domenica 17 luglio 2011

Monitoraggi biologici e le impronte dell'inceneritore

L'impatto sanitario di un inceneritore sui territori dove opera è uno degli aspetti salienti dell'analisi sui pro e contro l'adozione di questa metodologia per la gestione dei materiali post utilizzo.
La regione Emilia Romagna ha avviato da diversi anni la campagna di controllo sulle emissioni degli impianti operanti in regione, 8 in tutto, denominata Moniter, che si interessa anche di analisi epidemiologica sugli effetti sanitari sulla popolazione.



Attraverso Moniter l'Arpa intende verificare la qualità ambientale nei pressi di questi impianti, considerati per legge industrie insalubri di prima classe oltre che impianti non edificabili in zone di alta valenza agricola.
Gli studi, che hanno comportato fino ad oggi un investimento di oltre 3 milioni di euro, si sono concentrati sui particolati in atmosfera, in base alle mappe di ricaduta dei singoli inceneritori.
Nella recente audizione di Parma, lo scorso marzo, i responsabili di Moniter hanno relazionato sulle ultime conclusioni degli studi, ancora in corso, evidenziando il dato preoccupante dei parti pre termine, nelle popolazioni che vivono nelle immediate vicinanze degli impianti.
Non è un gran biglietto da visita per il futuro di Ugozzolo e per i comuni limitrofi, ma colpisce la totale mancanza di Moniter nell'affrontare verifiche puntuali sulle matrici biologiche.
E' infatti indiscutibile che alcuni inquinanti molto pericolosi e cancerogeni, oltre che geno tossici per il Dna umano, come le diossine, tendono a bio accumularsi nei terreni e nei tessuti, rimanendo poco tempo in aria.
Le diossine sono inquinanti organici persistenti, sono poco volatili per il loro elevato peso molecolare ed hanno la caratteristica di essere liposolubili. Il loro accumulo quindi si concentra nei grassi animali e umani ed è lì che dobbiamo andare a ricercarne l'eventuale concentrazione.
E' per questo motivo che l'associazione Gcr e Isde, l'associazione internazionale Medici per l'Ambiente, lancia oggi una campagna di monitoraggio puntuale sulle matrici biologiche più sensibili alla diossina, come latte materno, animali di bassa corte e uova, al fine di avere una verifica attualizzata dello stato di salute del nostro territorio, per poterla confrontare con futuri analoghi campionamenti, in caso di accensione del forno di Ugozzolo.
Lo studio verrà affidato ad un laboratorio considerato leader a livello nazionale, che si è anche occupato dell'inquinamento ambientale dell'impianto di Marghera.
E' stata anche effettuato un primo test campione su latte materno di una mamma primipara di Parma che purtroppo ha dato un riscontro molto negativo.
Dalla analisi risulta infatti una concentrazione di picogrammi che supera il limite della commerciabilità fissato per il latte vaccino.
Significa che questo latte, forse l'alimento più sacro che possiede l'uomo, è stato inquinato al punto che la concentrazione di diossina lo rende tossico per l'uomo.
E' da sottolineare e ricordare l'unità di misura del picogrammo, perché spesso i sostenitori degli inceneritori tagliano corto dicendo che le emissioni di diossina sono molto basse a nei limiti di legge.
Il latte vaccino è commercializzabile se non supera i 6 picogrammi per kg.
Un picogrammo rappresenta il peso corrispondente ad un miliardesino di milligrammo.
Il progetto ufficiale di Iren per quanto riguarda le emissioni dell'inceneritore di Parma riporta una emissione che si attesterà a 50 picogrammi per metro cubo di aria emessa.
L'inceneritore emette in un'ora 144 mila metri cubi di aria.
In tutto sono 172 milioni 800 mila picogrammi di diossina.
L'inceneritore Iren sarà operativo, speriamo di no, per 8 mila ore all'anno.
Tenendo conto dei livelli massimi accettabili di diossina definiti dall'Oms, il forno di Ugozzolo, pur mantenendosi nei termini di legge, emetterà diossina giornaliera per una popolazione di 1 milione e 230 mila adulti, oppure per 2 milioni e 460 mila ragazzi di 35 kg.
E' a questa diossina che si da la caccia con il nuovo progetto di monitoraggio.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 16 luglio 2011

+15 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma

+911 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

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