Ogni giorno, davanti a noi, si ripete uno spettacolo indecente.
Per una volta nessuna gonna corta o gluteo al vento, ma una lunga schiera di personaggi che finge di amministrare per il bene comune, mentre invece progetta con acutezza il guadagno per sé e la distruzione per tutti gli altri.
Un alto muro è stato eretto tra cittadini e decisori, tra amministratori e gente comune, un muro robusto, invalicabile, impenetrabile, a meno che non si diventi come loro.
Da una parte del separé c'è chi lavora e si ingegna, conduce la vita con fatica e sudore, sul lato B si accomoda chi arriva alla poltrona, e trova soffice il cuscino.
La bandiera GCR a New York
Inutili i richiami accorati e gli appelli sinceri, di là dal muro non arriva nulla, sigillati come sono nel mondo indorato da gettoni e progetti inutili ai più, che però corroborano il loro status.
Essi credono di poter fare e disfare senza mai presentare bilanci. E ci sono sempre riusciti.
Abbiamo i piedi stanchi, ma non vogliamo spegnere la luce della verità, non vogliamo arrenderci senza lottare, non siamo soli, se spegniamo il televisore e scendiamo nel cortile, la strada è piena di persone come noi, che condividono le nostre identiche sensazioni.
Smettiamo di fare quello che ci viene sempre detto di fare, come se fosse ineluttabile.
Approfondiamo le cose, liberiamo la mente da cose futili, che ci fanno perdere tempo ed energie.
Il mondo è là fuori, duttile e accogliente, non facciamo imprimere ad altri la nostra impronta.
Quando ci incontriamo scopriamo la stessa disillusione, lo stesso mancamento, la stessa sensazione di impotenza.
Come oggi con l'inceneritore, che nessuno ricorda più perché vada fatto, ma ormai si va avanti per inerzia, tanto a chi toccheranno i danni dell'inquinamento futuro?
Di fronte a certi guadagni inconfessabili, ma sicuri, di oggi, nessuno più interviene, si lascia correre, in attesa che tutto sia pronto per inaugurare il camino e cominciare a registrare gli incassi.
Ci deve essere per forza qualche sordido sotterfugio che costringe a proseguire in una strada sbarrata dal tempo e dall'Europa.
Costruire un impianto già sorpassato, che ha dimostrato le sue rughe in altri territori, oggi è davvero un obsoleto piano da antenati, da età del ferro.
Hanno costruito questo muro. E noi abbiamo delegato la nostra vita, addirittura la gestione della nostra salute, ad altri, che oggi scopriamo sconosciuti e silenti alle nostre pressanti richieste.
Quale errore è mai stato.
Questo scheletro inutile e dannoso lo dobbiamo smontare mattone per mattone, ora, oggi, noi stessi.
Noi siamo il nostro destino, costruiamo il futuro nei momenti del presente, nei minuti spesi nel correre diurno, nel riposo e nelle parole che ci scambiamo, nelle amicizie che stringiamo.
Quante cose importanti abbiamo tralasciato per rincorrere sciocchezze, per poi lamentarci degli errori e delle nefandezze che abbiamo lasciato correre.
Ormai, quando votiamo, non sappiamo più per chi, davanti alla scheda i simboli si stemperano in macchie di colore, che potrebbero scambiarsi senza creare discrepanze.
Oggi lo sdegno grande per questa massa di politicanti inutili si deve trasformare in azione concreta, facendo finire questa pratica aberrante della delega in bianco, della fiducia totale, delle teste chinate ai comandi dei vertici, del tacere nonostante la coscienza morda le viscere.
Se non saremo capaci di rialzare la testa, allora ci meriteremo l'inceneritore.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 12 maggio 2011
-360 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+346 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
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