domenica 8 maggio 2011

Il cestino di Iren

Iren dovrebbe essere l'interlocutore privilegiato per una associazione di cittadini che si preoccupa del tema rifiuti come la nostra.
Purtroppo non è così.
Diversi sono stati i segnali che ci hanno fatto capire di non essere graditi all’ex municipalizzata.



A ottobre 2010, invitati dal Pd di Monticelli per un incontro sul tema rifiuti insieme a Legambiente e Provincia, la poltrona di Iren era rimsta vuota.
Nel marzo scorso al convegno organizzato dagli studenti del Rondani c’erano tutti quelli che avevano qualcosa da dire sul tema rifiuti: comune, provincia, università, ATO, Consorzio del Parmigiano-Reggiano, tecnici, sociologi, GCR, WWF, ARPA, biologi, chimici.
Un ventaglio assai completo e rappresentativo di tutti i punti di vista tranne uno.
Quello di Iren.
Che invitata più volte dagli organizzatori, non si è presentata al convegno, organizzato al Cavagnari, senza fornire ulteriori spiegazioni.
In realtà qualcuno di Iren c’era: un signore dell’ufficio stampa che ha ripreso tutto quanto, non si sa mai che si dica qualche cattiveria, da dare in pasto ad un avvocato.
Non ci siamo ma vi teniamo d'occhio, quindi pochi scherzi.
Da ormai un anno chiediamo il Piano Economico Finanziario del Pai, documento necessario per presentare un progetto da oltre 200 milioni di Euro. Ma da Iren risposte sul fronte del piano di investimenti previsto non ne arrivano. Top secret, nonostante una delibera del consiglio comunale di Parma (tra l'altro socio al 6% della stessa Iren) avesse detto chiaramente che tutti i documenti dovevano essere forniti.
Insomma, la montagna non va proprio a Maometto, quindi abbiamo deciso di andare noi a trovare Iren e quale migliore occasione ci poteva essere che l’annuale assemblea degli azionisti?
In un solo colpo avremmo trovato tutti gli attori protagonisti insieme, riuniti come rappresentanti di comuni azionisti, come consiglio di amministrazione.
Gioco forza acquistare alcune azioni e presentarsi come soci all'assemblea, dove ovviamente si ha diritto di parola.
Bazzano, Viero, Villani, il gotha di Iren è stato così costretto ad ascoltarci, seduto e composto a sorbirsi la reprimenda di alcuni soci non proprio in linea con il piano aziendale.
Azienda che il presidente Roberto Bazzano ha presentato, nella sua relazione sul bilancio, come modello virtuoso di eco-sostenibilità. Peccato che nel buffet organizzato all’ingresso mancassero i cestini per la raccolta differenziata e che plastica, carta, organico siano stati gettati allegramente nello stesso bidone.
Davvero virtuosi ed eco-sostenibili, se il buon giorno si vede dal mattino.
Quello che doveva essere una specie di tempio da assurgere a modello del riciclaggio delle materie prime non è riuscito nemmeno nella più facile delle pratiche, gestire un buffet in modo corretto.
Abbiamo spiegato ai rappresentanti dei comuni di Genova, Parma, Reggio, Torino e Piacenza ma anche dei piccoli comuni e dei fondi interbancari, che l’inceneritore è inviso ai cittadini di Parma, che emetterà 144.000 metri cubi ora di emissioni gassose contenenti anche diossine, metalli pesanti, furani e particolato ultrafine, tutto questo nel bel mezzo della Food Valley, a due passi dallo stabilimento Barilla.
Ogni anno 130.000 tonnellate di rifiuti verranno immessi nel forno, restituendone al territorio 39.000 di ceneri.
Abbiamo spiegato che il futuro dell’azienda è nel riciclo dei materiali, che si può fare business con il recupero e che il mondo, appena fuori dalla porta di Iren, sta andando in quella direzione.
Un unico sussulto da parte del vice-sindaco di Parma, Buzzi, che si è affrettato a chiedere la parola per ribadire che a Parma sono solo quelli del comitato che sono contro al forno, che l’impianto è stato approvato sia dal comune che dalla provincia e che il GCR non perde occasione per fare propaganda elettorale.
Strano il mondo politico di Parma, da una parte ci accusano di essere a favore del sindaco, da cui riceveremmo addirittura finanziamenti occulti, dall’altra parte ci accusano di fare campagna elettorale, non si sa bene per chi, a questo punto.
Un fuoco radente che ci coglie da tutti i lati, non c'è che dire.
Per il resto, tra le circa 80 - 90 persone, nessun commento, nessun brusio.
Passività.
A fine riunione, nessuno si è avvicinato, ha chiesto, ha curiosato.
Dietro il tavolo dei relatori, il consiglio di amministrazione.
Vecchissimo, immobile, non bisognoso di cambiamento. Gente che guadagna più di Obama, gente che fa 4 riunioni in un anno e prende 500.000 euro.
Villani, l’uomo dai tanti incarichi, l’uomo che non perde occasione per dire la sua su tutti gli argomenti della vita politica cittadina mantiene il suo stile
Parla di tutti gli argomenti tranne uno, quello sul forno inceneritore, considerato industria insalubre di classe prima, che proprio lui, come medico, dovrebbe temere per gli effetti negativi sulla salute dell’uomo.
Villani che anche in assemblea non ha proferito verbo, impegnato com’era a leggere e scrivere messaggi con il suo telefonino.
Tutta questa gente senza fantasia, senza gioia, senza uno scarto dalla linea tracciata, senza libertà dentro.
Per fortuna la sera dello stesso giorno, ci siamo risollevati, perché abbiamo toccato con mano che un altro mondo è possibile.
Alla camera di commercio, con l’ingegner Cerani, esperto progettista di raccolte differenziate, è stato possibile capire che bastano poche mosse per fare una raccolta domiciliare di qualità.
Con Frans Beckers, direttore del unità C2C della multi-utility olandese van Gansewinkel Groep, abbiamo visto che si può fare business e abbandonare progressivamente l’obsoleta tecnologia dell’incenerimento. VGW, un'azienda ben più grande di Iren, 5° gruppo in Europa, attiva in Benelux, Polonia, Ungheria, Portogallo e Repubblica Ceca, che tratta rifiuti speciali e urbani con 1 milione di cittadini serviti, ricicla già oggi il 75% del materiali gestiti.
Questa azienda ha istituito una sezione dedicata allo studio della strategia dalla Culla alla Culla dove ogni giorno ben 60 persone studiano, in collaborazione con le aziende clienti, come progettare materiali che a fine ciclo possano facilmente essere recuperabili e riciclabili.
Sono gli stessi materiali che Iren non riesce a separare nemmeno in casa sua, davanti a tutti i suoi soci riuniti ed alla stampa finanziaria nazionale.
Sono materiali che finiscono in un unico cestino, incanalati nella direzione obbligatoria del forno di Parma.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 8 maggio 2011
-364 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+342 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

+20 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di Parma

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