La svolta dello Iarc,
le polveri uccidono
L’agenzia Internazionale per la
Ricerca sul Cancro (IARC), con sede a Lione, di cui è stato
direttore per molti anni lo scomparso Lorenzo Tomatis, presidente del
comitato scientifico di ISDE Italia – medici per l’ambiente, ha
riclassificato alcune sostanze della lista di cancerogeni noti e fra
queste ha ufficializzato l’entrata delle polveri sottili (PM) e in
generale dell’inquinamento atmosferico (inquinamento out-door)
inserendoli nella categoria 1, e quindi certamente cancerogeni.
Dopo anni di evidenze scientifiche
circa la correlazione esistente fra l’inquinamento atmosferico e le
patologie tumorali, nella fattispecie il tumore al polmone, l’Agenzia
ha emesso la terribile sentenza dopo che scienziati di fama hanno
studiato a lungo le evidenze.
L’esposizione al PM 2,5, ad esempio,
è associata ad un alto carico sanitario: 6000-10000 anni di vita
sana persi per milione di abitanti, nei sei Paesi europei presi in
esame (circa 9000 in Italia) (EBoDE - Environmental Burden of Disease
in European Region).
Recenti stime suggeriscono che il
carico di patologie causate dall’inquinamento atmosferico sia
elevato. L’esposizione a polveri fini ha contribuito, nel 2010, a
3.2 milioni di morti premature nel mondo, dovute soprattutto a
malattie cardiovascolari, e a 223000 decessi per tumore del polmone
(IARC Scientific Publication No. 161 - Air Pollution and Cancer
Editors: Kurt Straif, Aaron Cohen, and Jonathan Samet).
Sarà inevitabile a questo punto che
ognuno si prenda le proprie responsabilità.
I cittadini, con l’utilizzo
inappropriato dell’auto anche per coprire distanze ridicole, e più
in generale il sistema di trasporto delle merci, che partecipano a
circa il 37% della produzione di tali cancerogeni.
Il sistema industriale e gli impianti
per la produzione di energia che, con un altro 20% tramite la
combustione, ci riforniscono di una discreta fetta di queste
particelle cancerogene.
Gli amministratori, chiamati
responsabilmente a trovare velocemente una soluzione per la riduzione
di tali sostanze nell’aria che respiriamo con soluzioni alternative
alla mobilità privata.
A tutto ciò si aggiunge l’apporto
del sistema di riscaldamento che, con più del 30% , dà un
contributo non indifferente e che potrebbe essere fortemente
diminuito seguendo le regole del minor consumo con temperature più
basse negli edifici e con sistemi alternativi veramente rinnovabili
(geotermia).
E’ una brutta sentenza, specie per
Parma che si classifica fra una delle peggiori città europee per
l’inquinamento da traffico.
E a ciò si aggiunge la terribile
quantità di Polveri sottili che produrrà l’inceneritore, con le
sue 3,2 tonnellate anno a cui andrà sommato un numero imprecisato di
altre tonnellate di Polveri sottili prodotte in via secondaria, a
causa delle emissioni degli altri inquinanti (NOx..)
E questo inquinante cancerogeno si
aggiunge ad altri cancerogeni quali diossine, PCB, metalli pesanti.
Una follia quando altri sistemi per la
gestione corretta dei rifiuti sono disponibili da tempo.
Nessuno potrà più dire che
l’inquinamento atmosferico non incida sulla salute delle persone e
degli animali. E' cancerogeno allo stesso livello del fumo di
sigarette. A quando la scritta su auto e impianti industriali come
gli inceneritori: “L’inquinamento uccide”?
La decisione dello Iarc cambia anche la
situazione di Parma. Ora che le polveri sono un cancerogeno certo,
quale valore ha ancora lo studio di impatto ambientale commissionato
nel 2007 per l'inceneritore di Parma? In queste ore è in corso la
revisione dell'Aia del Paip.
Come influisce la decisione dello Iarc?
Sono ancora valide le valutazioni del 2007/2008?
Isde Parma – Associazione
Internazionale Medici per l'Ambiente
Gcr - Associazione Gestione Corretta
Rifiuti e Risorse
Associazione Futura
Ada – Associazione Donne
Ambientaliste
Comitato Rubbiano per la vita
Parma, 23 ottobre 2013
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