sabato 6 novembre 2010

Quegli schietti dei toscani

Si possono dire tante cose dei toscani ma di certo tutti saranno d'accordo su un loro tratto caratteristico: la schiettezza. Vanno sempre diritti al punto, quasi rasentando la rudezza.
Così anche in questo caso ci piace segnalare la chiarezza e l'assenza di giri di parole con le quali Walter Bresciani Gatti, direttore di Ersu, la municipalizzata versiliese che gestisce anche i rifiuti, tratta l'argomento inceneritore.
E ci stupisce essere in sintonia con quanto da lui affermato, ed è forse la prima volta che succede in 4 anni di lavoro dell'associazione per la gestione corretta dei rifiuti.



Tanto di cappello all'onestà intellettuale di chi, pur lavorando con questi impianti, non nega l'evidenza, onestà alla quale purtroppo non siamo abituati.
Al direttore di Ersu, nel corso di una serata di dibattito, vengono chiesti lumi sul funzionamento degli inceneritori e gli viene chiesto esplicitamente di esprimersi non in linguaggio tecnico ma utilizzando termini comprensibili ai cittadini non esperti.
E così ha fatto: "Tecnicamente l'inceneritore non è altro che un riduttore di volumi, i rifiuti buttati dentro non scompaiono ma si trasformano in qualcos'altro", insomma quello che esce rispetto a quello che entra ha cambiato solo il proprio stato. Lavoisier un po' di ragione l'aveva!
Basterebbe questa affermazione a fare polpette dei proclami locali sulle meraviglie e sulle magie degli inceneritori moderni.
Ma il direttore Ersu non si ferma qui. Più volte nel suo discorso sottolinea che "l'inceneritore in sé e per sé non è che risolva il problema, l'inceneritore riduce semplicemente la volumetria del rifiuto in ingresso, questo è un concetto che deve essere molto chiaro".
Forse l'ingegnere potrebbe spiegarlo anche ad alcuni suoi colleghi della patrie terre parmensi.
Poi continua spiegando che il più classico ed anche il più efficiente fra gli inceneritori è quello a griglia mobile (proprio come quello che verrà costruito a Parma).
In questi impianti i rifiuti sono posti sopra la griglia, come sopra ad un barbecue per intenderci, e durante il processo di combustione producono chiaramente emissioni gassose e scorie.
L'avverbio "chiaramente" viene utilizzato dall'ingegnere in persona.
Le scorie prodotte sono di 2 tipi: scorie di fondo griglia, derivate cioè dalla combustione diretta, le ceneri per capirci (questo è considerato rifiuto speciale ma non pericoloso e va conferito in discariche specifiche) e scorie derivanti dai residui del filtraggio fumi, altamente pericolose.
I rifiuti oltre a trasformarsi in cenere si trasformano anche in "gas di scarico che contengono polveri pericolosissime perché attaccate a queste polveri ci sono sostanzialmente le diossine".
Certo Bresciani Gatti ci ricorda che rispetto ai vecchi inceneritori dal cui camino usciva direttamente la fiamma (a testimonianza del fatto che dopo la combustione non c'era niente) adesso fortunatamente qualcosa abbiamo.
Un sistema di trattamento fumi diviso in 3 stadi: abbattimento di polveri, filtro a maniche, sistema di lavaggio dei fumi.
Il problema però è che i fumi vengono sì trattati e portati in atmosfera tramite le cappe però in questo passaggio si producono altri rifiuti, i residui del filtraggio stesso, che devono poi essere inertizzate e mica spariscono.
Proviamo a riassumere i rifiuti che si sono prodotti finora dall'ingresso del rifiuto stesso nel forno: scorie di fondo griglia (residuo della combustione), emissioni in atmosfera, polveri da trattamento dei fumi.
Poi ci sono anche le acque utilizzate per i lavaggio delle polveri che sono anch'esse rifiuto e vanno poi depurate.
A questo punto l'ingegnere con un candore degno di un bambino ammette che è un po' come complicarsi la vita: da una parte entra rifiuto e dall'altra escono rifiuti anche molto diversi da quelli in entrata. Seguono le caratteristiche dell'impianto versiliese, la cui camera di combustione invece di essere una griglia è a letto fluido.
Avremmo potuto soprassedere su questo punto se non fosse che il Bresciani Gatti afferma che in un sistema a letto fluido non potrà mai entrare rifiuto indifferenziato.
Ma il nostro inceneritore invece sarà a griglia... quindi adatto a bruciare anche rifiuto tal quale?
Non ci credete?
Ascoltatelo direttamente: http://tinyurl.com/bresciani
La procura della repubblica di Lucca ha sequestrato l'8 luglio 2010 l'inceneritore di Pietrasanta, gestito dalla società Veolia, che nel 2007 lo aveva rilevato da Tev, impianto che serviva Ersu.
Ipotesi di reato l'immissione delle acque di due torrente (3 km dalla spiaggia) di diossine e metalli pesanti.
Dalla notizia e verifica dell'inquinamento sono passati 436 giorni, un anno e 4 mesi.
Quanta acqua inquinata da diossina e metalli pesanti è passata nel frattempo?
Quale grado di protezione è stato garantito alla popolazione?
Quale grado di informazione è stato garantito alla popolazione?
Quale tipo di atteggiamento si evince da parte dei gestori di questi impianti, in questo caso Veolia?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 6 novembre 2010
-547 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+159 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

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