domenica 23 ottobre 2011

Urne incenerite

Il voto si avvicina, l'inceneritore anche

Combattiamo l'inceneritore di Ugozzolo dal 2006, cinque anni di fatica vera e di energie non misurabili, spese a difendere un ambiente già oggi malato, che dal forno riceverebbe il colpo di grazia.
L'ingegner Paolo Scarpa, sul Nuovo di Parma, ha richiamato ad un confronto a cui non ci sottraiamo.



A noi piacerebbe pubblico, in particolare sul tema dell'inceneritore, ma più in generale sull’ambiente e la salute dei cittadini di Parma, che sono ad esso strettamente correlati.
Paolo Scarpa ha ragione, la vicenda dell’inceneritore di Ugozzolo è stata sottovalutata dalla politica cittadina e dai media.
Consapevolmente, o forse per scarsa voglia di approfondire, hanno fatto passare sotto silenzio ciò che sarebbe stato utile discutere anni fa.
Il Gcr ha lavorato proprio per farlo emergere, ormai da un lustro, cercando il confronto con tutte le parti sociali, i partiti e le istituzioni del territorio.
Nell'intervento Scarpa lamenta l'accoglienza data al delegato alla salute Fabrizio Pallini, in rappresentanza del sindaco, alla serata all'Astra.
Ci ripetiamo, ma serve sempre sottolineare che l'azione di Gcr è da sempre monotematica, non si occupa, per statuto, di politica, ma discute e dibatte solo sul forno.
San Francesco con San Francisco, realizzata nella sala di proprietà del comune, aveva il patrocinio dell'Agenzia alla Sanità, che aveva quindi il diritto di introdurre la serata. Fuori tema per noi quindi le considerazioni sull'operato dell'amministrazione comunale, che certamente ha condiviso per anni il progetto dell'inceneritore, ma anche se tardi è arrivata infine all'appuntamento con il no all'impianto, e gli va riconosciuta la presa di posizione netta contro il progetto, sottolineata da due, peraltro dovute, ordinanze di sospensione dei lavori, che hanno tenuto ai blocchi di partenza il cantiere per tre mesi ed ancora oggi non ha perso i suoi contenuti, non messi in discussione dal Tar.
E' proprio perché non ci vogliamo far strumentalizzare da nessuno che continuiamo ad affermare, in ogni occasione, che la nostra associazione ha un unico metro di giudizio nei confronti di persone o enti: la loro posizione nei confronti del Pai.
Amici se lo contrastano, nemici se lo appoggiano.
Anche se tutti ascoltiamo, con tutti ci confrontiamo, non chiedendo certificati di buona condotta a nessuno.
Ci interessa la salute dei cittadini, per gli altri importanti temi ci sono altre altrettanto importanti associazioni che ne occupano.
Il divenire, in senso buono, soggetto politico, ci interessa invece nel momento in cui il tema ambiente, ed in particolare il tema inceneritore, hanno fatto breccia tra i cittadini, permettendo a molti di poter argomentare con cognizione di causa sul tema, anche forse grazie al nostro contributo.
Del resto a noi piace confrontarci sui temi concreti e, ci perdonerà Scarpa, se non accettiamo la sua rassegnazione.
Mentre si stimano i progressi di una San Francisco che ha detto no all'inceneritore, si pone infatti come masso insormontabile la gestione di una eventuale fase transitoria.
Sono anni che ci sentiamo dire che sarebbe bello cambiare ma che occorre troppo tempo per farlo, nel frattempo nulla si è fatto per giungere alla prospettiva virtuosa del riciclo totale dei rifiuti.
Come invece ha fatto per tempo San Francisco (850.000 abitanti), e come stanno facendo oggi amministratori di 57 comuni italiani, che porteranno nel 2020 2 milioni di italiani a gestire in modo corretto ed ambientalmente sostenibile gli scarti dei cittadini e delle aziende.
Se i nostri amministratori fossero stati lungimiranti, facendo tesoro di quello che andiamo dicendo da anni, adesso saremmo anche noi vicini al traguardo.
L’inceneritore di Ugozzolo non è la soluzione del problema rifiuti e semmai rappresenta un ostacolo alle strategie corrette.
Un esempio lampante lo vediamo a Brescia, dove l’inceneritore definito un modello blocca la raccolta differenziata al 39% e comunque necessita di una enorme discarica di servizio (Montichiari) per smaltire le 240.000 tonnellate all’anno di scorie. In più, a causa della sua enorme e sovradimensionata capacità di trattamento, l'azienda va a caccia di rifiuti in giro per la Penisola.
Per noi oggi è di fondamentale importante definire nel dettaglio la sostenibilità economica di una ipotetica rinuncia al progetto di Iren.
E la soluzione al problema c'è già.
L'olandese van Gansewinkel, uno dei 5 players europei dei rifiuti, era a Parma gli scorsi mesi con il delegato Frans Beckers, direttore dell’area Materiali e Infrastrutture.
Dopo aver visitato Iren e i riciclatori del territorio, ha invitato Comune ed Iren ad andare in Olanda a concordare il progetto di dismissione e riconversione del PAI, in tutti i suoi minuti particolari.
Frans Beckers, analizzando gli investimenti fatti finora, ha dichiarato possibile ricollocare sul mercato le componenti già acquistate, per poi gestire la transizione per il rifiuto residuo a costi di smaltimento inferiori di quelli sostenuti attualmente dal comune di Parma.
Quindi nel mentre si allestisce la gestione corretta dei rifiuti, si risparmia sui costi di smaltimento del residuo.
E' nell’interesse comune di tutta la città verificare attentamente la proposta, lasciando da parte preconcetti, contrapposizioni politiche ed interessi di bottega.
Crediamo che quasi tutti siano concordi, e Paolo Scarpa lo conferma, che l’inceneritore sia diventato il tema principale su cui le forze politiche saranno costrette a confrontarsi in vista di una lunga campagna elettorale.
Un dato di fatto che preoccupa anche noi, perché in ogni modo la soluzione è a portata di mano, ma non la si vuole affrontare per timori di doversi rimangiare le decisioni prese.
Un atteggiamento poco maturo di una classe politica ancora legata a doppio filo con gli interessi economici, che superano ancora oggi gli interessi dei cittadini, ai quali invece ci si dovrebbe rivolgere.
Superare la fase di un forno inceneritore, che, ripetiamo, non porta a soluzione il problema, ma ingessa il territorio per vent'anni, libererebbe la campagna elettorale di un pesante fardello, lasciando spazio a tutti gli altri importanti temi, oggi schiacciati dal camino di Ugozzolo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 23 ottobre 2011

-45 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+510 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

Nessun commento:

Posta un commento