Il piano
per lo stop agli impianti è del ricercatore Alberto Bellini
di Gian Basilio Nieddu
da Qui Modena
http://www.modenaqui.it/
A Modena è viva e continua
da giorni la polemica sull'inceneritore cittadino, ma la vera
battaglia si combatte sul campo regionale, dove un gruppo di Comuni
propone un progetto - entro fine anno la Regione deve adottare il
piano regionale che normerà la gestione dei rifiuti in Emilia
Romagna - che prevede il taglio degli inceneritori: da otto a due.
E’ il progetto porta la
firma di un ricercatore di Unimore.
Si chiama Alberto Bellini,
ricercatore e docente del Dipartimento di Scienze e Metodi
dell’Ingegneria nella nostra università, il progettista del piano
che vuole scrivere la parola fine sugli 8 inceneritori
emiliano-romagnoli.
Secondo i suoi studi se si
punta e si investe massicciamente sulla raccolta differenziata spinta
e sul trattamento non per incenerimento dei rifiuti si riesce a far
calare da milioni di tonnellate a 260 mila la produzione annua di
rifiuti urbani della nostra regione destinati ad essere bruciati.
Significa che possono
restare in vita solo due piccoli inceneritori.
Un traguardo che si può
raggiungere - secondo Bellini - entro il 2020.
«Grazie alla riduzione dei
rifiuti e all’aumento della raccolta differenziata, nel 2020 la
quantità totale dei rifiuti avviati a smaltimento nella regione
Emilia-Romagna sarà di 270mila tonnellate - ci dice il ricercatore
che in questi giorni si trova all’estero -.
Per trattare questo
materiale si possono utilizzare inceneritori e annullare le
discariche, oppure questo materiale può essere utilizzato come
combustibile solido secondario (CSS) per impianti quali cementifici.
In prospettiva, nel 2020 in
Regione sarebbero sufficienti 1-2 impianti di inceneritori per i
rifiuti solidi urbani».
Ma chi ospiterà questi
inceneritori, seppure tecnologicamente più avanzati rispetto a
quelli attuali, questa la domanda.
Secondo il ricercatore la
scelta deve essere basata sull’impatto minore per le comunità
interessate.
Una prospettiva lodevole ed
interessante sempre che non si realizzi in Città.
«Noi puntiamo al 70% di
raccolta differenziata ed a una diminuzione del 25% dei rifiuti.
La fattibilità di questo
scenario è confermato dai risultati ottenuti nella contea di Ortenau
in Germania, o nel trevigiano, dove Contarina raggiunge risultati
analoghi in un comprensorio di 470.000 abitanti (49 comuni)».
Ma per quanto riguarda la
ricerca portata avanti dall’Ateneo modenese si sottolinea come «il
recupero di materia è preferibile di 5/6 volte rispetto al recupero
di energia.
Per fare un esempio concreto
da una bottiglia di Pet si recupera un’energia molto minore di
quella necessaria per produrla».
Riciclare la materia quindi
porta maggiori benefici rispetto all’energia che si può ricavare
dalla combustione dei rifiuti.
«In Emilia-Romagna
produciamo 3 milioni di rifiuti, ma solo 252 mila non sono
riciclabili».
Peccato che per la gran
massa degli altri si riesca ad intercettare (quindi recuperare) solo
il 30%.
In estrema sintesi questa
l’analisi, poi la proposta che si basa sulla leva fiscale con il
principio «chi più consuma, più paga».
La tariffa puntuale che
incentiva cittadini ed imprese a produrre meno rifiuti.
Il progetto di Bellini,
assessore comunale a Forlì, è sposato dalle amministrazioni di
Forlì, Reggio Emilia, Parma e Piacenza e si scontra contro quello
opposto delle altre amministrazioni emiliano-romagnole - come quella
di Modena - che non hanno, invece, un approccio così netto sul
taglio degli inceneritori.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Parma,
29 agosto 2013
L'inceneritore
di
Parma
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