mercoledì 20 aprile 2011

Boicottiamo il passato

Con Boicottiren, azione definita ieri provocatoria dall'Rsu Cgil, non si vuole mettere il discussione né la sopravvivenza di IREN né creare tensioni fra i lavoratori dell'azienda stessa.
Si cerca di spronare a convogliare gli investimenti e la ricerca di IREN verso una nuova cultura della gestione dei rifiuti, che ormai dovremmo abituarci a chiamare materiali "post consumo".
E' una sfida lungimirante che aprirebbe muove prospettive industriali e certamente a nuovi mercati. Non è in discussione la legittimità del profitto di IREN.



Di fronte ad infrastrutture considerate fortemente inquinanti da tutto il mondo scientifico senza ombra di dubbio, il cittadino vuole essere chiamato a gestire direttamente gli eventi ed i mutamenti che lo coinvolgono in prima persona, soprattutto se questi mettono in discussione l'ambiente e la salute. Cambiamenti di stili di vita, di modelli industriali, di materiali e materie prime.
La correlazione tra modificazioni climatiche e inquinamento ambientale ci impone l'utilizzo di muovi approvvigionamenti energetici. Il rinnovamento esiste già in altri paesi e se saremo capaci di intravederli, di anticiparli, se saremo in grado di farli nostri, potremo esserne i naturali protagonisti, ed allo stesso tempo consumatori e diretti realizzatori delle scelte e delle conoscenze in favore delle generazioni future.
Scegliere di costruire un inceneritore al fine di produrre energia significa legarsi, almeno per i prossimi vent’anni, che negli anni duemila rappresentano un’era geologica in termini di sviluppo tecnologico, a concetti e culture ormai vecchie.
Vuol dire abiurare le nuove fonti di energie pulite e veramente rinnovabili che stanno arrivando così come le nuove culture. I paesi più all’avanguardia stanno investendo in fotovoltaico, solare ed eolico, stanno applicando la geotermia al residenziale, hanno introdotto gli isolanti naturali e la bioedilizia, utilizzano le pompe di calore.
E se tornaconto aziendale deve essere anche il cittadino ha diritto di valutare i benefici che ne derivano per la comunità in termini di costi di costruzione/gestione e di tariffe rifiuti.
E non siamo insensibili nemmeno all'aspetto occupazione della questione e quando parliamo di benefici per la comunità intendiamo che anche i lavoratori siano coinvolti.
Le nuove tecnologie di gestione dei materiali posto consumo, non più in fase di collaudo ed operanti anche nel nostro paese, dimostrano, secondo gli ultimi studi del CONAI, che a fronte di un occupato per impianti di discariche o inceneritori se ne creano 15 nella gestione a freddo con raccolta differenziata domiciliare spinta.
Quindi un insieme di priorità quali innovazione, ricerca, crescita occupazionale, qualità della vita, per un vero e certo sviluppo sostenibile.
Ci preoccupa anche la salute dei dipendenti IREN, fattore non trascurabile se è vero che molti di loro verranno trasferiti a lavorare presso il PAI, praticamente sotto il camino, quindi in un ambiente fortemente insalubre.
Come ci dice Jeremy Rifkin “È arrivato il momento di scegliere: da una parte c’è l'economia del petrolio, che ormai produce poco benessere e molte catastrofi, dall’altra la terza rivoluzione industriale basata sull’efficienza, sull’innovazione tecnologica, sulle fonti rinnovabili".
Gli inceneritori appartengono al passato, noi vogliamo guardare al futuro.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 20 aprile 2011
-382 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+324 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Nessun commento:

Posta un commento