Neri. Neri per lo smog che si portano appresso, la lunga scia di ceneri dei loro impianti antidiluviani, neri per le prospettive dei territori dove cominciano a operare, neri per il malaugurio che posano su chi vive loro accanto, i desolati ma per loro inesistenti che possiedono casa all'ombra dei loro camini, i famosi “scarsamente abitanti”.
Neri, a cominciare dal loro nome invertito.
E' ora il tempo dell'ira di Enia, fattasi forte ed enorme. Forte con i deboli, debole con i forti.
Ira che si abbatte sui conti, sulle strade sbudellate per far passare la nuova via dell'oro, un tele fraintendimento che lascerà molte gobbe sull'asfalto e conti salati nei saldi invernali.
Enia che trascura chi le da il pane, e li invita a un lavoro che poi viene gettato al fuoco della Grande Caldaia, che crea oscuri episodi anche sul taglio dell'erba.
Enia che non è più tale, immaginario di carta, sgualcita al sole, pipistrello che ci succhia il sangue con conti salati per la stessa interna incapacità a risparmiare, ottimizzare, tenere presentabili gli stipendi dei grandi e illuminati dirigenti, vigile lo sguardo alla crisi e al futuro, un futuro dove non ci saranno più le risorse che oggi brucia a carrettate, materie nobili schiacciate con spregio per annichilirne la forma e l'origine, giustificarne lo sperpero.
Irenia della sorte, oggi da loro si fugge, si disdice, si migra, non solo come bollette, diaspora necessaria, come non cercare qualche briciola di rivincita verso questo moloch silente, che a domanda non risponde, si trincera dietro un muro di parole inutili, muri di gomma trasparenti che fanno intravedere solo business, unico dio minore ma sovrano che governa il grande gioco.
Irenia della sorte, oggi c'è un antagonista in casa, un concorrente da battere, un angelo tenebroso, tenebre in crescente deposito, ora dopo ora, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, sui campi e sulle case, sui fili d'erba e sui fili degli uomini dove cadranno le polveri.
Irenia, un taràssaco che perde sempre più velocemente i suoi petali, un turbine di vento lo impoverisce e lo lascia nudo e solo, mentre tutto è compiuto.
Irenia della sorte, da questa prepotenza trarremo l'antidoto per liberarcene.
Fuori dalle nostre strade, fuori dalle nostre case, fuori dai nostri contatori.
Cerchiamo un servitore di cui poterci fidare.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 20 dicembre 2010
-503 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+203 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai
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