L'Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR - dal 2006 si è mossa per impedire la costruzione di un nuovo inceneritore a Parma, a 4 km da piazza Duomo, a fianco di Barilla e Chiesi, Ikea e ParmaRetail. Un mostro che brucerà 130 mila tonnellate di rifiuti all'anno e che inquinerà il nostro territorio per il futuro a venire.
mercoledì 1 agosto 2012
Rete Ambiente sul Sole 24 Ore
Energia 24 è la rivista sull'energia allegata al Sole24Ore, quotidiano di Confindustria.
Nel numero di luglio/agosto l'articolo di copertina è dedicato alle biomasse ed alla corsa alle centrali, vero e proprio affare in tutta la Penisola.
Ma dietro ogni corsa si nasconde sempre un certo grado di affanno.
Oggi le centrali a biomassa stanno invadendo l'Italia a caccia degli incentivi statali legati alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, sostenute con generosità dallo Stato.
Lo fanno indossando la maschera dell'ecologia, presentandosi come soluzione verde, anche quando magari non lo sono.
Oggi in tanti cominciano a dubitare.
Nell'articolo del Sole viene citata in un box la situazione dell'Emilia Romagna, regione critica dove i comparti del Parmigiano Reggiano hanno sollevato i timori per la contaminazione della filiera che potrebbe causare il digestato distribuito sui campi.
La Regione ha così introdotto regole più severe e stringenti per le emissioni.
Nell'approfondimento sull'Emilia Romagna viene citata Rete Ambiente Parma, che “ha criticato il binomio agricoltura fonti-rinnovabili, in particolare nella Food Valley del distretto agro alimentare”.
Il servizio del Sole si basa sullo studio del Politecnico di Milano “Energy and Strategy Group”.
L'analisi ha messo in evidenza il boom del 2011 con 200 mila caldaie a pellets installate in Italia, 200 MW di potenza installate nel biogas agricolo, il doppio dell'anno precedente.
Non decollano invece il teleriscaldamento (250 reti attive) e le centrali a biomassa agro-forestale, alimentate da scarti, che si sono incrementate del 4-5% e hanno raggiunto una potenza complessiva di 600 MW con circa 100 impianti nella Penisola.
Calo drastico per gli impianti che bruciano oli vegetali (-75%).
Il rapporto ha evidenziato l'incremento zero degli inceneritori di rifiuti, fermi a 800MW.
Ma hanno un senso queste centrali?
Solo se chiudono virtuosamente un ciclo, come nel caso di una centrale a biogas che permetta ad una azienda di trattare gli scarti che altrimenti rischierebbero di inquinare la falda.
Piccoli impianti che servano a eliminare lo scarto di una produzione: un allevamento, una segheria.
Non crediamo abbia senso invece coltivare appositamente per alimentare centrali, che comunque hanno un impatto non indifferente sull'ambiente.
Rete Ambiente Parma
1 agosto 2012
www.reteambienteparma.org - info@reteambienteparma.org
comitato pro valparma - circolo valbaganza - comitato ecologicamente - comitato rubbiano per la vita -
comitato cave all’amianto no grazie - associazione gestione corretta rifiuti e risorse – no cava le predelle –
associazione per l'informazione ambientale a san secondo parmense
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