sabato 8 settembre 2012

Piazza pulita sul forno


La 7 ha fatto “piazza pulita” sulla vicenda dell'inceneritore di Parma.
Gli italiani hanno compreso gli equilibri e gli interessi che si celano dietro la finta necessità del forno e molto bravo è stato il giornalista Alessandro Sortino a rendere il racconto chiaro e semplice.
Sono stati messi in fila i grandi numeri che sbugiardano il progetto di Iren, grazie agli scoop di Parma Daily, che ha pubblicato stralci del piano economico finanziario.



L'ombelico di Parma ora è l'inceneritore, un terremoto che potrebbe stravolgere gli equilibri di un intero Paese, una battaglia contro il sistema, contro quel delicato ingranaggio che ha consentito alle lobby di gestire rifiuti con grandi vantaggi economici, ma alle spalle dei cittadini.
Una lotta che tocca la politica, gli interessi allargati dei partiti e dei grandi gruppi.
L'inchiesta de “La 7” è partita dalla pagina di promozione sul forno pubblicata sulla Gazzetta di Parma nel 2010.
In quelle roboanti frasi si diceva molto esplicitamente che con il forno accesso le tariffe sarebbero calate, e di molto, affermando che proprio la mancanza di un impianto di smaltimento era la causa dell'elevata tariffa dei rifiuti.
Oggi però che sono stati svelati i numeri veri, che raccontano di tariffe iperboliche, i cittadini si sentono presi in giro, visto che la tariffa, con l'inceneritore acceso non scenderà, anzi, sarà la più cara d'Italia.
Quindi non è vero che questo inceneritore farà risparmiare sulla gestione dei rifiuti.

Alessandro Sortino bussa così alla porta di Iren per avere delucidazioni in merito.
A rispondere è Andrea Viero, direttore generale, evidentemente in difficoltà davanti ai numeri.
Il giornalista non ha peli sulla lingua: “I cittadini si sentono presi in giro, avevate detto che si sarebbe risparmiato”.
Viero ribalta tutte le colpe sulle amministrazioni, che hanno deciso di fare il forno e lo hanno riempito di sofisticazioni che hanno causate un incremento dei costi.
Ma perché, chiede Sortino, il cittadino dovrebbero essere contento di smaltire a Parma se altrove costa meno?
Viero non sa cosa rispondere, se non indicare di nuovo il colpevole: gli enti locali.
Ma Iren non è di fatto “composta” da enti locali?
Viero ammette: “Il prezzo non è basso, ma l'impianto è di straordinaria qualità”.
Chissà, avrà un fuoco gentile gentile che non offende i rifiuti in entrata.
Ma alla fine il discorso è lineare e semplice.
Iren investe 200 milioni di euro e chiede soldi alle banche
Il debito sarà ripagato dai cittadini, che in un certo senso Iren ha proposto come garanzia.
Il debito impegna le risorse pubbliche a pagare l'inceneritore, che è privato, conferendo rifiuti per vent'anni (infatti le quantità sono fisse anno dopo anno a 108 mila tonnellate).
Se si aumenta la differenziata come faranno a tornare i i conti?
E' evidente il conflitto di interesse dei comuni.
Per far guadagnare Iren (che a sua volta distribuisce gli utili ai comuni), i comuni stessi devono bruciare il più possibile, venendo meno alle leggi che pretendono di incrementare la differenziata e ridurre gli smaltimenti.
Il Movimento 5 Stelle si oppone oggi a questo sistema, di cui i partiti sono parte, fin dentro i gangli più nascosti delle società.
Si è creato un mostro.
Un comune, a rigor di logica, dovrebbe smaltire il meno possibile, per spendere il meno possibile.
Pizzarotti è un ingranaggio non previsto, che rischia di far saltare tutto il giochino.
Su tutta questa vicenda c'è ora bisogno estremo di chiarezza, che non può che arrivare dall'indagine in corso della magistratura.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 8 settembre 2012

Sono passati
15 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai
Sono passati
831 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
125 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
110 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

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