domenica 31 ottobre 2010

Paga Pantalone

Gli “esagerati” della raccolta differenziata abitano in Veneto, esattamente nei 25 comuni del Montebellunese e della Castellana, che sono passati dalla media del 2008, che si era attestata al 68%, e scusate se è poco, ad un 2010 spumeggiante, 78% di differenziazione nel primo semestre.
Che significa che da quelle parti differenziano il doppio della media nazionale.
E nel territorio non mancano esempi di eccellenza anche sul fronte della tariffazione. E' il caso di Montebelluna dove si è passati ad un costo commisurato alla quantità di rifiuti prodotti, la cosiddetta “tariffa puntuale”, che in pratica premia i cittadini che si comportano con i rifiuti in modo virtuoso e castiga i distratti.



Da metà 2009 l'applicazione di questo tipo di tariffa ha fatto chiarezza sui costi che la collettività deve sostenere per la gestione dei rifiuti, che non riguardano quelli differenziati, che si pagano da soli con i contributi del Conai, ma della quota secca residua, maggiormente difficile da trattare, che ha quindi un costo che le amministrazioni devono sobbarcarsi.
A bilanci fatti questa impostazione ha portato evidenti benefici economici ai cittadini. Se nel resto del Paese il costo pro capite della raccolta dei rifiuti è di 131 euro per abitanti, nel consorzio del Triveneto si scende a 96 euro, con una media per famiglia di 170 euro annui, comprensivi di Iva e contributi provinciali, 150 euro di imponibile, al di sotto delle previsioni del piano economico-finanziario, che è stato dovuto rivedere al ribasso, per la gioia dei contribuenti.
Sono fatti rari che vanno giustamente portati all'attenzione del Paese.
Dice il sindaco di Montebelluna, il fisico ambientale Franco Andolfato: “Il dato del nostro comune presenta pochi casi di bollette alte, che corrispondono esattamente a utenze che si comportano male. Quindi possiamo ancora migliorare”.
A Parma invece stiamo andando esattamente nella direzione contraria. Una piano di gestione dei rifiuti fatto a macchia di leopardo, impostato diversamente secondo il comune in cui ci si trova, porta a percentuali di riciclo scarse, a volte imbarazzanti. L'intenzione del gestore di proseguire il piano di realizzazione dell'inceneritore impedisce di fatto di svoltare verso una tariffazione puntuale come quella del Triveneto.
Addirittura Iren si appresta a bruciare la maggior parte della plastica (83%) raccolta dai cittadini.
I costi enormi svelati con il Piano Economico Finanziario dell'inceneritore, arrivato nella cassetta della posta di alcuni giornali, ci fanno capire che a Parma la tariffe non scenderanno. In Veneto i virtuosi risparmiano, da noi, bravi o cattivi, tutti pagheremo salato il forno inceneritore che non abbiamo voluto, ma che ci hanno imposto.
La politica nel frattempo tace. E se ne frega. Tanto, come al solito, paga Pantalone.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 31 ottobre 2010
-553 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+153 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore ci costerà molto di più di 180 milioni di euro?

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