lunedì 30 luglio 2012

Pef, un mistero tutto parmigiano


Sono passati 790 giorni dalla richiesta fatta ad Iren di ottenere il documento economico finanziario sul Paip di Parma, il piano industriale dell'inceneritore di Ugozzolo.
Il diniego di Iren ha fatto diventare quasi mitico il Pef, come se fosse un documento super segreto, da celare nelle segrete sotterranee di strada Santa Margherita, per nascondere chissà quali cifre da non rivelare neppure alla propria ombra.



Il Pef doveva far parte della trasparenza di Iren, declinata ufficialmente il 31 marzo del 2006 con la delibera 45 del consiglio comunale di Parma. La delibera scriveva ufficialmente: “Enìa Spa si
obbliga a riconoscere ai cittadini, alle associazioni ambientaliste e a ogni altro soggetto il diritto di accesso secondo le norme della Legge n. 241 del 7/8/1990 relativamente a tutti gli atti riguardanti il termovalorizzatore.”.
Abbiamo sempre sostenuto che non rispettare integralmente i dettami di una delibera la rende di fatto nulla, rendendo nullo l'accordo che ne seguì.

Il grande mistero sul Pef, il documento che spiega come Iren intenda rientrare dall'investimento sull'inceneritore, è un mistero solo parmigiano.
L'esempio lampante viene da Torino, dove è in fase di costruzione un altro inceneritore targato Pd, nello stesso territorio dove opera Iren, sede della multiutility che ha assorbito Enia.
La Trm è la sigla che sta per Trattamento Rifiuti Metropolitani, la società che in questi giorni il comune di Torino ha deliberato di vendere per l'80% delle quote, al fine di rimpolpare le casse dell'ente locale.
Sul sito dedicato al progetto è a disposizione del pubblico il piano economico finanziario, con messi in bella evidenza costi e ricavi del progetto, sia nella fase realizzativa che in quella di esercizio.
http://www.trm.to.it/index.php?option=com_content&view=article&id=91&Itemid=121&lang=it
Possiamo così leggere la carta di identità dell'inceneritore del Gerbido, un mostro grande tre volte quello di Ugozzolo, in grado di bruciare ogni anno 420 mila tonnellate di rifiuti.
Quello che salta all'occhio immediatamente è la tariffa prevista per bruciare una tonnellata di rifiuti, che ammonta a 97,50 euro.
Come al solito ci troviamo di fronte a tariffe lontanissime da quelle previste per Parma, 166 euro, un divario che non può che porre seri interrogativi sulla convenienza del progetto per il nostro territorio.
Ma c'è un alto dato interessante che dovrebbe essere analizzato seriamente dagli esperti del settore. L'inceneritore di Torino dichiara di poter servire con la rete di teleriscaldamento 17 mila utenze medie, con unità abitative medie di 100 metri quadri.
Il progetto del Paip di Parma ha messo in progetto la capacità di andare a sostituire 20 mila caldaie, addirittura un numero di utenze superiori a quelle di Torino, con un impianto che è un terzo di quello della Trm.
Come possiamo spiegare questa disparità?
E veniamo ai costi di investimento, dichiarati a Torino, misteriosi a Parma.
Ammonta a 375 milioni (incluso un anno di esercizio provvisorio) l'investimento di Trm, mentre secondo le dichiarazioni di Viero, 200 milioni pare essere il costo di Parma, con un impianto come detto grande un terzo. Altro mistero tutto da spiegare.
Infine i costi operativi, che a Torino ammontano a 36 milioni all'anno, inclusi 13 milioni per smaltire le ceneri, che invece a Parma spariscono come d'incanto e non sembrano essere considerate un costo.
E i ricavi, stimati a Torino in 85 milioni annui, con il 50% derivati dal trattamento dei rifiuti, e per il restante 50% dalla vendita dell'energia e dai ricavi per i certificati verdi.
Il grande mistero di Parma rimane insoluto, contro la totale trasparenza di Torino.
Continuiamo a chiedere il Pef di Parma.
I cittadini di Parma ne hanno diritto.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 30 luglio 2012

Sono passati
791 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
85 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
70 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

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