato da Iren ai giudici amministrativi.
Per ora bocce ferme quindi. Un cantiere bloccato da 2 mesi, un'opera in fase avanzata di costruzione che langue, nella rotonda di fronte l'ulivo dei contestatori, interrato proprio il primo luglio.
Ora la città si domanda come fare davanti a tutti quei soldi spesi.
Come al solito nel nostro Paese si arriva coi tempi dalla carovana a cavallo.
Una multinazionale olandese è però pronta a collaborare.
Ha studiato le carte e si dice convinta di poter dismettere l'impianto, collocare sul mercato internazionale alcuni pezzi già acquistati o montati,. Riconvertire la gestione dei rifiuti per sposare il trattamento a freddo, senza alcuna combustione, spingendo la raccolta differenziata porta a porta al 100% delle utenze private ed aziendali.
A Reggio Emilia hanno tracciato la strada prima di noi. Abbandonato il progetto di un nuovo inceneritore, si dedicano al trattamento meccanico biologico.
Ma a Parma lo stesso partito nega che sia possibile fare senza inceneritore, l'assessore Castellani va oltre la logica,affermando che queste combustioni non producono diossina, come negare che l'acqua bollente scotti.
Guardare avanti significa progettare il futuro senza inceneritore, come hanno fatto a Reggio.
Nei cassetti di comune e provincia giace il progetto alternativo preparato da Gcr nel giugno 2010. Si fa senza forno e si risparmia, nel portafoglio e nella salute, guardando con rispetto a quello che ci chiede l'Europa: ridurre in modo vistoso la produzione dei rifiuti e trasformare in una società del riciclaggio.
Noi oggi ci aggrappiamo alla sospensiva che il sindaco di Parma ha voluto sostenere. Non basta, ma è l'unico segnale di discontinuità che abbiamo osservato dal 2005 ad oggi, e ce lo teniamo caro. Ora tocca al Tar, tocca alla Procura, fare molta luce e non lasciare ombre.
I cittadini sono pronti a fare la loro parte, tranne che accollarsi un impianto inutile e dannoso.
Adesioni alla fiaccolata:
COMITATO TUTELA SALUTE E AMBIENTE VALLESINA - Jesi (AN)
MEDICINA DEMOCRATICA
PER UN'ALTRA CITTA', Firenze
COMITATO PER L'ALTERNATIVA AL NUOVO INCENERITORE DI DESIO (MB)
AMBIENTE E SALUTE - Bolzano
WWF - Sezione di Parma
AMBIENTE E SALUTE DI CORREGGIO E SAN MARTINO IN RIO – Reggio Emilia
GAS TERRA TERRA - Parma
GAS LA SPIGA - Parma
ASSOCIAZIONE AMICI DEL CHIARAVAGNA DI GENOVA SESTRI PONENTE
COMITATO ARIA PULITA MARCON – Venezia
ASSOCIAZIONE SALUTE VERONA
GENTE DI REGGIO - FORUM DEI CITTADINI Associazione civica – Reggio Emilia
ASSOCIAZIONE AMBIENTE E SALUTE di Correggio e San Martino in Rio – Re
ASSOCIAZIONE PARMA IN MOVIMENTO – Movimento 5 Stelle
partecipa
SEL (Sinistra Ecologia e Libertà) - Federazione di Parma
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 8 settembre 2011
+69 g iorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+465 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, della mozzarella) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
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