lunedì 14 febbraio 2011

Rifiuti illegali

Il De Profundis per Iren intona i primi accordi

Il bersaglio è ormai a brandelli, riverso a terra, si fatica a riconoscervi quello che era uno splendido caposaldo dell'economia locale.
Iren era un gioiello di famiglia, svenduto senza rimorso per fare cassa.
Iren era Enia, che era Amps, che eravamo noi, cittadini abituati a dare del tu all'azienda che curava il nostro gas, la nostra acqua, la nostra energia, riportando a casa i proventi, da reinvestire in opere e vantaggi per l'intera comunità.



Oggi l'ennesima violenta pugnalata, la diffida ad Ato, coordinatore per i comuni della politica di gestione dei rifiuti, perché ritiri i contratti in essere con Iren.
Gli avvocati Allegri e De Angelis infieriscono su un corpo ormai moribondo, riverso sul polveroso cantiere dell'inceneritore, punto di forza ieri, pietra dello scandalo oggi, di cui Iren volentieri si smarcherebbe.
Iren violato dall'Antitrust, dalla Commissione Europea, dalla Magistratura, dagli stessi comuni suoi soci, che intendono disarcionare il suo direttore Viero, il suo vice Villani.
Una sarabanda di attacchi, accerchiamenti, bordate, verso un fortino che si fa sempre più ridotto e fragile, con truppe che si impoveriscono giorno per giorno.
L'intimazione dei due legali parmigiani è perentoria: carta straccia i contratti che legano il gestore dei rifiuti a tutti i comuni-clienti parmensi.
Manca, ormai possiamo dire “come al solito”, la gara di appalto che dia garanzie ai cittadini contribuenti di pagare il giusto, a fronte del servizio che ricevono.
Viene da domandarsi se in una sorta di soppalco virtuale non ci sia un governo delle cose che di fatto detta legge nella gestione dei rifiuti, ricavandone dalle cospicue entrate quelle energie necessarie per poter proseguire in un modus operandi bacato in partenza, da un peccato originale insanabile e impronunciabile.
La diffida colpisce il presidente di Ato e tutti i sindaci dei comuni parmensi coinvolti in contratti di affidamento e gestione della raccolta dei rifiuti e del loro smaltimento, invitandoli a disdire entro 30 giorni tutte le carte, per non incappare negli strali della legge.
Se c'è stato un giorno in cui il forno inceneritore di Parma ha traballato vistosamente, fin nelle sue fondamenta più profonde, quello è oggi.
Segnatevi questa data, 14 febbraio 2011, San Valentino ha giocato tiri maldestri a legami antichi e fin qui solidi.
Ora il conto alla rovescia può davvero partire.


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 14 febbraio 2011
-447 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+259 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

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