venerdì 19 ottobre 2012

Manifestazione contro l'inceneritore di Torino


Vicino alla tangenziale Sud di Torino, al Gerbido, stanno costruendo uno dei più grandi impianti d’Europa per bruciare i rifiuti.
Quando entrerà in funzione l’inceneritore bruciando i rifiuti emetterà nell’ambiente sostanze nocive che i filtri non riusciranno a trattenere.
Si tratta di diossina, metalli pesanti, nanoparticelle, ossidi di azoto e zolfo, ecc.
Noi e i nostri figli subiremo queste sostanze cancerogene emesse da questo inceneritore tutti i giorni e tutte le notti, di continuo, per i prossimi 20 anni, forse anche 30.



Nei luoghi in cui è presente un inceneritore la gente si ammala di più di tumore, come è emerso da moltissimi studi medici.
E’ per questo che in tutta Europa si sta cercando di evitare di costruire nuovi inceneritori, cercando di riutilizzare i rifiuti anziché bruciarli.
Dove li mettiamo i rifiuti di Torino se non li bruciamo?
L’alternativa all’inceneritore esiste ed è molto semplice:
1. Negli altri paesi europei la costruzione di nuovi inceneritori è una pratica ormai nemmeno più presa in considerazione.
2. Investendo molti meno soldi di quelli che si stanno spendendo per l’inceneritore, Torino deve organizzarsi per migliorare la raccolta differenziata, come prevede la legge europea, e deve far pagare meno tasse ai cittadini che differenziano di più, così come si fa in tutti i paesi civili del resto dell’ Europa
3. L’inceneritore deve essere trasformato in un impianto a freddo (TMB), senza bruciare, recuperando ulteriormente materie prime. Gli impianti per il Trattamento Meccanico Biologico a freddo dei rifiuti sono già presenti in molte altre città.
Gli inceneritori sono ormai superati.
“Gli inceneritori sono ormai superati…” Cosi’ si e’ espresso il ministro dell’ambiente Corrado Clini nel settembre di quest’anno.
“Stop alla costruzione di nuovi inceneritori in Emilia Romagna e chiusura graduale di quelli esistenti, a partire dai più vecchi”. A dire ciò, sempre a settembre di quest’anno, è l’assessore regionale all’ambiente dell’Emilia Romagna.
A fine agosto è stato chiuso l’inceneritore di Vercelli, chiuso anche l’inceneritore di Reggio Emilia, è stato chiesto il sequestro del costruendo inceneritore di Parma, da parecchi mesi posto a fermo anche l’inceneritore di Roma.
Come potete vedere finalmente anche in Italia, le amministrazioni locali (indipendentemente dal colore politico) iniziano a rendersi conto di quanto l’incenerimento sia inutile, dannoso all’ambiente e alla salute e costoso.
E a Torino perché si continua nella costruzione dell'inceneritore?
Ecco il motivo.
Ma se l’inceneritore provocherà tutti questi problemi, perché i lavori non si fermano nonostante in altre parti d’Italia ci si comporti in modo opposto?
E’ una decisione dettata solamente da puri interessi economici, guardando unicamente ai soldi che entreranno nelle casse del comune per ogni tonnellata di immondizia bruciata, senza considerare la salute dei cittadini, come capita spesso nelle scelte dei nostri politici.
La vita nostra e dei nostri figli non ha prezzo.
Non possiamo accettare in modo passivo la scelta di costruire un inceneritore quando ci sono le alternative concrete.
Sabato si manifesterà per dare un altro segno forte di dissenso contro l'inceneritore, insieme alle quasi 7000 firme raccolte in poco più di 6 mesi, insieme all’azione legale in corso al Tribunale del TAR del Piemonte, insieme a tutti gli altri comuni in Italia in cui si stanno chiudendo gli inceneritori.
Sabato 20 ottobre, ore 14.30, prezzo piazza Palazzo, Torino

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 19 ottobre 2012

Sono passati
16 giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren

56 giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani dalla poltrona di vicepresidente di Iren, il rappresentante che non rappresenta più gli interessi del Comune di Parma in seno alla multiutility.
http://www.facebook.com/QuandoTeNeVai
Sono passati
872 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati 
166 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
151 giorni dal voto amministrativo-referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno (60%)

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