Lo aspettavamo, ovviamente al varco.
Luigi Villani, medico, è vicepresidente di Iren, la multiservizi titolare del costruendo impianto di incenerimento di Ugozzolo. Come medico deve per forza conoscere i dati e non può fingere di non sapere i rischi cui il nostro territorio va incontro.
Ma non solo.
Lo scorso maggio Villani, in qualità di presidente del gruppo Pdl in regione Emilia Romagna ha interrogato la Giunta sul tema della progettata centrale di cogenerazione da biomasse nei pressi di Collecchio, nell'area attrezzata dei Filagni.
Le sue dichiarazioni non avevano lasciato margine al dubbio sulla posizione assunta.
L'area è stata indicata da Villani come zona di produzione tipica del prosciutto di Parma e quindi di alto valore agricolo e produttivo nel comparto delle Dop.
Villani sosteneva che l'attività prevista era “altamente impattante e a ragione gli abitanti sono fortemente preoccupati per la loro salute in quanto detto impianto comporterà prevedibilmente un significativo aumento dell'inquinamento.
Parole sante, che portano Villani ad un'altra importante riflessione e cioè se un'area di pregio come quella in cui si intende costruire la centrale a biomasse sia compatibile con questo tipo di impianto che incrinerebbe la qualità degli stessi prodotti mettendo a rischio le stesse stringenti normative per la produzione delle Dop di cui ci facciamo vanto.
Molto bene, molto, molto bene.
E' chiaro a tutti che una centrale a biomasse inquina molto ma molto meno di un inceneritore, visto che sappiamo esattamente con che cosa la andiamo ad alimentare, la possiamo spegnere quando e come ci pare, ha una dimensione irrisoria rispetto a ciò che si va ergendo a Ugozzolo.
A Ugozzolo si brucerà di tutto e di tutto uscirà dal camino, diossine, furani e metalli pesanti in prima fila.
Ergo, tiriamo oggi la nostre conclusioni e ci aspettiamo dal neo vice presidente una presa di posizione netta contro l'inceneritore oppure, se vogliamo mantenerci sul diplomatico, una messa in discussione dell'intero progetto per vedere cosa si può fare di diverso.
Un inceneritore inquinante nella terra del Parmigiano, del Prosciutto di Parma, del Culatello di Zibello, della pasta Barilla, del salame di Felino, della spalla cotta di San Secondo, cosa c'entra?
Ce lo sa dire, presidente?
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 27 agosto 2010
-618 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+88 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché costa molto di più di 180 milioni di euro?
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