mercoledì 22 dicembre 2010

Togli il disturbo, stavolta vieramente

Oggi aggiungiamo un altro trofeo alla nostra personale bacheca di caccia: il busto di Andrea Viero, eliminato, come Andrea Allodi, sulla via dell'inceneritore.
Dobbiamo anche confessare però che questa volta l'ad di Iren ha fatto tutto da solo.
Dopo essere stato rinviato a giudizio dalla Corte dei Conti per danno erariale alla regione Friuli, con relative spallucce dell'intestatario del provvedimento, ieri addirittura lo stesso si è autoproclamato condannato dalla Corte, con relativa salata ammenda di oltre 400 mila euro, in un auto-comunicato stampa.



Tanto, si sarà detto, i media lo scriveranno tra breve, meglio prenderli in contropiede e spiegare come stanno le cose “secondo il mio punto di vista”.
Così carta e penna alla mano il direttore generale di Iren ha relazionato sulla sua condanna, precisando che la Corte dei Conti ha insomma valutato solo una parte del provvedimento adottato in Friuli e che, complessivamente, lui ne rivendica la paternità e la giustezza.
Contento lui, di sborsare mezzo milione di euro, contenti tutti.
Chissà allora perché strilla così tanto per la penale che chiederebbe Iren a fronte di un blocco dei lavori per l'inceneritore: se chi blocca avesse le sue ragioni e giudicasse complessivamente corretta la manovra, non ci sono multe che tengano, vero Viero?
Ma lui non si aspettava che a Reggio Emilia fossero pronti, grillini in testa, a pescare dal cappello un ordine del giorno votato a stragrande, e trasversale, maggioranza dal consiglio comunale, che obbliga alle dimissioni qualunque personaggio che venga condannato per danno alle pubbliche casse.
E il sito on line Parma Daily non ci ha messo molto a scoprire la notizia.
Chissà se stavolta faranno valere la privatizzazione o che altro ancora per non fare quello che hanno scritto come un obbligo.
Fatto sta che lo stesso ente, il comune di Reggio Emilia, che è socio di Iren, che ha messo Viero dov'è fino a questo momento, ha scritto nero su bianco che non ci possono essere amministratori della cosa pubblica condannati e che, se avvenisse una condanna a chi già è stato insediato, il destinatario del provvedimento deve ahimè dimettersi immediatamente dalla sua calda e comoda poltrona.
“La permanenza non può esimere da una condotta morale e giudiziaria ineccepibile”, recita il verbo reggiano. Amen.
Presumiamo che un voto pressoché unanime del massimo organo deliberativo di un comune non sia un bicchiere di acqua fresca.
Ora i cittadini pretendono a gran voce che siano applicate le delibere in essere e che non ci si arrampichi su specchi che non ci sono.
Siamo ansiosamente in attesa della lettera di dimissioni, la bottiglia è in fresco.
Bye Bye Viero, see you never.

La delibera del consiglio comunale di Reggio Emilia:
http://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/ODG_moralita_iren.pdf
p.s. Nel frattempo possiamo chiedere a Comune di Parma e Provincia di Parma di attrezzarsi con le stesse garanzie verso i cittadini? Ha senso che facciamo amministrare la cosa pubblica da condannati per danno all'erario? Copiamo i reggiani!

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 22 dicembre 2010
-501 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+205 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

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