lunedì 23 agosto 2010

Un teatro dai rifiuti

Sarà in scena a Londra dal 26 agosto la Junkitechture, ovvero l’arte di costruire con materiali di scarto di ogni sorta. Un esempio d’architettura d’avanguardia del terzo millennio, che combina materiali riciclati a tecniche di costruzione a basso impatto
Si chiama ‘Jellyfish’, medusa, un teatro realizzato con i rifiuti, che sta sorgendo a Londra a dieci minuti a piedi dal Globe theatre sul Tamigi.
Per la sua costruzione vengono utilizzati vecchie scenografie teatrali, cassette del mercato, vecchie cucine, scarti di cantieri edili, pallet provenienti dal mercato della frutta di Covent Garden: insomma tutto quello che può offrire la spazzatura e che passa tra le mani dei progettisti Martin Kaltwasser e sua moglie Folke Köbberling.



I due architetti tagliano, assemblano, montano le varie parti del manufatto seguendo non tanto un progetto preciso, ma le proprietà dei vari materiali in cui si imbattono adattando e plasmando il progetto sulla base dei materiali che hanno a disposizione.
Obiettivo? Riuscire a mantenere in piedi il teatro di rifiuti per almeno due mesi.
E infatti gli 81 volontari al lavoro sono impegnati in una vera e propria corsa contro il tempo per inaugurarlo il 26 agosto prossimo.
Dopo aver ospitato due spettacoli sui mutamenti climatici (Oikos di Simon Wu e Protozoa di Kay Adshead), il teatro sarà smantellato e i materiali riciclati nuovamente. “Questo progetto inverte i normali processi della nostra economia. Prendiamo qualcosa di inutile e ne facciamo qualcosa che ha un valore”, commentano i due artisti che stanno lavorando al progetto. Jellifish – assicurano i due progettisti - sarà in ogni caso conforme alle norme di costruzione e di sicurezza antincendio ed è completamente resistente e sicuro e in grado di ospitare 120 persone.
Sarà interamente sostenibile in quanto non solo basato sul riciclaggio dei rifiuti, ma anche sui principi dell’architettura energeticamente efficiente che punta a utilizzare il più possibile la luce naturale garantita da un grande muro realizzato interamente con bottiglie di vetro. L’energia elettrica sarà invece fornita da un innovativo sistema di celle a combustibile per accaparrarsi l'energia proveniente dal sole.
Il progetto è visitabile al sito http://www.oikosproject.com/
Noi invece bruciamo tutto, tutto deve sparire da sotto i nostri occhi perché apparentemente inutile.
Molto più utile bruciare e far soldi a scapito della salute dei cittadini e dell'ambiente

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 23 agosto 2010
-622 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+84 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché costa molto di più di 180 milioni di euro?

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