La nemesi dei sindacati
8 mesi fa mancavano 642 giorni all'avvio del forno di Ugozzolo e durante uno dei nostri tanti viaggi fatti per incontrare istituzioni, amministratori, associazioni, in lungo e in largo per la provincia di Parma, avevamo incontrato anche la neoeletta segretaria della CGIL Patrizia Maestri, per illustrarle il preoccupante quadro della situazione che si stava configurando per i lavoratori della zona nord di Parma in particolare e nel resto del territorio in generale.
In quella calda estate, quel 3 agosto 2010, avevamo parlato di pericoli per la salute, di una zona considerata a bassa densità abitativa nel progetto di Enia quando ad un rapido calcolo sulle aziende che si trovano nel raggio di soli 2 km dal camino, avevamo stimato in circa 10.000 i lavoratori che si recano ogni santo giorno, per oltre 8 ore, a respirare i 144.000 metri cubi/ora di aria sporca emessi dal forno targato Iren.
Barilla, SPIP, Iren, Chiesi, Ikea e decine di altre piccole e medie imprese sono infatti nelle immediate vicinanze del forno e ci sembrava veramente grottesca la definizione data dai progettisti all'area come una "zona a bassa densità abitativa".
Da quel 3 agosto abbiamo continuato a consumare scarpe e a bussare porte, puntando tutto o quasi sull'informazione ai cittadini, alle aziende ed alle istituzioni.
Dopo quel 3 agosto nessuna telefonata ricevuta dalla CGIL.
Ci eravamo salutati concedendoci un periodo di riflessione per far maturare all'interno di CGIL e di tutte le sue varie componenti la consapevolezza del problema, allo scopo di avere un'opinione in merito su un tema che dovrebbe essere di grande interesse per una organizzazione sindacale importante come la CGIL.
Dopo 8 mesi abbondanti apprendiamo oggi che la decisione è maturata. In un comunicato congiunto delle 3 segreterie, CGIL, CISL e UIL di Parma e dell’Emilia-Romagna, i sindacati levano gli scudi per disapprovare i metodi del GCR, quando invitano i cittadini contrari all'inceneritore a passare ai fatti, boicottando Iren per un altro gestore.
Questo succedeva alle 17.20 di ieri, martedì 20 aprile.
Poche ore dopo, alle 21.00, la UIL smentiva il comunicato stampa congiunto, attribuendolo alla sola CGIL e dissociandosi dal testo, il cui invio non era stato né concordato né autorizzato.
Insomma, quello che non è successo in 8 mesi precipita con ritmi incessanti nel corso di poche ore ed anche se ci abbiamo capito pochino, apprezziamo il passaggio sindacale poi smentito dove si afferma che il sindacato “è interessato a svolgere un confronto con chi intende operare per il miglioramento reale delle condizioni ambientali del territorio di Parma rivendicando una azione di IREN con priorità per produrre fonti rinnovabili e gestire il ciclo integrato dei rifiuti”.
La nostra porta è sempre aperta al confronto, anche se i tempi stringenti ci obbligano a mirare ad azioni concrete ed immediate, visto che di giorni all’accensione ne mancano solo 380.
8 mesi sono quasi il periodo di gestazione di un neonato... praticamente un tempo da parto prematuro, come quelli rilevati da Moniter nei pressi degli inceneritori dell'Emilia Romagna.
Bisogna fare presto, per il bene di tutti.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 21 aprile 2011
-381 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+325 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
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