giovedì 7 marzo 2013

La storia del forno


Il Sindaco Pizzarotti: “La battaglia per un più efficiente programma di smaltimento rifiuti deve essere combattuta a livello culturale”

Hanno destato interesse, anche a livello nazionale, le procedure di accensione dell’Inceneritore. A tal proposito l’Amministrazione ha voluto rendere noto quelli che sono stati i passaggi storico-politici della vicenda, cominciata nel marzo 2005, all’indomani dell’approvazione del nuovo Piano Provinciale per la gestione dei rifiuti.



“La battaglia per un nuovo e più efficiente programma di smaltimento deve essere combattuta prima di tutto a livello culturale – ha affermato in merito il Sindaco Pizzarotti -, ma non può prescindere dai poteri oggettivi di cui un’Amministrazione si serve per fermare quest’impianto”. Ad oggi il Comune non ha strumenti legali per chiuderlo senza incorrere in pesanti danni economici che comprometterebbero la stabilità delle casse comunali. Il Sindaco di Parma, in quanto massima autorità sanitaria, ha invece la possibilità di fermare immediatamente il funzionamento dell'Inceneritore se questo dovesse sforare i limiti di emissioni previsti. “E' per questo – afferma Pizzarotti - che manterremo un serrato controllo di garanzia sull’impianto, al fine di salvaguardare i cittadini dal punto di vista sanitario. Installeremo inoltre un pannello nei pressi del Duc che renderà pubbliche le emissioni dell’Inceneritore”. Con trasparenza e buona fede, la Giunta ha inteso comunicare alla cittadinanza il lavoro sin qui svolto: “La politica dei rifiuti zero non si è fermata e soprattutto non si fermerà proprio ora – ha concluso Pizzarotti -. Durante l’arco del nostro mandato porteremo avanti con convinzione quelli che sono sempre stati i nostri ideali. Se anche le altre parti politiche avverse all’Inceneritore si unissero alla battaglia, dimostrando condivisione reale del progetto, allora Parma potrebbe davvero raggiungere un importante risultato”. Il Sindaco ha poi concluso: “Oggi il dibattito politico sull’Inceneritore ha bisogno di evolversi e smetterla di stagnare su quello che è stato detto in campagna elettorale. Purtroppo partiti e movimenti civici sono rimasti col pensiero a maggio, quando adesso c’è bisogno di parlare di futuro: pur importante che sia la lotta, non rappresenta comunque l’unico punto del nostro programma”.

Fin dal suo insediamento nel giugno 2012, la Giunta Pizzarotti ha contrastato l'apertura dell’impianto, classificato come opera privata di rilevanza pubblica, voluto dalla precedente amministrazione di centro-destra, in comune accordo con l'attuale giunta provinciale di centro-sinistra.
Subentrata la nuova Giunta, la fase di avanzamento lavori era circa al 70%, con Iren determinata a continuare il processo di costruzione. Nonostante questo sono stati incaricati consulenti tecnici e legali per controllare che non ci fossero profili di illegalità nell'iter autorizzativo, segnalando prontamente all'autorità giudiziaria ogni fatto rilevante riscontrato.
Grazie anche a questo contributo, nel settembre 2012 la stessa Autorità Giudiziaria ha richiesto il sequestro dell'impianto per fatti legati ad abuso d'ufficio, mancata gara pubblica e corruzione.
In questi mesi si è intrapreso un percorso alternativo all’incenerimento, nonostante non pochi ostacoli siano subentrati lungo il cammino.
È stato commissionato a Conai uno studio di fattibilità sull'estensione della raccolta differenziata porta a porta su tutta la città; il sistema è stato introdotto in centro storico nel novembre del 2012, raggiungendo in poche settimane il 70% della differenziata. Il piano prevede di raggiungere l’85% dei cittadini nel corso del 2013, ponendosi l’obiettivo di passare dal 50% al 75% di raccolta differenziata entro la fine del 2014, con tariffa puntuale.
È stata vagliata l'ipotesi della dismissione e della riconversione dell’Inceneritore avanzata da una società olandese, ma da parte di Iren non c’è stata la disponibilità per un tavolo di lavoro congiunto.
Grazie al lavoro di legali e tecnici si è giunti a conoscenza del fatto che la convenzione per l'affidamento della gestione dei rifiuti sarebbe scaduta nell'ottobre del 2012 anziché nel dicembre 2014. L’intervento ha permesso di iniziare le procedure per una nuova gara d’appalto.
È stato lanciato un bando per una manifestazione di interesse per un sistema di trattamento a freddo dei rifiuti, il quale prevede costi di gestione inferiori rispetto al sistema attuale (a caldo). Le proposte arrivate sono per ora due, ed entro fine marzo verranno vagliate.
È stato richiesto l’ingresso di un membro del Comune di Parma nella commissione di collaudo, composta esclusivamente da soggetti nominati dalla Provincia e da Iren, con un evidente sbilanciamento a sfavore del Comune – il quale ospita l'impianto -. La Giunta provinciale sì è opposta adducendo motivazioni puramente formali.
Sono state chieste le dimissioni del Vicepresidente di Iren, espressione politica della precedente Giunta, e solo la magistratura ha permesso di procedere alle nomine di persone competenti e di fiducia, arrestando lo scorso gennaio per corruzione proprio il Vice Presidente della società Luigi Giuseppe Villani.
Il Comune sì è costituito in giudizio (che arriverà in Cassazione), mentre il gruppo consigliare del Movimento 5 Stelle promuoverà una Commissione di inchiesta chiamata a far luce su atti che avrebbero coinvolto funzionari, dirigenti ed amministratori del Comune.
Attualmente siamo in una fase di pre-avvio e prima della messa in funzione dovranno essere obbligatoriamente espletate tutte le 57 prescrizioni concordate all'inizio dell'iter dalla conferenza dei servizi, senza le quali l’impianto non potrà partire. Per rafforzare l'attività di controllo è stato incaricato Marco Caldiroli, già consulente per altri enti in casi simili (inceneritori Acerra, Trezzo, Forlì, etc).
Come già specificato, il Sindaco di Parma, in quanto massima autorità sanitaria, ha la possibilità di fermare immediatamente il funzionamento dell'impianto se questo dovesse sforare i limiti di emissioni previsti durante l’esercizio.
Di seguito le tappe cronologiche ed il dettaglio della vicenda.

2005 – IL PPGR, NASCE L’IPOTESI DELL’INCENERITORE
Nel marzo del 2005 viene approvato dalla Provincia il piano provinciale per la gestione dei rifiuti (PPGR). Nelle conclusioni si dice che il territorio necessita di un impianto di trattamento a caldo del rifiuto urbano residuo della capacità di 65mila tonnellate.
Nel piano provinciale è anche indicata la previsione di una discarica da 30mila tonnellate annue per accogliere le ceneri di scarto dell'inceneritore, discarica a tutt'oggi non individuata.
Nessun indirizzo per valutare altri metodi di gestione dei rifiuti, sistemi a freddo che oggi stanno sostituendo l'incenerimento, permettendo sia un impatto ambientale inferiore che il recupero di materiali che andrebbero altrimenti perduti.

2006 – IL VIA LIBERA DEL CONSIGLIO COMUNALE DI PARMA
Nel marzo del 2006 il consiglio comunale delibera con 27 voti favorevoli su 29 l'accordo con la multiutility Enia per collocare l'inceneritore a Ugozzolo.
L'accordo con il Comune prevede che lo stesso provveda alla variazione urbanistica dell'area individuata allo Spip, una zona al momento agricola a nord della città, ma a 4 km in linea d'aria da Piazza Duomo.
L’accordo viene portato avanti senza condivisione pubblica con i cittadini, i quali si uniscono in un Comitato di protesta in difesa dell’ambiente e della qualità dell’aria di Parma.

2009 – LE PRIME PROTESTE
Vengono organizzate manifestazioni, fiaccolate, serate di studio sulle alternative all'incenerimento.
Parma ospita i migliori esponenti italiani e mondiali della tecniche di corretta gestione dei rifiuti, ma anche medici di fama che affermano quanto sia pericoloso incenerire rifiuti.
L'ordine dei medici dell'Emilia Romagna chiede la moratoria sui nuovi impianti, ma Bersani, allora Ministro dell'Industria, li taccia di allarmismo.
Il WWF si oppone alla Via con un appello al Capo dello Stato, poi girato al Tar e infine respinto.

2011 – TAR BLOCCA I LAVORI
Nel giugno del 2011 i due avvocati Pietro De Angelis e Arrigo Allegri depositano un esposto alla procura e l'associazione Gestione Corretta Rifiuti segnala all'ufficio abusi edilizi del Comune di Parma. Il cantiere non ha il permesso a costruire.
Il controllo negli uffici non fa emergere alcun titolo edilizio riguardante il cantiere e il 1° luglio, per abuso edilizio, viene decretato lo stop del cantiere.
Il provvedimento di sospensione viene impugnato da Iren davanti al Tar.

Settembre 2011 – PD E PDL NEGANO IL REFERENDUM SULL’INCENERITORE
I parmigiani raccolgono migliaia di firme e chiedono la possibilità di decidere tramite referendum abrogativo la non apertura dell’inceneritore. All’unanimità, la conferenza dei capigruppo nella sua funzione di Commissione Affari Istituzionali del Comune di Parma – destra e sinistra in Consiglio - nega loro la possibilità: il referendum violerebbe l’art. 54 comma 5 dello Statuto comunale, cioè non “risponde ai criteri di chiarezza” richiesti dal suddetto articolo.

Maggio 2012, il Movimento 5 Stelle vince le elezioni Comunali

Luglio 2012 – LA GIUNTA 5 STELLE INCARICA L’ING. PAOLO RABITTI
Il Comune affida un incarico all’ing. Paolo Rabitti (già consulente di diverse procure su processi legati a disastri ambientali), per un’attenta verifica sulla documentazione del Paip (Polo Ambientale Integrato, di cui ne è parte l’Inceneritore), al fine di verificare eventuali anomalie e irregolarità sulla procedura di costruzione dell’Inceneritore.
La Giunta richiede più volte alla Provincia un incontro per rivedere completamente il Piano Provinciale di Gestione Rifiuti. La proposta viene negata nonostante il parere favorevole della Regione.

Luglio 2012 – DIMISSIONE E RICONVERSIONE, LA PROPOSTA OLANDESE
La soluzione prospettata circa 2 anni prima da van Gansewinkel, di una possibile riconversione dell’impianto con la vendita dei componenti già installati, era stata proposta nel giugno 2010 alla precedente Amministrazione Comunale, e prevedeva la formazione di un gruppo di lavoro di tecnici, funzionari amministrativi di comune e Iren che si recasse in Olanda per approfondirne la fattibilità. I noti fatti giudiziari che hanno colpito la giunta Vignali avevano poi di fatto reso impossibile proseguire su questa strada.
Il programma è stato riproposto dall’attuale Amministrazione, ma nell’occasione è stata negata da Iren ogni tipo di collaborazione fattiva sull’accordo.

Luglio 2012 – RICHIESTA DI DIMISSIONI DEL VICE-PRESIDENTE DI IREN
L’Amministrazione chiede formalmente le dimissioni del Vice Presidente Iren in quota Pdl, Luigi Giuseppe Villani, nominato dalla giunta Vignali, poiché non sussistono presupposti di fiducia nei confronti dell’attuale Amministrazione, fondamentali per portare avanti rapporti di collaborazione con la società. Villani verrà poi arrestato a metà gennaio con l’accusa di corruzione e peculato.

Settembre 2012 – STUDIO DI FATTIBILITA’ AL CONAI
Parallelamente non si ferma il programma ambientale di rifiuti zero dell’Amministrazione: viene commissionato al Conai (Consorzio Nazionale per gli Imballaggi) uno studio di fattibilità per estensione di raccolta Porta a Porta su tutto il perimetro cittadino, ponendosi l’obiettivo di passare dal 50% al 75% di raccolta differenziata entro la fine del 2014. Contestualmente parte la Raccolta differenziata in Centro Storico, raggiungendo in poche settimane la percentuale di Raccolta del 70%.

Settembre 2012 – RICORSO AL TAR, SPARISCONO ALCUNE PAGINE DALLA MEMORIA DIFENSIVA
Nel giugno 2011 due avvocati parmigiani depositano un esposto in Procura per un presunto abuso edilizio consumatosi con la costruzione dell’Inceneritore. La Giunta Vignali chiede la sospensione dei lavori di costruzione e deposita una memoria difensiva che rafforza la tesi dell’esposto, ma a gennaio 2012 il Tar rigetta le accuse avanzate. Otto mesi dopo la Procura di Parma denuncia una sospetta scomparsa di quattro pagine dalla memoria difensiva depositata al Tar: in quelle pagine, secondo la Procura, si metteva in discussione proprio la gara d’appalto.

Ottobre 2012 – AVVISO ESPLORATIVO PER TRATTAMENTO A FREDDO DEI RIFIUTI
Parallelamente al lavoro della Procura, continua l’impegno dell’Amministrazione: la Giunta Pizzarotti lancia un avviso esplorativo per una Manifestazione di Interesse destinato alla Fabbrica dei Materiali sul modello attuato dalla Provincia di Reggio. Si tratta di un sistema Meccanico Biologico di rifiuti che riduce al minimo lo smaltimento, massimizzando il recupero del materiale.

Ottobre 2012 – COMMISSIONE COLLAUDO INCENERITORE: AL COMUNE NEGATA POSSIBILITA’ DI INSERIRE UN SUO MEMBRO
La Commissione Collaudo è un organo atto a controllare in corso d’opera le prescrizioni ambientali del Paip (Polo Ambientale Integrato, di cui ne è parte l’Inceneritore). I membri sono nominati dalla Provincia e da Iren. La Giunta propone di inserire un membro nominato dal Comune. La Provincia rifiuta la proposta.

Novembre 2012 – PARTE LA RACCOLTA PORTA A PORTA NEL CENTRO STORICO
Vengono rimossi i cassonetti ed introdotta la raccolta dell’organico e grazie alla collaborazione dei cittadini in poche settimane vengono raggiunti obiettivi di eccellenza per la diminuzione del rifiuto residuo da inviare a smaltimento. Da una percentuale inferiore al 50% si raggiunge il 70% dopo sole 3 settimane dall’avvio.
Fondamentale è stata l’opera di comunicazione attraverso un punto informativo istituito in zona centrale: più di 1700 sono stati gli accessi da fine ottobre 2012 ad oggi.

Gennaio 2013 – DIMISSIONI DELL’ATTUALE VERTICE IREN
L’inchiesta Public Money porta alle dimissioni del Vice Presidente di Iren e del Presidente di Iren Emilia, permettendo al Comune di nominare Lorenzo Bagnacani - esperto in energie rinnovabili – e di indicare Raphael Rossi - esperto in raccolte differenziate - ai vertici della società, in rappresentanza degli interessi dei cittadini.

Febbraio 2013 – SI DIMETTE UN MEMBRO DEL COMITATO TECNICO AMMINISTRATIVO
Tramite una lettera diventata di dominio pubblico, un membro del Comitato Tecnico Amministrativo relativo all’impianto Paip si dimette dall’incarico. Tra le motivazioni addotte vi è anche la fretta di accendere l’Inceneritore: “L’impianto è pronto, ma per disattenzione le prescrizioni non sono rispettate e non può partire a meno di deroghe”.  

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