giovedì 11 novembre 2010

Due calci negli stinchi agli inceneritoristi

Due notizie importanti sul fronte della riduzione della produzione di rifiuti e “due calci negli stinchi” agli amici degli inceneritori.
Il Ministero della salute con il Decreto 19 maggio 2010 n 113 ha autorizzato, a partire dal 5 agosto 2010, l’uso di PET riciclato per la produzione di nuovi imballaggi contenenti alimenti.
Il PET (Poli Etilen Tereftalato) è il polimero usato per le bottiglie di acqua, bevande gasate, latte. In Italia ogni anno oltre 300.000 tonnellate di questi imballaggi, subito dopo l’uso, diventano rifiuto, con la felicità dei gestori di inceneritori, visto l’alto potere calorifico di questo polimero.
Grazie al decreto, si apre un nuovo e più remunerativo mercato al PET post consumo; oltre a maglie in “pile”, le bottiglie raccolte in modo differenziato possono ritornare a diventare bottiglie, un processo di rilevante interesse economico per le aziende del settore.



La prima azienda italiana ad immettere in commercio bottiglie realizzate in parte con PET riciclato sarà la San Pellegrino.
Questa decisione si affianca ad un precedente “sdoganamento”, avvenuto qualche anno fa, e che ha riguardato le cassette per frutta e verdura in polietilene, un altro prodotto “usa e getta” che viene sottratto alla “cremazione” obbligata.
Anche in questo caso motivi igienici non documentati ne vietavano il riuso, ma studi dell’Istituto Superiore di Sanità hanno escluso ogni pericolo a patto che le cassette in polietilene siano separate alla fonte con una raccolta differenziata di qualità.
E qui viene “a fagiolo” una bella idea di una grande azienda, la “San Benedetto”, che ha siglato un accordo con alcuni supermercati che si sono organizzati per raccogliere direttamente dalle mani dei loro clienti, al momento del loro ingresso, le bottiglie usate in PET.
In cambio i cittadini riceveranno punti fedeltà per ogni bottiglia consegnata, che potranno utilizzare per i loro acquisti.
Non esistono limiti al fatto che iniziative di questo tipo si possano estendere a tutta la grande distribuzione nazionale (ci piacerebbe sentire che fa la Coop) che certamente ha personale e spazi da dedicare a questa iniziativa.
Sappiamo per certo che i produttori nazionali di PET sono pronti a ritrattare nelle loro aziende tutto il PET post consumo che possa derivare da queste raccolte di qualità, le quali avranno un costo bassissimo, visto che lavaggio, selezione, raccolta e trasporto sono a carico dei cittadini.
Per una tonnellata di PET monomateriale raccolto con questo sistema il Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI) riconosce un contributo di 314 euro, più che sufficienti per pagare i costi per i punti fedeltà e il trasporto al riutilizzatore finale.
E ogni tonnellata di PET riutilizzato sarà una tonnellata in meno di ottimo combustibile sottratto ai "crematori con pseudo recupero energetico".

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 11 novembre 2010
-542 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+164 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

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