lunedì 20 febbraio 2012

Quando il comandante sbaglia, la nave affonda

L'intervento dell'oncologo Ruggero Ridolfi

Quando è il comandante a sbagliare, la nave affonda, l’aereo precipita, la strategia è inadeguata e la guerra si perde.
I comandanti possono sbagliare in buona fede, per imperizia, per incapacità per leggerezza, per presunzione o per “secondi fini”, resta il fatto che quando si coinvolgono le vite altrui il danno è irreparabile.



Nei racconti di storia troviamo guerre in cui i generali hanno mandato al massacro migliaia di uomini con equipaggiamenti inadeguati, con armi improprie e soprattutto con strategie completamente sbagliate.
Nel passato, per ignoranza e talora per presunzione, si sono combattute epidemie con esorcismi, terremoti con processioni, malattie con pratiche esoteriche. Poi, con l’evolversi delle conoscenze, i generali hanno avuto a disposizione armi sempre più potenti, i medici hanno avuto farmaci per combattere le malattie, si sono evolute le strategie per fronteggiare le calamità.
Ora in Occidente i grandi terremoti provocano grandi paure, ma pochissimi morti, perché le costruzioni anche le più ardite sono effettuate preventivamente, e per legge, con sistemi antisismici.
I grandi successi della Medicina, con la scomparsa delle storiche “pestilenze”, sono dovuti non tanto e non solo ai farmaci (antibiotici) che ne uccidono i germi responsabili, ma soprattutto per il diffondersi del concetto di igiene che, anche per legge, costringe ad una prevenzione assoluta delle epidemie.
Esiste, però, ancora un flagello, che colpisce la gran parte della popolazione , anche nei Paesi più sviluppati, ed ha un nome preciso, cancro.
Il 4 Febbraio si è celebrata a livello internazionale la “Giornata mondiale contro il cancro”.
Sul sito
http://www.edott.it/Specialisti/SanitaQuotidiana/01-02-2012/Sabato-e-la-Giornata-mondiale-contro-il-cancro.aspx
si legge: “Per sconfiggere il cancro bisogna avviare o rafforzare le politiche e la programmazione in campo oncologico, ridurre l'esposizione individuale ai fattori di rischio, potenziare l'accesso ai servizi di prevenzione, diagnosi, cura, palliazione e riabilitazione così come quello ai farmaci, alla diagnostica e alla radioterapia. La ricerca intanto continua a investigare tutti i campi possibili a caccia di una terapia…”.
La strategia dei generali continua ad investire risorse, tante risorse, praticamente solo per la terapia e la diagnosi precoce.
E’ come affidarsi solo ai farmaci, antibiotici ed aspirine, per combattere le epidemie, tralasciando le norme igieniche.
E’ come cercare nuovi e più raffinati metodi per trovare sopravvissuti sotto le macerie di un terremoto, senza obbligare a costruire edifici con criteri antisismici.
In una lettera pubblicata nel 2005 Samuel S. Epstein dell’Università di Chicago paragonò la guerra contro il cancro a quella contro l’Iraq, constatando che entrambe sono condotte “in modo sorprendentemente maldestro ed ingannevole".
Proseguiva Epstein: “L’incidenza dei tumori – in particolare della mammella, dei testicoli, della tiroide, nonché i mielomi e i linfomi, in particolare nei bambini – che non possono essere messi in relazione con il fumo di sigaretta, hanno raggiunto proporzioni epidemiche. C’è una forte evidenza scientifica che questa moderna epidemia sia dovuta all’esposizione a cancerogeni industriali in tutti gli ambienti – aria, acqua, suolo. I nostri generali del cancro hanno abbracciato la strategia del “controllo del danno”, simile al trattamento dei soldati feriti, invece di cercar di impedire l’avanzata del nemico”.
Sia ben chiaro, è lodevole investire per migliorare le cure e la diagnosi precoce, così come è apprezzabile che la sopravvivenza delle persone colpite da tumore sia in progressivo aumento, ma è necessario un cambio di strategia.
Ai comandanti a livello sovranazionale necessita una svolta.
Senza investire in una seria prevenzione primaria, che coinvolga il controllo ed il rispetto dell’ambiente, dell’aria, dell’acqua e del cibo, si possono vincere alcune battaglie, si limitano forse i danni, ma la guerra contro il cancro non si vince.
Bisogna decidere l'obiettivo.
Davvero puntiamo alla salute?

Ruggero Ridolfi - Oncologo, ISDE Forlì

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 20 febbraio 2012

Sono passati
630 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

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76 giorni all'accensione del forno, se ancora lo si farà

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