venerdì 24 dicembre 2010

Soluzione finale

Chi si fosse trovato a passare sotto i Portici del Grano mercoledì scorso, avrebbe senza dubbio notato un gruppo di strani e pittoreschi personaggi affollarsi sotto il grande albero di Natale, dono dell'amministrazione comunale di Parma ai suoi amati sudditi.
Lo sguardo del passante, distratto anche per un momento dal bagliore delle luci artificiali e dai tenui colori di quei tondi bubboni, grottesche sferiche infiorescenze cresciute attorno all'imponente abete, avrebbe indugiato su quella piccola folla variopinta di donne e uomini che brindavano al Natale e si scambiavano auguri, incuranti della pioggia, avvolti in drappi, stendardi, vessilli.



No Inceneritore, sì rifiuti zero.
Se quel passante, forse incuriosito, avesse resistito al richiamo ammaliante delle sirene della civiltà dei consumi ed avesse per un attimo interrotto il peripato obbligato delle insegne luminose e dei carezzevoli e rassicuranti messaggi di invito allo shopping, avrebbe colto l'ironia del contrasto fra questa folla di festosi manifestanti e quel sinistro slogan, scritto a caratteri cubitali sulle pareti della gabbia che imprigiona, sulla piazza che ne porta il nome, l'icona del nostro Risorgimento.
Iren, più energie, unica soluzione.
Perché no inceneritore, perchè sì rifiuti zero?
Quel passante avrebbe forse iniziato a porsi delle domande, a cercare delle risposte, a volere finalmente capire. Capire perché migliaia di uomini, donne, bambini avevano percorso, la notte di Santa Lucia, le vie della città con una candela in mano, in composto silenzio, a manifestare, come partigiani della non-violenza e a proporre una seria alternativa a quell'unica soluzione, l'inceneritore, che rappresenta l'estremo insulto alle loro vite, alle vite dei loro figli, alla vita della loro terra.
Ed avrebbe, quel passante sempre meno distratto, cominciato a capire la truffa di quello slogan bugiardo, quella presenza totalitaria onnipresente negli spazi pubblici che invade, come orwelliano Big Brother, la coscienza dei cittadini.
Unica soluzione, unica soluzione, unica soluzione...
E quel passante avrebbe riconosciuto in quei personaggi che brindavano, festosi e sorridenti, la vera alternativa all'unica soluzione, violenta, insalubre, mortale del mostro di Iren.
Un'alternativa in grado di garantire un futuro anche ai volti anonimi di quei bambini imprigionati nei balocchi dell'albero comunale come tante figurine di defunti ciclisti, involontaria, parodistica, agghiacciante metafora, lacerto dei giochi marittimi della nostra infanzia.
E quel passante avrebbe chiamato fratelli, sorelle, amici, quei variopinti personaggi imbandierati.
Avrebbe capito il peso della posta in gioco, avrebbe capito perché un oncologo di fama internazionale ha definito recentemente la realizzazione di un inceneritore "un crimine contro l'umanità".
Forse, quel passante avrebbe ripercorso momenti bui della storia del nostro paese. Un'ombra nera avrebbe oscurato la facciata pulita, sempre tirata a lucido della nostra città. "Crimine contro l'umanità, unica soluzione, crimine contro l'umanità, unica soluzione....". Lo slogan, l'estrema bugia che propone una macchina di morte come sola possibilità e le parole di saggezza dell'oncologo Belpomme, ripetute insieme, avrebbero creato un corto circuito capace di far saltare in un sol colpo tutto l'armamentario di menzogna dei fautori dell'unica soluzione.
Unica soluzione, certamente una soluzione finale.
La venefica macchina di morte poserà un pietra tombale su ogni possibile futuro per la nostra città. Dopo l'inceneritore non si tornerà più indietro. La lenta morte della città di Verdi, della Food Valley, la fine delle speranze che i nostri figli possano abitare un mondo un po' più pulito cominceranno da lì. A meno di un risveglio collettivo dei distratti passanti delle vie di Parma.

Buon Natale a tutti

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 25 dicembre 2010
-498 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+208 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

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