martedì 14 maggio 2013

Incenerimento, combustione, cogenerazione


Una riflessione puntuale per capire gli aspetti reconditi delle combustioni

La combustione di rifiuti solidi urbani, di biomasse solide (legna), di olio grezzo vegetale (colza e altri) o di olio da grasso animale, è a tutti gli effetti incenerimento, cioè trasformazione di
materia in gas nocivi per il clima, l'ambiente e la salute.
Tale combustione produce direttamente energia termica, utilizzabile per uso riscaldamento o industriale.
L'energia termica prodotta, se applicata ad una turbina, può produrre anche energia elettrica.
In tal caso si ha cogenerazione, cioè doppia produzione di energia, termica ed elettrica.
Ma non è la cogenerazione ad essere sbagliata, è la combustione di rifiuti solidi o di biomasse ad esserlo.
Infatti se con un impianto a biogas produciamo biometano, cioè trasformiamo la materia organica in gas naturale e poi lo bruciamo per produrre energia termica ed elettrica non è la stessa cosa che produrla da un inceneritore.



E' a tutti gli effetti produzione di energia da fonti rinnovabili in modo sostenibile per l'ambiente.
E allora, la lotta dei comitati contro le centrali a biogas, direte voi?
I comitati si battono contro le centrali a biogas speculative, quindi sovradimensionate rispetto agli scarti organici.
Contro le centrali a biogas che utilizzano coltivazioni dedicate( mais, sorgo etc.) sottraendo suolo agricolo alla produzione di alimenti per l'uomo e gli animali. Le stesse che inquinano il mercato dell'affittanza agricola perché, avendo bisogno di molti ettari su cui spandere il digestato, possono permettersi di offrire più soldi di un normale coltivatore.
Quelle stesse centrali che utilizzano solo in parte deiezioni animali e invece soprattutto insilati di mangimi vegetali con grave pregiudizio (formazione dei clostridi) per le produzioni alimentari di eccellenza come il grana.
Centrali speculative e sovradimensionate hanno anche emissioni odorigene e di ossidi di azoto lesive per l'ambiente.
Ma centrali a biogas dimensionate agli effettivi scarti agricoli, alle reali deiezioni degli allevamenti e agli scarti delle aziende agroalimentari possono costituire una soluzione di molti problemi del
nostro territorio, sia dal punto di vista dello smaltimento che da quello dell'autoproduzione di energia sostenibile in loco.
Se Citterio ha circa 1170 tonnellate annue di scarti dalla lavorazione del prosciutto è assurdo che voglia costruire un impianto di rendering per colare il grasso ed un inceneritore per bruciarlo, costosi ed inquinanti.
Basterebbe una centrale a biogas da 100 Kw per biodigestare quel materiale organico, ricavarne biogas, trasformarlo in biometano, bruciarlo in un piccolo cogeneratore ed ottenere circa 700 Mw annui di elettricità, superiori al suo fabbisogno che è di 300 Mw, ed altresì circa 2.000 Mw termici per abbattere i suoi consumi di metano.
E' bruciare biomasse che è nocivo. Ma bruciare biometano al posto del metano permette di sostituire una fonte fossile con una rinnovabile.
Permette di risparmiare, perché lo si ricava dagli scarti.
Può far parte sul serio di un PAES che rispetti l'ambiente in cui viviamo.
Per questo, a margine dell'assemblea di Sala, mi sono permesso di dire che il PAES andava approvato.
Pur non essendo d'accordo con tante cose che vi erano scritte, non ultimo il teleriscaldamento condominiale da combustione di cippato, mi è parso che dovessimo sottolineare il grosso fatto politico che in quel PAES si parlasse solo di rinnovabili da biogas e non fosse indicato quale processo energetico virtuoso, come invece in quello di Felino, l'incenerimento degli scarti tipo Citterio.
In tutte le cose c'è un fondamentale ed un secondario.
Qui il fondamentale è rilevare quel fatto, associarlo alla presa di posizione della giunta di Langhirano per poterlo usare politicamente contro l'amministrazione di Felino e la Provincia, contro il loro dettato.
Diversamente, non si fa politica, ma solo testimonianza del proprio minoritarismo o, peggio, ideologismo ad ogni costo.
E' fondamentale tornare a fare politica non solo per individuare priorità ma soprattutto per selezionare una classe dirigente più preparata, più rispettosa degli interessi generali, ovvero più degna, perché prevenire i problemi è molto meglio che curarli.

Giuliano Serioli

Nessun commento:

Posta un commento