martedì 31 luglio 2012

Acqua, il no di Parma a Iren


Nei giorni scorsi la notizia che Iren fosse in procinto di vendere al fondo F21, guidato da Guido Gamberale, la rete idrica del comune di Parma, in modo da togliersi dal groppone un po' di debiti.
L'annuncio è ancora presente sull'autorevole sito di Milano Finanza,



( http://preview.tinyurl.com/iren-acqua ), e riporta come Iren abbia già messo sul mercato la rete idrica di Parma e la fibra ottica di Genova, con l'intenzione di ricavarne, assieme ad un piano di dismissione di immobili, 300 milioni di euro di cui 30 derivanti dalla rete idrica parmigiana.
Addirittura per la rete idrica il giornale da la notizia come cosa già fatta.
Peccato che Iren non sia la proprietaria della rete idrica e che quindi si stia parlando di mettere in vendita un oggetto che non si possiede.
Oggi è arrivata finalmente la precisazione del comune di Parma, con un comunicato firmato dal primo cittadino.

La rete idrica del comune di Parma è di proprietà di Parma Infrastrutture che ha dato in concessione a Iren la gestione del comparto, senza nemmeno la possibilità di dare in sub concessione la rete.
Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti chiarisce anche le intenzioni dell'amministrazione per il futuro dell'acqua pubblica, un bene comune che il referendum del giugno 2011 aveva chiaramente messo in evidenza la scelta dei cittadini.
“Non è intenzione del Comune di Parma privarsi di un'infrastruttura ritenuta strategica per la gestione di un bene che è e deve restare sotto il controllo del pubblico anche per ottemperare al voto espresso da oltre 25 milioni di italiani in occasione del referendum sull’Acqua Pubblica del 16 giugno 2011”.
La domanda che sorge spontanea è la solita.
Chi ha in mano le redini del Paese? La politica o l'economia?
Iren è già compagna di viaggio del fondo F21 in Mediterranea delle Acque, di cui la multiutility torinese possiede il 60% delle quote e il fondo il 40 e pare anche che i rapporti d'affari debbano intensificarsi per l'interesse del fondo ad occuparsi anche del comparto rifiuti.
L'impressione che ricavano i cittadini da queste fibrillazioni è che grandi società quotate in Borsa e fondi come F21, siano in grado di orientare le scelte strategiche di un Paese.
Scelte che a volte toccano anche beni comuni che andrebbero preservati da manovre strettamente legate al business, proprio perché legati strettamente al benessere dei cittadini e ai diritti fondamentali degli individui. Borsa o non Borsa.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 31 luglio 2012

Sono passati
792 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
86 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
71 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

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