giovedì 9 agosto 2012

Un'allarmante denuncia da Neviano


Taglio dei boschi senza tregua e nessuno controlla

L'assemblea di Neviano del 30 luglio doveva fugare ogni dubbio dei cittadini sulla sostenibilità dei progetti e delle iniziative delle amministrazioni in merito alla centrale a cippato e sui tagli dei boschi.
Almeno di tale tenore erano le affermazioni del sindaco Garbasi e del capo del Pd Dall'Olio che accusavano Reteambiente di fare del terrorismo ambientale.
Ecco invece una prima crepa alla sicumera della loro narrazione.
Da Neviano una residente, preoccupatissima, ci scrive per avere voce e sostegno contro lo scempio perpetuato dall'amministrazione direttamente sopra casa sua.
Queste le sue parole.
“Sono residente a Neviano e sto vivendo con angoscia la devastazione in atto sul territorio. Non ho mai visto una tale rapidità negli interventi del passato: qui procedono a tamburo battente.
Abito in una casa sotto il cimitero, dove il terreno è in forte pendenza; per evitare il rischio di smottamenti più di quarant'anni fa la Forestale aveva aggiunto alle querce originarie dei pini neri, poco adatti al clima e quindi bisognosi di manutenzione, che peraltro da vent'anni il Comune si è ben guardato di fare.



Ora, nel giro di pochi giorni hanno raso al suolo tutto il bosco e non mi risulta nessuna perizia geologica. E' altamente probabile che, con l'arrivo delle piogge autunnali, particolarmente violente in queste ultimi anni a causa del riscaldamento globale, riprendano i movimenti franosi che caratterizzano la zona. Il cimitero che mi sovrasta arriverà qui, a casa mia.
Vi scrivo per chiedere aiuto affinché si tenti di arrestare lo scempio in atto e si proceda al rimboschimento dei terreni messi a nudo.
Ho seguito con interesse gli interventi di Rete Ambiente sulla caldaia a cippato: quello che sta accadendo è tutto collegato.
In giro c'è rassegnazione”.

E' in atto un taglio forsennato dei boschi prodotto da una domanda speculativa del mercato della legna da ardere.
Certi amministratori non si rendono conto che non si può tornare indietro, ma che soprattutto non si deve farlo per non innescare di nuovo il degrado idrogeologico imperante in quei tempi.
Non si può creare lavoro saccheggiando le risorse naturali, mettendo a rischio frane i versanti e in forse la sicurezza della gente e delle loro case.
Il lavoro lo si deve creare avviando il risparmio energetico. Concentrando tutti i finanziamenti su di esso in modo da farlo diventare il volano della ristrutturazione dei borghi, a sua volta strumento efficace di una ricezione turistica accogliente e diffusa.

Giuliano Serioli
Rete Ambiente Parma

9 agosto 2012

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